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A noi proseguire il cammino

A noi proseguire il cammino

Tratto da: Adista Documenti n° 27 del 29/07/2023

Qui l'introduzione di questo testo. 

«Fate i conti – disse una volta con il suo caldo, inimitabile slang – io ho già vissuto più da vescovo che da uomo».

Una vita vissuta tanto da vescovo, ma poco nel palazzo. Perché padre Luigi, come piaceva farsi chiamare, ha abitato molto di più la strada. È sempre stato in mezzo alla gente, per ascoltarla, e agli ultimi, per accompagnarli.

Negli anni Sessanta marciò con gli operai dell’Olivetti licenziati, si candidò a sostituire Aldo Moro nella prigionia delle Br, andò a Sarajevo sotto le bombe insieme a Tonino Bello per dire l’ennesimo no alla guerra.

Ha marciato con i poveri e per i poveri, ha testimoniato la pace nelle zone di guerra. Ha tenuto posizioni, scomode, indigeste a tanta parte delle gerarchie ecclesiastiche, sul terreno dei diritti e della libertà.

Ha sognato per tutta la vita l’avverarsi della chiesa del Concilio Ecumenico Vaticano II, lui, uno dei pochissimi che ha potuto ancora raccontarlo, per avervi partecipato. Una Chiesa aperta, vicina alla gente, una Chiesa al servizio: “la Chiesa del grembiule”, come l’avrebbe definita il suo amico Tonino Bello.

Padre Luigi, come oggi più volte ci sollecita papa Francesco, ha testimoniato un cristianesimo della gioia, un cristianesimo colorato e festoso. Chi lo ha ascoltato sa che in ogni incontro, irresistibilmente, doveva spezzare il filo raccontando qualche barzelletta. «È per questa mia debolezza – ironizza – che non ho fatto carriera».

E continua: «Quando Dio ha creato il mondo ha detto: “Guarda, mi piace un mondo in cui ci sia anche Luigi Bettazzi… È un tipaccio, ma mi va anche bene così”. E questa cosa l’ha pensata per ciascuno di noi. Questa è la grande luce in cui siamo, anche in mezzo a tante difficoltà».

E ancora: «A volte faccio come quel contadino del curato d’Ars. Quel contadino andava in chiesa e stava lì…e allora il curato una volta gli disse “Senti, ma tu cosa fai quando vai in chiesa e stai lì davanti all’altare ?” “Io lo guardo e Lui mi guarda”».

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