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ARCIDIOCESI DI TARANTO E ILVA: UN PATTO D’“ACCIAIO”?

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 01/09/2012

36812. TARANTO-ADISTA. «Ho la gioia di annunciarvi che ho ricevuto una missiva del presidente dell’Ilva, l’ing. Emilio Riva»,  e un assegno di 365mila euro per la ristrutturazione della chiesa parrocchiale Gesù Divin Lavoratore. «Vogliamo ringraziare Dio per questo dono della Sua Provvidenza». Sono le parole che mons. Benigno Papa, arcivescovo di Taranto dal 1990 al 2011, scrisse ai parrocchiani di Gesù Divin Lavoratore, il primo maggio 2009, per comunicare loro la donazione ricevuta, peraltro sollecitata a Riva dallo stesso vescovo. «Il presidente Riva mi ha espresso le motivazioni che hanno indotto il suo Gruppo a tale atto di generosa attenzione. Egli – prosegue – mi scrive di aver aderito volentieri alla mia richiesta perché riconosce alla nostra comunità ecclesiale e a questa comunità, in particolare, il merito di prestare un’indispensabile e disinteressata opera di promozione umana e sociale; attesta inoltre gratitudine ai Padri Giuseppini del Murialdo che da tanti anni sono presenti all’Ilva come cappellani ed, infine, vuole esprimere così l’attenzione costante che il suo gruppo riserva a questo quartiere dei Tamburi» (v. Adista n. 52/09). Ovvero al quartiere dove sorge l’Ilva, il più inquinato d’Italia proprio a casua delle emissioni industriali dell’acciaieria.

Ma non è stato questo l’unico atto di generosità dei padroni dell’Ilva nei confronti della Chiesa tarantina, come sta emergendo anche dall’inchiesta giudiziaria in corso. Francesco Cinieri, cassiere dell’Ilva dal 1986, ha raccontato ai magistrati di donazioni periodiche (di cifre inferiori ai 5mila euro) alla Curia tarantina nel 2010 e nel 2011. Inoltre altri dirigenti dell’acciaieria hanno parlato, dinanzi al Tribunale del riesame, di 10mila euro donati all’arcivescovo Papa come «offerta alla Chiesa di Taranto in occasione della Santa Pasqua» (ma i magistrati ritengono che in realtà siano stati destinati ad un perito del tribunale per aggiustare una relazione tecnica in favore dell’Ilva). Ci sono poi numerose sponsorizzazioni dell’Ilva a feste ed eventi organizzati e promossi dalla Diocesi di Taranto e, sul fronte opposto, onorificenze della Curia consegnate a dirigenti dell’acciarieria per le loro azioni di volontariato, come il Cataldus d’argento, l’8 maggio 2011, festa di San Cataldo.

Non si tratta ovviamente di reati ma, nonostante le smentite da parte della Curia – «L’insinuazione che tali contributi abbiano reso alla Chiesa una parentela con l’Ilva, tale da tradire la sua missione, a favore degli ammalati e della salvaguardia dell’ambiente va molto al di là della fantasia, per usare un eufemismo», si difende l’arcidiocesi con il responsabile dell’ufficio stampa, don Emanuele Ferro –, il dubbio che il silenzio della Chiesa tarantina sulla grave situazione ambientale della città provocata dall’acciaieria sia stato favorito dalle donazioni e dalle offerte dell’Ilva è assai forte. (l. k.)

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