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Dialogo e comunione: cerchiamo ancora

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 34 del 29/09/2012

Dopo i primi quattro incontri già svolti a Firenze, Napoli e Roma (v. Adista nn. 30, 39, 45, 54, 59, 60, 65, 69 e 116/09; 4, 6, 8, 15, 18, 22, 31, 35, 40, 62, 69, 73, 74 e 82/10; 58, 66 e 69/11), il gruppo promotore del ciclo “Il Vangelo che abbiamo ricevuto” propone un nuovo incontro – a fine ottobre a Brescia – per «continuare l’esperienza di comunione e dialogo».

Il gruppo promotore de “Il Vangelo che abbiamo ricevuto” si è riunito a Milano per riprendere le fila di un cammino comune iniziato nei due incontri di Firenze, proseguito a Napoli, e che ha avuto come sua ultima tappa, lo scorso anno, Roma. Su due punti ci siamo in particolare interrogati: quale situazione di Chiesa stiamo vivendo? Abbiamo noi ancora qualcosa da dire?

Riguardo al primo punto si è nuovamente constatata la mancanza di un riferimento su chi faccia sentire ai cristiani, oggi, il Vangelo che abbiamo ricevuto. Da una Chiesa preoccupata soprattutto di ascoltare (quella che programmaticamente era uscita dal Concilio) siamo gradualmente passati ad una Chiesa che solo parla. Manca spesso la percezione di cosa sia l’annuncio della fede; non si riesce a scorgere la forza del Vangelo come racconto. Sembra proprio che la Chiesa abbia smarrito la sua capacità di raccontare e di lodare. Se non ci si “ricentra”, invece, su questo, si rischia di non essere più in grado di dire nulla ad alcuno. Per reazione al disagio, si assiste attualmente al parcellizzarsi delle esperienze di prassi di fede: una somma di solitudini (singoli o “gruppi di simili”), a loro volta generative di paure e chiusure da cui sovente rifluisce un’aggressività di linguaggio. C’è invece il dovere di far risuonare la lieta notizia che abbiamo immeritatamente ricevuto, con la stupita scoperta di un Regno che è già in essere e il cui annuncio non sembra “passare” sufficientemente attraverso le istituzioni ecclesiastiche, senza con ciò nutrire la pretesa di essere migliori di nessuno.

Quanto al secondo punto, siamo consapevoli che, se da un lato il nostro incontrarci (Firenze 1, Firenze 2, Napoli, Roma) era “urgente” per cercare con umiltà di dare un segno evangelico atto a riaccendere speranza, dall’altro si iniziava una semina il cui raccolto era necessariamente a lungo termine. Tuttavia, la difficoltà dell’iniziativa è forse il segnale primo della sua necessità, anche perché il terreno negli anni si è “fatto duro” proprio per la mancanza di proposte di segno evangelico.

Essere accettati nel cammino che andiamo dipanando richiede tempo. Tentare di creare una rete per far “risuonare” l’Evangelo serve anche ad ammaestrare, prima di tutto noi stessi, al fatto che la Chiesa ha anche tanto da apprendere dal mondo. Dovremmo perciò valorizzare la “forza di riedificazione”, favorendo la conversazione dalla base per ritornare così realmente ad una “Chiesa di relazioni”. Servono luoghi che dicano accogliendo, consapevoli che l’Eucarestia come conversatio è la forma della Chiesa. Creare, quindi, ambiti di “accoglienza reciproca” tenendo aperto uno spazio per porci degli interrogativi, piuttosto che tentare risposte.

In questo solco e con questi intendimenti, la nostra proposta è di ritrovarci nuovamente, per il quinto incontro nazionale, a Brescia, presso il Centro pastorale Paolo VI, nei giorni 27-28 ottobre 2012 per una conversazione tra gruppi e singoli sull’annuncio evangelico: «Il Regno di Dio è vicino» (Mc 1,15; Lc 17,21). Interrogandoci, riflettendo e ricercando insieme che cosa “significhi” – nella criticità storica, sociale ed ecclesiale del presente, nostro, come degli uomini e delle donne che ci sono compagni di strada – tornare a credere a questo Evangelo. Ritrovarci per vivere un’esperienza di Chiesa già in atto, con il desiderio di condividere con altre sorelle e fratelli anche il frutto della preghiera di ciascuno. Occorre tornare a raccontarsi il Vangelo, trovando una via che sia un esercizio di ecclesialità e muovendo da una fede che si lasci interrogare e che si conformi al Vangelo del Regno, nella ricerca e nella scoperta dei tanti segni concreti del regno di Dio che “si avvicina”.

*Angelina Alberigo, Maria Cristina Bartolomei, Simona Borello, Gianfranco Bottoni, Mario Cantilena, Angelo Casati, Francesco Castelli, Ursicin Derungs, Luciano Guerzoni, Giovanni Nicolini, Licinia Magrini, Giancarlo Martini, Enrico Peyretti, Ugo Gianni Rosenberg, Giuseppe Ruggieri, Silvia Scatena, Fabrizio Valletti

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