Nessun articolo nel carrello

FANFARE A CASERTA PER IL RIENTRO DEI MILITARI DALL’AFGHANISTAN. SOLO PAX CHRISTI PROTESTA

Tratto da: Adista Notizie n° 36 del 13/10/2012

36875. CASERTA-ADISTA. C’era anche il vescovo della città, mons. Pietro Farina, a salutare e a rendere omaggio ai «figli migliori della Patria», ovvero gli oltre 2mila bersaglieri della Brigata Garibaldi, di stanza a Caserta, rientrati in Italia dopo sei mesi di missione militare  (dal 31 marzo al 14 settembre) in Afghanistan. Due giorni di festeggiamenti, il 27 e 28 settembre scorsi, a cui hanno preso parte, le autorità militari e civili (fra gli altri) il sottosegretario alla Difesa Gianluigi Magri, il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, il capo di Stato maggiore dell’esercito Claudio Graziano) e appunto mons. Farina, che quindi ha evidenziato un comportamento diametralmente opposto rispetto a quello del suo predecessore, mons. Raffaele Nogaro, sempre in prima linea contro le cosiddette missioni militari di pace e in particolare contro quella in Afghanistan, nei confronti della quale ha più volte usato parole nettissime di condanna, attirandosi anche le ire del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga che aveva chiesto al papa di cacciare Nogaro (v. Adista nn. 79, 82 e 86/01; 85 e 91/03; 57/05, 55/06, 5/07, 93/09, 79/10). Ma in prima fila c’erano anche alcune dirigenti dell’Unicef, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei diritti dell’infanzia (la vicepresidente nazionale Margherita Dini Ciacci e la presidente provinciale di Caserta Emilia Narciso), e centinaia di alunni e studenti delle scuole casertane, dalle elementari alle medie, deportati dalle aule scolastiche in piazza IV novembre, dove c’è il mastodontico monumento ai caduti, per la cerimonia dell’alzabandiera e poi per un corteo fino a piazza Carlo III, all’ingresso della Reggia.

«Il rapporto di Caserta con la Brigata Garibaldi – ha spiegato il sindaco Del Gaudio – è ultradecennale e si rafforza sempre di più. È bello che siano bambini e soldati a suggellare ancora una volta questa intesa nel segno di valori, come l’appartenenza e l’identità nazionale, che sono alla base del nostro vivere civile». I soldati della Garibaldi, «con il loro insuperabile impegno, hanno dato lustro alla nostra grande Nazione, dimostrando che il soldato italiano non è secondo a nessuno», ha aggiunto con enfasi il generale Luigi Chiapperini, comandante della Brigata.

Assai stupito per la presenza dell’Unicef, il coordinatore di Pax Christi Napoli, Antonio Lombardi. «Non voglio spendere molte parole su questo episodio», ha scritto in una lettera aperta all’agenzia Onu: «Rappresenta solo l’ennesima scelta che contribuisce a comporre il disastro pedagogico che attraversa la società italiana, in particolare la scuola, che anche a Caserta manda gli alunni a battere le mani». «Ai giovani e giovanissimi – scrive Lombardi –, anziché insegnare l’arte della pace ed additare modelli di comportamento nonviolenti, sviluppando un senso critico verso la guerra, le armi, le strutture che delle armi e della guerra hanno fatto il proprio affare (le industrie belliche) ed il proprio lavoro (le forze armate), si continua a spacciare la favola perniciosa del soldato che porta la pace. Che caduta culturale e che vergogna! Persino l’Unicef si orienta a celebrare l’orgia di sangue e soldi chiamata guerra, dimenticando che proprio i bambini sono i più esposti a diventarne vittime. Perché non invitate i familiari dei bambini uccisi in Afghanistan? Perché non chiamate a “festeggiare” i bambini-soldato della Sierra Leone, del Congo, della Liberia, dell’Angola, del Sudan? Avrei apprezzato un vostro comunicato critico e di presa di distanza dai festeggiamenti, in nome di tutti i bambini del mondo: perché la guerra è sempre tetramente uguale a se stessa e i corpi dei bambini giacciono riversi sul terreno anche se la chiamano “missione di pace”. Ma tant’è – conclude Lombardi – dobbiamo annoverare anche l’Unicef tra quelli che esaltano il mondo militare, che con la pace per l’infanzia non ha nulla a che spartire». (luca kocci)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.