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Il tempo dell'azione. Le prospettive dei movimenti popolari dopo l'incontro con il papa

Il tempo dell'azione. Le prospettive dei movimenti popolari dopo l'incontro con il papa

Tratto da: Adista Documenti n° 41 del 26/11/2016

DOC-2824. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. È una preziosa occasione per confrontarsi e auto-organizzarsi quella che papa Francesco ha voluto offrire alle organizzazioni degli esclusi del mondo, indipendentemente da ogni appartenenza confessionale, esprimendo così tutto il suo sostegno alla lotta degli ultimi contro la “tirannia del denaro”. È da qui che deriva l'importanza dell'Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, quel percorso di dialogo permanente costruito dal papa insieme ad alcuni importanti leader sociali – attorno alle tre grandi tematiche della Terra, della Casa e del Lavoro – di cui si è svolta, dal 2 al 5 novembre, la terza edizione (v. Adista Notizie n. 40/16). A due anni dal primo storico incontro in Vaticano (nell'ottobre del 2014), quando più di 100 delegati – appartenenti a quella ricca galassia di forme di auto-organizzazione riconducibili in vario modo alla categoria dell'economia informale – erano stati invitati a Roma con il compito di riflettere sulle cause strutturali dell'esclusione e sui modi per combatterle, e ad un anno dal secondo incontro di Santa Cruz de la Sierra, svoltosi durante il viaggio del papa in Bolivia, circa 200 delegati e delegate dei movimenti popolari di tutti i continenti si sono nuovamente riuniti a Roma, ampliando il dibattito al tema della crisi dello Stato e della democrazia rappresentativa e a quello, sempre più decisivo, della difesa dei beni comuni. Un processo che, questa volta, ha potuto contare anche su una maggiore partecipazione dei movimenti italiani, rappresentati da due delegati “ufficiali”, Daniele Amorati di Mondeggi Bene Comune e Consiglia Salvio del Comitato Acqua Pubblica di Napoli, nonché da diversi altri osservatori, ma presenti anche nella festa di chiusura del 5 novembre, culminata con il discorso di papa Francesco: un evento che il papa ha voluto estendere a un grande ventaglio di organizzazioni italiane, mettendo per questo a disposizione l'Aula Paolo VI, ma che può dirsi solo parzialmente riuscito, non avendo gli organizzatori centrato l'obiettivo di assicurare un reale coinvolgimento delle reti e delle campagne attive sul nostro territorio (cfr. pag. 7). 

In ogni caso, al di là dell'indubbia importanza del percorso di dialogo avviato con il papa – e che avrà di certo un seguito -, i movimenti popolari sono attesi da una sfida maggiore: quella – di cui, alla chiusura dell'incontro, ci ha parlato il leader del Movimento dei Senza Terra-Via Campesina João Pedro Stedile (che, peraltro, dell'Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari è uno dei membri del Comitato Organizzativo) – di creare un processo di articolazione su scala mondiale che vada oltre l'obiettivo, pur necessario, di delineare programmi unitari, per condurre i movimenti popolari «a sviluppare azioni e mobilitazioni che, a livello internazionale, affrontino realmente i problemi provocati dal capitalismo». 

Quanto ai movimenti italiani, che in molti vedono afflitti da un calo generalizzato di partecipazione e da una frammentazione crescente, Consiglia Salvio, da noi intervistata al termine della tre giorni dei lavori, esprime una visione più positiva, evidenziando come, piuttosto che di frammentazione, si tratti di un impegno diversificato in innumerevoli lotte in difesa del territorio: «In presenza di criticità fortissime, anche internazionali – afferma –, ci ritroviamo tutti a rispondere all'appello, ma poi ciascuno è chiamato a lavorare sul proprio territorio. E ogni territorio ha le sue battaglie». Né, sostiene, è il caso di allarmarsi quando c'è una flessione in termini di partecipazione, «perché è proprio la vita che è fatta di alti e bassi». Ma, questo sì, bisogna «“fare movimento” tra la gente, parlare, istruire e coinvolgere», perché, quando sono coinvolte – «è la storia che ce lo ha insegnato» –, le persone rispondono con grandissimo entusiasmo.   

Vi proponiamo le interviste a João Pedro Stedile e a Consiglia Salvio.

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