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CONVEGNI REVISIONISTI SUL CONCILIO VATICANO II: PAGA IL VESCOVO CIELLINO

Tratto da: Adista Notizie n° 39 del 03/11/2012

36900. MILANO-ADISTA. Nella dialettica che, rispetto alle interpretazioni del Concilio Vaticano II, contrappone i fautori della «ermeneutica della continuità» a quelli della «ermeneutica della discontinuità», il ciclo di incontri promosso dalla Associazione “Alessandro Maggiolini” (il vescovo conservatore di Como morto nel novembre del 2008) e da Alleanza Cattolica (gruppo del tradizionalismo cattolico) e finanziato dal vescovo ciellino di San Marino Luigi Negri sposa senza esitazione la linea della continuità. Anzi si spinge decisamente più in là, in direzione di una lettura revisionista del Concilio, come dimostrano sia i titoli delle relazioni sia soprattutto i nomi e i curricula dei relatori.

Si è cominciato lo scorso 26 ottobre, con l’intervento di Alberto Torresani, docente di Storia della Chiesa alla Università pontificia della Santa Croce di Roma, gestita dall’Opus Dei, collaboratore delle riviste Studi Cattolici (sempre di area Opus Dei), il Timone (mensile tradizionalista «di formazione e informazione apologetica popolare») e Nova Historica, rivista storica di destra diretta da Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto. Il 23 novembre sarà la volta di Andrea Tornielli, vaticanista della Stampa e biografo di Pio IX e Pio XII, che terrà una singolare relazione dal titolo “Sulla via del Vaticano II: Pio XII”. Il 14 dicembre toccherà poi a mons. Agostino Marchetto, già segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, severissimo recensore della Storia del Concilio Vaticano II di Giuseppe Alberigo che bollò come «ideologica», ed autore egli stesso di una contro-storia del Concilio (Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Contrappunto per la sua storia), pubblicata dalla Libreria editrice vaticana (v. Adista nn. 45 e 47/07, 68/10). Il 25 gennaio interverrà Massimo Introvigne (vice presidente di Alleanza Cattolica) e il 22 febbraio don Pietro Cantoni, già lefevriano (venne ordinato prete proprio da mons. Marcel Lefebvre a Ecône, nel 1978), collaboratore di Cristianità, il periodico di Alleanza cattolica, e della rivista tradizionalista Renovatio. E ci saranno anche due curiali: l’8 marzo don Nicola Bux, consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per le Cause dei Santi, che parlerà della «controversa» riforma liturgica; e il 17 maggio – a conclusione del ciclo – l’ultraconservatore card. Raymond Leo Burke, prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica, che interverrà sulla «importanza del Diritto nella vita della Chiesa». Il tutto finanziato da mons. Negri, vescovo di San Marino, uno dei sette vescovi ciellini in servizio in Italia (gli altri sono il card. Angelo Scola, mons. Filippo Santoro, di Taranto, mons. Giancarlo Vecerrica, di Fabriano-Matelica, mons. Vincenzo Orofino, di Tricarico, mons. Michele Pennisi, di Piazza Armerina, e il neonominato vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca, v. Adista Notizie n. 36/12), che è anche stato nominato da Benedetto XVI delegato al Sinodo dei vescovi, appena terminato.

L’obiettivo “revisionista” del ciclo di incontri è esplicitato dagli organizzatori: fare piazza pulita della «cattiva ermeneutica» che ha interpretato il Concilio come evento di rottura con la Tradizione e rilanciare invece l’ermeneutica della continuità – proclamata dallo stesso Ratzinger durante il discorso alla Curia romana del 22 dicembre 2005 –, senza timore di essere segnati «col marchio infamante di “preconciliari”»; «tradizionalisti ribelli» o «integralisti». «E poiché tra i “distillati di frodo” dal Vaticano II c’è anche il principio che nessun errore può essere condannato nella Chiesa a meno di peccare contro il dovere della comprensione e del dialogo – scriveva il card. Giacomo Biffi in un testo del 1984 rilanciato dai promotori degli incontri –, nessuno osa più denunciare con vigore e con tenacia i veleni che stanno progressivamente intossicando il popolo di Dio». (luca kocci)

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