Nessun articolo nel carrello

Ambiente/Economia - Parole forti, politiche deboli

Ambiente/Economia - Parole forti, politiche deboli

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 21 del 06/06/2015

Si sono di recente svolti due importanti incontri sui disastrosi effetti dei cambiamenti climatici e sull'urgente necessità di porre ad essi rimedio: il IV Simposio internazionale dei premi Nobel sulla sostenibilità globale tenutosi a Hong Kong dal 22 al 25 aprile e il convegno della Pontificia Accademia delle Scienze che ha avuto luogo in Vaticano dal 28 al 29 dello stesso mese con la partecipazione di leader religiosi di tutto il mondo e di personalità della politica fra le quali il Segretario dell'Onu Ban Ki-moon e il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella (v. Adista Documenti n. 18/15, ndr). 

Nel Simposio di Hong Kong è stato affermato che molti Paesi spendono somme enormi per difendersi da altre Nazioni, mentre il peggiore nemico comune è il cambiamento climatico che, se non efficacemente mitigato, farà crescere entro la fine del secolo il riscaldamento globale di quattro gradi centigradi con effetti devastanti sulle città. E sulla stessa linea si è mosso il convegno vaticano conclusosi con una dichiarazione finale nella quale i cambiamenti climatici indotti dall'essere umano vengono definiti una realtà scientifica che impone a chi regge le sorti dell'umanità l'imperativo morale di mitigarne le conseguenze. Il medesimo documento avverte poi che il Vertice di Parigi sul clima, previsto per la fine dell'anno, potrebbe essere l'ultima possibilità di concludere accordi per contenere entro i due gradi centigradi la crescita del riscaldamento indotto.

Voci altrettanto autorevoli si levano nel mondo contro un altro nemico dell'umanità, quel sistema economico che condanna all'emarginazione immense masse della popolazione mondiale. Quell'economia dell'esclusione di cui parla il papa denunciando la «cultura dello scarto» che provoca inammissibili disuguaglianze sociali e alimenta la violenza. Un'ideologia che sostiene l'autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, che nega il diritto dei poteri pubblici di vigilare per la tutela del bene comune e che instaura regimi autoritari mascherati da democrazie esclusivamente formali.

L’iniquità di tale sistema risulta documentata dal fatto che mentre il debito pubblico dell'intero pianeta ha superato i 100mila miliardi di dollari a fronte di un prodotto interno lordo globale di non più di 70mila miliardi, la ricchezza mondiale privata – secondo gli attendibili dati forniti dal Global Wealth Report 2014 del Credit Suisse – ha raggiunto nel 2013 l'enorme somma di 263mila miliardi di dollari, la cifra più alta di tutti i tempi, con una scandalosa distribuzione così specificata: il 41% nelle mani dell'1% della popolazione, l'86% in quelle del 10% e soltanto l'1% della ricchezza lasciata alla metà più povera del Pianeta. In cima alla piramide si trovano 128mila individui (triplicati rispetto al 2000) con un patrimonio netto superiore ai 50 milioni di dollari (circa 40 milioni di euro) dei quali 3.322 (il 2,6%) vivono nel nostro Paese che occupa il sesto posto di questa classifica.

L'aggressione all'ambiente e un'economia di rapina sono i due grandi crimini di "lesa umanità" che stanno addensando sul nostro futuro nere nubi foriere di drammatici eventi. A chi attribuire le responsabilità di tale situazione? Perché gli interessi, le ideologie e i programmi che sono all'origine di quanto accade non vengono specificatamente indicati? Il fatto è che una ristretta cerchia di individui, stimata in non più di 7mila persone, decide le sorti dell'intera popolazione mondiale calcolata oggi in circa 7 miliardi di individui. Un'elite costituita da soggetti, in prevalenza titolari di poteri finanziari ed economici talvolta occulti, che formano la cabina di regia dell'attuale sistema, influenzano gli orientamenti della gente e controllano i mercati. Una minoranza che ha messo le mani sul mondo, che cerca di svuotare di contenuti sostanziali le democrazie e che ha privato la politica della necessaria autonomia decisionale. È insomma il trionfo disperato e disperante del capitalismo neoliberista permanentemente in crisi perché si infrange contro gli insuperabili ostacoli costituiti dalla sua insostenibilità ecologica (dovuta al progressivo esaurirsi delle risorse e alla crescente intollerabilità delle emissioni nocive), dalla sua insostenibilità sociale (determinata dalle crescenti disuguaglianze e dall'aggravarsi delle povertà) e dalla sua insostenibilità finanziaria (causata dalla pretesa di fare ricorso, nel presente, a risorse ancora inesistenti accendendo debiti verso un futuro che nulla promette di buono).

Mentre nel mondo si moltiplicano gli appelli alla politica perché, ritrovando se stessa, ponga rimedio ai problemi del degrado ambientale e della povertà e mentre il pontefice si appresta a pubblicare (probabilmente il prossimo 5 giugno in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente) una importante enciclica per condannare le violenze contro la natura collegandole a quelle in danno di diritti umani fondamentali, nel nostro Paese il governo appare poco attento ai drammi dell’intera umanità che sono anche – eccome – piaghe dolenti della nostra comunità. Una politica debole e priva di forti tensioni etiche che rischia di consumarsi in un dinamismo fine a se stesso in una situazione bloccata perché nel panorama politico italiano non si scorge ancora una forza capace di farsi carico delle grandi domande di autentico cambiamento interpretate da autorevoli personalità della cultura e della scienza, da prestigiosi consessi internazionali e da profetiche voci morali e religiose. E senza la capacità di ispirarsi a grandi ideali e a grandi valori è difficile mettere in campo progetti che finalmente diano attuazione a quella rigeneratrice "rivoluzione" pacifica delineata dalla nostra Costituzione.

Michele Di Schiena è presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione

 

* Immagine del CGIAR Climate, tratta da Flickr, licenzaimmagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.