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Un benservito da 370 metri quadri.  L'alloggio del pensionato cardinale di Madrid

Tratto da: Adista Notizie n° 15 del 25/04/2015

38089 MADRID-ADISTA. Appartamento di lusso per l'arcivescovo emerito di Madrid, card. Antonio María Rouco Varela, pensionato da fine agosto 2014. Valutato 1 milione e 700mila euro, situato in calle Bailén, confinante con la cattedrale La Almudena, a poche decine di metri dalla sede dell'arcivescovado, ha un'ampiezza di 370 metri quadri, restaurati per lui con una spesa a carico della diocesi, proprietaria dell'immobile, che andrebbe dai 370mila ai 500mila euro (le fonti non son concordi). Ne ha preso possesso nel febbraio scorso, insieme al “gadget” di una nuova automobile. Che sia stato l'unico modo per convincerlo a lasciare le stanze dell'episcopio da lui legittimamente abitate prima del pensionamento? Perché, a quanto risulta, lì avrebbe voluto rimanere, malgrado l'insediamento del nuovo vescovo madrileno, Carlos Osoro (avvenuto il 25 ottobre 2014). Comunque non è il solo a godere degli agevoli spazi e della terrazza con vista mozzafiato su Madrid: insieme al cardinale vivono ben due religiose e un segretario.

«Quando gli dèi vogliono distruggere un uomo, per prima cosa lo fanno impazzire. Non ho altra spiegazione per le ultime decisioni di Rouco», ha commentato citando Euripide il sacerdote e saggista madrileno Carlos F. Barberá, secondo quanto riporta El País del 13 aprile. Il quale riferisce sia di un non meglio precisato «stupore della gerarchia», sia della difesa delle scelte dell'arcivescovo emerito pronunciata dal presidente della Conferenza episcopale spagnola, card. Ricardo Blázquez, arcivescovo di Valladolid. Questi, «con evidente incomodo» osserva il quotidiano, il 3 aprile alla Radio Nazionale ha detto: «Rouco ha bisogno di una casa con certe qualità e comodità perché è una persona importante nella Chiesa e nella società e, come tale, deve invitare diverse personalità ed avere una degna infrastruttura per accoglierli con la normalità che si richiede». Nell'ambito della stessa dichiarazione ha chiesto che «la Chiesa sia povera e per i poveri».

In Vaticano, invece, stando alle affermazioni del direttore di Religión Digital, José Manuel Vidal, c'è molta irritazione: «Sono scandalizzati. Mi consta che ci sono state pressioni ad alto livello perché [Rouco] facesse marcia indietro. Ma egli considera che, con tutto quello che ha fatto per la Chiesa spagnola, ha diritto e al palazzo e alla macchina».

Fedeli e sacerdoti sono un po' più che irritati. Chiamano Rouco Varela «el cardenal okupa» e stanno promuovendo una raccolta di firme per chiedere al vescovo Osoro e al nunzio Renzo Fratini di mettere un alt a «questa situazione scandalosa». Tanto si legge nell'ultrafrequentato portale Fe Adulta, promosso da sacerdoti, religiosi (alcuni gesuiti), religiose e laici. «Che smentiscano queste informazioni. Se sono vere, che Rouco abbandoni la residenza di lusso», è la sollecitazione della direttrice del portale, Inmaculada Calvo Torrejón.

La vicenda ha indignato già in febbraio anche un settimanale calmo e riflessivo come quello della congregazione marianista, Vida nueva (n. 2.931). È titolato “Non è un luogo per cardinali” il commento del caporedattore José Lorenzo, che chiede: «Non aveva un posto più discreto per ritirarsi? Com'è che nessuno lo ha avvertito della vergona che gli sarebbe caduta addosso e del danno di immagine per tutta la Chiesa? Non è che avrebbe dovuto vivere sotto un ponte, ma a sua disposizione aveva alternative ugualmente degne, ma più conformi a quella Chiesa povera e per i poveri che papa Francesco reclama e prima ancora il Vangelo consacra».

Redes Cristianas (che riunisce 200 organismi attivi e prestigiosi fra i quali l'Associazione dei Teologi “Giovanni XXIII”, il Foro di Preti di Madrid, le Comunità popolari, la Federazione di Donne e Teologia, il movimento per il Celibato Opzionale e l'associazione Cattoliche per il Diritto a Decidere) il 24 marzo ha chiamato ad una «pubblica riprovazione» per uno «sproposito» che merita «denuncia profetica e un escrache [forte protesta davanti alla sede di chi si intende criticare], almeno intellettuale». «È grave – aggiunge Redes Cristianas – che la Conferenza episcopale, nel contesto della depressione che sta attraversando il Paese, ha mantenuto uno scrupoloso silenzio e che qualche vescovo sia arrivato a giustificare pubblicamente questa corbelleria». È «scandaloso» che «si faccia passare questa idiozia come riconoscimento della diocesi ai servizi prestati dal cardinale. Strana esigenza che ha poco a che vedere con l'umiltà e il servizio cui chiama il Vangelo. Questo ci dimostra che alcuni vescovi non sono arrivati a capire il fenomeno della “mondanità” contro la quale fa appello papa Francesco e che, secondo il papa, “si nasconde dietro le apparenze di religiosità e anche di amore per la Chiesa”, ma che è invece “un modo sottile di fare 'i propri interessi e non quelli di Gesù Cristo'” (Evangelii gaudium, 93)». 

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