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Famiglia di Maria /1: ecco perché è commissariata

Famiglia di Maria /1: ecco perché è commissariata

Tratto da: Adista Notizie n° 3 del 28/01/2023

41339 ROMA-ADISTA. Confusione tra foro interno e foro esterno, tra ruolo spirituale e amministrativo; culto cieco e incondizionato del fondatore; manipolazione mentale, annullamento delle personalità e delle coscienze; mistificazione della narrazione spirituale; emarginazione di chi dissente, potere assoluto sui singoli individui: sarebbero queste le ragioni – forse non tutte – che hanno originato il provvedimento vaticano di commissariamento della comunità Pro Deo et Fratribus-Famiglia di Maria e del suo braccio sacerdotale, l’associazione pubblica clericale Opera di Gesù Sommo Sacerdote (v. Adista Notizie n. 44/22 e Adista online 31/12/22), e la rimozione dal suo ruolo del presidente e direttore spirituale p. Gebhard Paul Maria Sigl, sul quale peserebbe la responsabilità della situazione. La Comunità oggi conta oltre 60 sacerdoti, 30 tra seminaristi e “fratelli laici”, 200 “sorelle apostoliche” e famiglie di 11 Paesi: Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Olanda, Slovacchia, Repubblica Ceca, Russia, Kazakistan e Uruguay. La sua spiritualità, si legge sempre sul sito della comunità, si fonda su «amore per Maria, spirito eucaristicosacerdotale e fedeltà al papa».

Il commissariamento pro tempore ha fatto seguito alla visita apostolica condotta nel 2021 dal vescovo emerito di Bari mons. Francesco Cacucci, ed è stato affidato il 1° giugno 2022 al vescovo ausiliare di Roma mons. Daniele Libanori e, per la parte femminile, alla religiosa suor Katarina Kristofová, nell’attesa di comprendere quale sarà il futuro della comunità e dei suoi membri. Una vicenda su cui vige il massimo riserbo, data anche l’alta protezione di cui gode la comunità in Vaticano, ma i cui contorni si stanno delineando con più precisione, grazie al contributo fondamentale di testimoni e vittime con cui siamo venuti in contatto. Una vicenda le cui radici risalgono lontano nel tempo, all’origine stessa della comunità, già pervasa di aberrazioni settarie e illeciti canonici perpetrati da personalità controverse o deviate. Una vicenda di cui occorre raccontare la storia perché fa luce sui contesti e le dinamiche delle derive settarie e degli abusi di potere, spirituali e psicologici, quando non anche sessuali, in tanti movimenti e nuove comunità: sarebbero circa 40 le realtà ecclesiali sotto la lente d’ingrandimento del Vaticano in questo periodo.

La potenza oscura del controverso Hnilica

A fondare la comunità Pro Deo et Fratribus (solo in seguito chiamata Famiglia di Maria) è, nel 1968, il gesuita mons. Pavel Hnilica, ordinato e consacrato vescovo in clandestinità nell’allora Cecoslovacchia comunista, poi, dopo il Concilio Vaticano II, sollecitato da Paolo VI a occuparsi dei cattolici nell'Est Europa e braccio destro di Giovanni Paolo II per tutto ciò che riguardava il sostegno (anche economico) a quelle Chiese: su suo mandato, nel 1984 consacrò la Russia al cuore e immacolato di Maria, su “dettato” delle apparizioni di Fatima. Hnilica è un personaggio controverso. Nel libro di Ferruccio Pinotti e Giacomo Galeazzi Wojtyla segreto, del 2011, vengono ricostruiti in modo minuzioso i passaggi delle ingenti quantità di denaro che dallo Ior e dal Banco Ambrosiano, proprio attraverso organizzazioni come la Pro Deo et Fratribus (utilizzata dal Vaticano e dalle intelligence occidentali), venivano trasferite in Polonia o verso le organizzazioni anticomuniste del Centro e Sudamerica. Proprio in relazione al caso IOR/Banco Ambrosiano e alla vicenda della valigetta di Roberto Calvi Hnilica è stato un personaggio centrale: fu condannato in primo grado nel 1993 per ricettazione: aveva emesso due assegni in bianco in cambio di documenti che avrebbero potuto dimostrare l’innocenza del Vaticano nel fallimento del Banco Ambrosiano; fu poi assolto in Cassazione nel 2000, avendo agito, secondo quanto asserito dalla pm Maria Monteleone, per non compromettere l'onore del papa e del Vaticano. Nel 1989, era stato trovato in possesso di documenti del Sismi riguardanti gli ultimi giorni di Calvi. Fu amico stretto di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, di madre Teresa di Calcutta, e di Werenfried van Straaten, che nel 1947 aveva dato vita alla fondazione internazionale “Aiuto alla Chiesa che soffre”, e che fu candidato alla beatificazione fino all’emergere di un’accusa di abusi sessuali (v. Adista online, 11/2/21). Hnilica fu anche al centro di vari movimenti controversi (come l'Opus Angelorum e l’Armata Bianca, v. Adista Notizie n. 90/2010), e il suo nome compare spesso legato ad apparizioni mariane di dubbia natura: nel pieno della guerra bosniaca, con il calare dei proventi del santuario di Medjugorje, tentò di creare una realtà analoga negli Stati Uniti, in Colorado, sponsorizzando le visioni della veggente Theresa Lopez e organizzando con lei dei tour che inizialmente fruttarono 50 milioni di dollari all'anno. Durò poco: nel 1991 l'arcivescovo di Denver James Stafford dichiarò le visioni non sovrannaturali.

Torniamo alla comunità. Dopo il crollo dei regimi comunisti, all’inizio degli anni ‘90, Hnilica “rifonda” la Pro Deo et Fratribus sulle ceneri dell’«Opera dello Spirito Santo» (OSS), una comunità fondata nel 1972 dal prete austriaco, all’epoca 52enne, Josef Seidnitzer – personaggio tragico e complesso, condannato al carcere tre volte tra gli anni ‘50 e ‘60 dai tribunali austriaci per abusi sessuali seriali – e dal suo “pupillo” 23enne Gebhard Paul Maria Sigl, suo braccio destro fino alla morte (Seidnitzer muore nel 1993). Quando l’Opera dello Spirito Santo fu dissolta nel 1990 per gravi problemi (v. notizia seguente), Hnilica raduna attorno a sé alcuni “sopravvissuti” offrendo loro la prospettiva di una nuova vita comunitaria a Roma: la “nuova” Famiglia di Maria.

*Foto da Unsplash, immagine originale e licenza 

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