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Libri. La “rivoluzione teologica” di Teilhard de Chardin

Libri. La “rivoluzione teologica” di Teilhard de Chardin

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 33 del 29/09/2018

Nel passato il pensiero di Teilhard de Chardin fu ostacolato, anzi – con il Monitum – vietato, perché appariva strano, sostanzialmente eretico, panteista, etc; oggi si sta rivalutando e accettando, sotto le spinte culturali e pastorali attuali, come il pensiero giusto per la comprensione e la trasmissione del buon-messaggio, dell'evangelo (sarà forse anche possibile l'abolizione del Monitum).  Ma c'è il rischio di un'accettazione limitata alle espressioni più suggestive e mistiche, più facilmente in accordo con la sensibilità attuale: ecosofia, noosfera come internet (che invece è tutt'altro), “femminino” come energia della crescita, Cristo «sempre più grande», cosmogenesi e big-bang, «amorizzazione», «messa cosmica», ecc. In realtà il pensiero, o meglio le intuizioni, le prospettive, le illuminazioni teologiche – che Teilhard derivò dallo studio della natura e dalla riflessione sulle Scritture – rappresentano un ribaltamento di paradigma teologico, una vera rivoluzione (rispetto a cui quella copernicana appare quasi un cambio di coordinate matematiche... come diceva Galileo ai suoi giudici).  All'analisi ed esposizione di questa “rivoluzione teologica” è dedicato il libro di Paolo Trianni recentemente edito per i tipi del Messaggero di Padova (Trianni è già autore de Il Cristo di tutti, dedicato all'analisi del pensiero di TdC nei riguardi delle religioni orientali).         

L'Autore presenta anzitutto la vicenda umana del gesuita paleontologo, le sue esperienze e relazioni fondanti: rapporto con la concretezza costruttiva della materia, con la sollecitazione alla crescita della sofferenza, con l’ispirazione anche spirituale che viene dal mondo femminile, esperienza delle difficoltà ed opposizioni subite, mantenimento di un costante impegno sacerdotale e fedeltà alla Chiesa. Affronta poi in modo nuovo il pensiero teilhardiano, evidenziando come questo si configuri in una proposta teologica simile ad un vero sistema, in quanto coinvolge e mette in connessione tutte le discipline teologiche. A mo' di esemplificazione: teologia della natura e della storia, cristologia, ecclesiologia, mariologia (!), morale, mistica, missiologia. Nel libro sono presentate le implicazioni che su ognuna ha la concezione evolutiva della vicenda umana.        

La prima rivoluzione è che Teilhard non parte tanto dalla Bibbia, ma a essa risale tramite lo studio e l'amore per la Realtà umana, in generale, per il Cosmo. Nocciolo della sua concezione è che il “Bene” non è “all'origine” di una vicenda umana che lo ha rifiutato con il cosiddetto Peccato Originale, ma è piuttosto “alla fine” di un’evoluzione umana che lo “costruisce”, anche in mezzo e per mezzo della sofferenza. Quindi la Morte non come «condanna frutto del peccato», ma come «via di accesso ad una sfera sovrumana di autocoscienza di personalità: morte come nuova nascita» (L'energia umana).  Rivoluzione di pensiero che offre finalmente una spiegazione – per quanto sia possibile, e comunque migliore di quante tradizionalmente proposte – del problema del male e della sofferenza, «il problema dei problemi». Nell'ambito teologico forse più importante – la cristologia – la rivoluzione teilhardiana significa il passaggio da una concezione «amartiocentrica» (passione di Cristo come riparazione del peccato) a quella «cristocentrica» (condivisione fino alla morte, «alla morte di croce», di Cristo allo sforzo dell'umanità di evoluzione dall'iniziale dolorosa imperfezione. Cristo è il motore ed il mezzo tramite cui il processo evolutivo cosmico giunge a compimento. Cristo è colui che porta e sopporta il peso del mondo in evoluzione. Evoluzione sostenuta dalla sacramentalità, in particolare dall'Eucarestia: la consacrazione eucaristica viene estesa alla vita cosmica e la durata della creazione è il tempo richiesto per tale consacrazione: tutto il tempo occorrente per il cammino dal molteplice, dispersivo, “peccaminoso” stato iniziale al raggiungimento dell'Uno, Cristo Omega. Alcuni temi andranno certo approfonditi, come cosa significhi, oggi, “peccato originale”, quale sia la dimensione – storica o metastorica – della noosfera, se il male sia “sottoprodotto” dell'evoluzione o “stato” da cui la creazione si libera (v. Rm, 8). Punti che Teilhard stesso non ha del tutto precisato e su cui aspettiamo da Trianni un'ulteriore ricerca.       

* Edmondo Cesarini  è membro della sezione romana dell’assocazione nazionale Teilhard de Chardin  

* Parte del fronte di copertina del libro di Paolo Trianni, Teilhard de Chardin. Una rivoluzione teologica, Edizioni Messaggero Padova (2018), tratto dal sito dell'editore

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