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È MAI POSSIBILE RICOMPENSARE UN SISTEMA DI APARTHEID?

Tratto da: Adista Documenti n° 35 del 06/10/2012

Facciamo appello all’Unione Europea perché non tolleri oltre l’incessante espropriazione della terra e il dominio di stampo razzista di cui Israele si macchia ai danni del popolo palestinese. Se i rapporti elaborati dall’Unione Europea documentano e lamentano, su un piano teorico, le politiche israeliane di apartheid, la UE continua tuttavia ad adottare decisioni che le legittimano, a partire dallo scandaloso aumento delle relazioni commerciali che si sta attualmente raccomandando.

L’arcivescovo Desmond Tutu ha definito il regime con il quale siete tanto ansiosi di fare affari come peggiore di quello sudafricano dell’apartheid, e lo dice dopo essere stato in Cisgiordania diverse volte. Voi però chiudete gli occhi e le orecchie. Come chiudete occhi e orecchie a ciò che dice l’ex parlamentare dell’African National Congress Ronnie Kassrils (di cui è noto l’impegno nella denuncia dei crimini di Israele ai danni dei palestinesi, ndt), insieme ad altri numerosi sudafricani testimoni del dominio fisico e psicologico che Israele esercita contro di noi.

Siete più che coscienti di quanto ci sta accadendo. Sulla brutale e illegale colonizzazione della Cisgiordania, il rapporto dell’Ufficio del rappresentante dell’Unione Europea (Eurep) a Gerusalemme, nel luglio 2011, affermava: «(…) numerosi gruppi ebrei si sono stabiliti nei Territori occupati, in violazione della IV Convenzione di Ginevra e del Diritto internazionale umanitario. Nel 1972 c’erano 1.200 coloni, che sono aumentati fino ad arrivare ai 310mila attuali, divisi in 124 insediamenti e 100 cosiddetti avamposti in Area C (quella sotto il controllo integrale di Israele, ndt). Il governo israeliano sovvenziona e offre incentivi, inclusi finanziamenti per la casa, per l’educazione e per le infrastrutture… L’area municipale degli insediamenti rappresenta il 9,3% del territorio della Cisgiordania. Tuttavia, a causa dell’estesa rete stradale dei coloni e delle restrizioni cui sono soggetti i palestinesi nell’accesso alle loro terre, la struttura complessiva degli insediamenti israeliani si estende per più del 40% della Cisgiordania».

Questa è segregazione. È apartheid. Forse vi pesa utilizzare parole come “pulizia etnica”, nonostante le prove evidenti che voi stessi avete presentato: «Prima dell’occupazione israeliana del 1967, si stimava che la popolazione palestinese nella Valle del Giordano si attestasse tra i 200mila e i 320mila abitanti. Nel 2009, questa popolazione ammonta a circa 56mila persone…» (Rapporto Eurep, 2011). Si tratta di pulizia etnica nella sua forma più esplicita. «Gli insediamenti di qualsiasi tipo – formali o informali – sono illegali per il diritto internazionale». Così è scritto nel vostro rapporto. Si viola il divieto di introdurre la popolazione della potenza occupante nel territorio occupato (art. 49 della IV Convenzione di Ginevra), come pure il divieto di appropriazione delle proprietà civili private senza necessità militare (norma 46 del Regolamento dell’Aja del 1907). L’articolo 147 della Convenzione di Ginevra definisce le deportazioni e i trasferimenti a cui si riferisce l’articolo 49 come gravi violazioni del Diritto internazionale umanitario.

UNA CLAMOROSA IPOCRISIA

Viene da chiedersi per quale motivo l’Unione Europea elabori dettagliati rapporti sugli evidenti crimini contro l’umanità commessi da Israele e sull’immenso saccheggio della nostra terra compiuto attraverso bulldozers, tanks e soldati al fine di espellere il nostro popolo. Non capiamo come sia possibile che, nonostante le vostre stesse scoperte, decidiate di ricompensare l’aggressore!

La principale base legale su cui sono organizzate le relazioni tra Israele e Unione Europea è l’“Association Agreement” del 2000, che, all’articolo 2, descrive il rispetto dei diritti umani come «elemento essenziale» di tale accordo, affermando che «le relazioni si baseranno sul rispetto dei diritti umani e sui principi della democrazia che devono guidare la politica interna e internazionale».

L’anno passato, 15mila nuovi coloni israeliani illegali hanno portato il numero totale di coloni a 650mila. Ciononostante, continuate a proporre uno Stato palestinese basato sui bantustan (termine con il quale ci si riferisce ai territori del Sudafrica e della Namibia assegnati alle etnie nere dal governo sudafricano all'epoca dell'apartheid, ndt), in cui viviamo rinchiusi come animali, senza diritto all’acqua, alla libertà di movimento, allo spazio aereo, allo spazio marittimo e senza alcun diritto reale per i sei milioni di rifugiati sparsi nel mondo ai quali i Paesi europei hanno sempre voltato le spalle.

Bisogna sottolineare che questo aumento delle relazioni commerciali è stato congelato quando l’esercito israeliano, il quarto più potente al mondo, ha commesso, alla fine del 2008 e all’inizio del 2009, atrocità che non avete potuto ignorare: il bagno di sangue a Gaza, l’operazione israeliana (nota come Piombo fuso, ndt) che in tre settimane ha ucciso più di 1.400 persone (tra cui più di 340 bambini) e ne ha ferite oltre 5.300, per lo più civili. I palestinesi di Gaza stanno ancora cercando di riprendersi, ma la maggior parte di loro non potrà mai dimenticare: quasi tutti hanno perso almeno un amico o un familiare e il trauma continua a manifestarsi in tutte le fasce di età, specialmente tra i più giovani.

