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Laicità, vecchia storia…

Laicità, vecchia storia…

Tratto da: Adista Documenti n° 12 del 30/03/2019

Di laicità parlano tutti: i partiti, i giornali, persino la Chiesa. Nessuno afferma di essere clericale o confessionale, settario o dogmatico. Tutti, anzi, asseriscono di fare della laicità la propria stella polare. Ma la laicità è tanto proclamata quanto poco praticata, nella vita civile e nella dimensione politica in particolare. Partiamo quindi dal tema della laicità per inaugurare una serie di numeri speciali, realizzati dall’associazione “Officina Adista”, sul tema: "Conoscere, capire, scegliere. Le parole del nuovo millennio". Speciali che intendono approfondire, al di là del senso comune e di una pubblicistica spesso ostile e mistificante, alcune parole cruciali, che si riferiscono, oltre alla laicità, ad altri temi di enorme portata: immigrazione, cooperazione, diritti civili. La collana è finanziata con il contributo dell’8 per mille della Tavola Valdese. Un grazie alla Chiesa valdese, dunque. Ma soprattutto grazie a voi che ci leggete, che ci sostenete con ostinazione e generosità. 

Nella mia infanzia ho conosciuto due mondi che si sono combattuti mentre imparavano a convivere: la scuola laica e la scuola cattolica, il sindaco comunista e il prete.

La Chiesa cattolica in Francia è stata lenta nell'entrare nella logica della laicità e accettarla. Quella tra Chiesa e laicità è la storia di una vecchia coppia con una relazione pericolosa. Una coppia che si separò, che si ritrovò, soprattutto ai tempi della Grande guerra del 1914-18. E che oggi è una coppia pacificata, che ha imparato a rispettarsi reciprocamente.

Secolarismo e valori repubblicani

Ho scoperto con ammirazione che il secolarismo rivendica l’autonomia dell'individuo, in virtù della sua ragione e della sua coscienza.

Mi sentivo attaccato ai valori repubblicani: libertà, uguaglianza, fraternità. Libertà di coscienza, uguaglianza tra i cittadini, fraternità tra gli umani mi ha parlato di Vangelo. Ogni cittadino ha il diritto di credere o di non credere. Questa libertà di credere o di non credere è per tutti. Non è tolleranza, è rispetto. C'è uguaglianza tra credenti e non credenti, sullo stesso piano.

Le religioni in Francia sono sullo stesso piano. Non sono finanziati dallo Stato. Tutta la proprietà appartenente alla Chiesa cattolica nel 1905, è diventata proprietà statale: cattedrali, chiese, abbazie, vescovadi... Spetta allo Stato mantenere tutti questi luoghi. Un bel regalo alla Chiesa!

Religione e cittadinanza

Il secolarismo presuppone che i cittadini siano prima di tutto uomini e donne, prima di essere credenti o non credenti. La fede religiosa viene dopo. Ed è una scelta personale.

Non siamo credenti prima di essere cittadini. Essere un credente presuppone una libera adesione a una religione. Questa scelta può essere fatta solo se abbiamo il diritto anche di non farla.

Dimensione sociale della religione

La fede appartiene alla sfera privata, ma la religione è anche un fatto collettivo, che non può essere ignorato. La fede non è solitaria. È trasmessa, è celebrata, vive in comunità. Dà vita al culto con liturgie e assemlee comunitarie. È impossibile che il potere pubblico agisca come se le religioni non esistessero. I rapporti sono codificati, generando cappellanie in prigioni, ospedali, istituzioni educative e consentendo l’edificazione di luoghi di culto.

La laicità non può essere ridotta alla neutralità. In occasione del saluto di Capodanno, il sindaco del 5° arrondissement di Parigi ha invitato i leader religiosi presenti sul suo territorio. Questo è l'esempio del secolarismo aperto.

Una domanda

In uno Stato laico e democratico, in che misura una Chiesa, una religione, ha il diritto di parlare, di formulare un giudizio, di formulare richieste, di essere una forza di proposizione? Può essere una forza di opposizione?

Da vescovo di Evreux, ho avuto l'opportunità di prendere posizione contro l'arma atomica del mio Paese, contro la ripresa dei test nucleari nel Pacifico. Nel 1994, ho scritto un libro contro le leggi sull'immigrazione del Ministro degli Interni: Rush against exclusion. Il ministro ha cercato di farmi causa. Il presidente della Conferenza episcopale mi ha sconfessato, ma è intervenuto con il ministro in modo che questo processo non avesse luogo.

Una sfida

L'islam di Francia è compatibile con la laicità? La comunità islamica è ormai radicata, visti i 5 milioni di musulmani. Fa parte del paesaggio francese.

È compatibile con la modernità, con la democrazia, con i valori della Repubblica? Personalmente credo di sì. Ma per affermarlo con certezza è necessario verificare questa fiducia nei fatti. Ci vorrà molto tempo. Ci saranno tensioni, conflitti, lotte. Ma non è quello che è successo anche con la Chiesa cattolica? Abbiamo tutti una parte di responsabilità nel far fronte a questa sfida. Se riusciremo, sarà un segnale forte per gli altri Paesi in cui l'Islam è dominante. 

Vescovo titolare di Partenza (diocesi senza territorio) ed ex vescovo di Evreux, Jacques Gaillot  è stato allontanato nel 1995 da Giovanni Paolo II a causa della sua pastorale scomoda e di frontiera.

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