Se la UE è disposta a ricompensare Israele incrementando le proprie relazioni commerciali con questo Paese, ciò significa che ritenete siano stati adeguatamente puniti i responsabili del bagno di sangue sofferto dai civili palestinesi a Gaza e che i loro diritti umani siano ora pienamente rispettati da Israele?

Dal momento che, a quanto pare, non leggete i vostri stessi rapporti, forse possiamo mettervi al corrente del loro contenuto. Nonostante lo stratosferico livello di contaminazione delle colture; nonostante il picco raggiunto in termini di deformità e tumori infantili a causa dell’utilizzo incessante e illegale sui palestinesi di Gaza del fosforo bianco e delle armi chimiche; nonostante la distruzione delle nostre strade e del nostro sistema igienico-sanitario; nonostante le accuse delle Nazioni Unite a Israele per «probabili crimini di guerra e crimini contro l’umanità», non si è celebrato alcun processo in tribunali internazionali, non vi sono state sanzioni, non c’è stato nessun risarcimento da parte di Israele per le 20mila case, scuole, negozi, ospedali, uffici danneggiati o distrutti, e non si è registrato alcun ammorbidimento del blocco medievale che dura da più di 5 anni e che ha mandato in rovina gran parte delle infrastrutture, a causa delle restrizioni all’arrivo di cemento e di materiale elettrico e da costruzione… Nonostante tutto ciò, anche ora Israele continua a punire collettivamente l’intera Striscia di Gaza, violando l’articolo 33 della Convenzione di Ginevra e superando tranquillamente il proprio record di violazioni delle Risoluzioni delle Nazioni Unite.

Gli aiuti che riceviamo dall’Europa non ci liberano dall’oppressione politica. La carità non ha mai liberato una popolazione colonizzata. Il finanziamento militare ad Israele cancella gli aiuti. Undici dei venti principali fornitori di armi a Israele appartengono all’Unione Europea. La Germania ha venduto due sottomarini classe delfino ad Israele proprio mentre quest’ultimo bombardava il Libano, nel 2006, uccidendo più di mille persone. Solo nei primi tre mesi del 2008, la Gran Bretagna ha autorizzato, senza consultare nessuno, esportazioni militari verso Israele per un valore di quasi 20 milioni di sterline (circa 25 milioni di euro, ndt), dotandolo di un arsenale tale da farci saltare in aria un paio di mesi dopo.

Tra le macerie di Gaza, dopo l’Operazione Piombo Fuso, Amnesty International ha trovato etichette con la scritta “Made in France” sui componenti utilizzati per i missili Hellfire. Speriamo che tutto questo denaro abbia fatto comodo al più grande esportatore europeo di armi a Israele. La collaborazione scientifica offerta dall’Unione Europea e i suoi investimenti in Israele sono ancora più gratificanti.

Per completare il quadro, si è reso noto che la struttura finanziata dall’Unione Europea a Gaza ha subìto danni per un valore di 11 milioni di euro durante quei bombardamenti. Prima ancora, da agosto 2001 a novembre 2008, gli attacchi israeliani contro i Territori occupati avevano inflitto danni per un valore di oltre 44 milioni di euro a quanto costruito con i fondi dell’Unione Europea. Come ha fatto Mustafá Barghuti con i parlamentari europei, viene da chiedersi: «Si sentono realmente felici i contribuenti dell’Unione Europea all’idea di dover ricostruire ciò che i contribuenti statunitensi hanno pagato per distruggere?».

Non ci sorprende che un diplomatico europeo abbia trovato difficile occultare l’epica ipocrisia della UE rispetto al nuovo accordo commerciale: «Mi sono stupito per il quadro di relazioni che si offre a Israele, consentendo a tutte le sue richieste, come se niente stesse succedendo…  Dovremmo utilizzare l’incontro (del 24 luglio scorso, ndt) per raggiungere il nostro scopo: che Israele rispetti i suoi obblighi in materia di Diritto internazionale».

L’Europa ha accettato storicamente che Israele, dai suoi albori nel 1948, calpestasse i palestinesi. Con brutale precisione, Israele ci ha sradicato, ci ha umiliato ai checkpoints, ci ha incarcerato senza imputazioni, ci ha privato del nostro patrimonio e dei nostri luoghi di culto, ci ha rifiutato libertà di movimento e la possibilità di vedere le nostre famiglie, ci ha negato acqua e sostentamento, la nostra terra coltivabile, il nostro accesso al mare, i nostri sogni di visitare altri Paesi. E l’Europa si è sempre limitata a guardare. Israele, intanto, agisce. Perché sa che l’Europa abbaia ma non morde.

È ora di ribellarsi. Di alzarsi in difesa dei diritti umani di base.

È troppo chiedere che rispettiate le più elementari esigenze rispetto ai diritti umani nei vostri affari con Israele? Che vi opponiate alle politiche di occupazione, colonizzazione e apartheid? Che ci sia finalmente giustizia e che si possa vivere come uguali, anziché in un sistema di apartheid che ci nega i nostri diritti e le nostre case? La gente guarderà indietro con orrore a questo periodo in cui si infligge un castigo collettivo a un intero popolo, composto per lo più di bambini, permettendo che perduri tutto questo tempo, con la complicità dell’Unione Europea. Ribellatevi ora, rifiutate questo accordo commerciale con Israele e tenete a mente quando e perché gli europei, imponendo sanzioni al regime bianco afrikaner, posero come obiettivo primario i diritti umani. Legittimare l’apartheid era un crimine allora e continua ad essere un crimine anche oggi.

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