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L'Europarlamento vota la Direttiva anti-inquinamento. I mal di pancia delle destre

L'Europarlamento vota la Direttiva anti-inquinamento. I mal di pancia delle destre

Con 363 sì e 226 no (46 gli astenuti), lo scorso 13 settembre il Parlamento Europeo ha approvato il testo, più radicale di quello proposto dalla Commissione, della revisione della direttiva Ue sulla qualità dell’aria che intende imporre un miglioramento degli standard europei a fronte delle circa 300mila morti premature (50mila nella sola Italia) che si registrano ogni anno a causa dell’inquinamento. Il provvedimento impone il raggiungimento, entro il 2035, di limiti rigorosi alla presenza di agenti inquinanti nell’atmosfera (come polveri sottili PM2.5 e PM10, diossido di azoto, anidride carbonica, anidride solforosa e ozono), definendo percorsi, forme di controllo e obbligo al risarcimento dei cittadini danneggiati. L’abbassamento dei limiti per gli agenti inquinanti entro il 2035 rappresenta solo il primo passo mosso su un percorso ben più lungo e ambizioso che intende allineare l’Europa alle raccomandazioni dell’Oms in materia di qualità dell’aria: l’obiettivo resta infatti l’azzeramento entro il 2050 degli inquinanti nocivi per l’uomo e per la natura.

Il testo della Direttiva votato dall’Europarlamento proseguirà il suo iter verso il negoziato con i 27 governi rappresentati al Consiglio Europeo prima della sua definitiva approvazione.

Ora un atto di responsabilità!

Con una nota del 15 settembre, Legambiente saluta con favore l’approvazione della revisione della direttiva sul tetto agli inquinanti, definendola «un primo passo che va nella giusta direzione». Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha lanciato poi un appello alle istituzioni italiane: «All’Italia e agli europarlamentari chiediamo un atto di responsabilità, al Governo Meloni e alle istituzioni locali un impegno serio e concreto nel contrastare l’inquinamento atmosferico, una piaga cronica che mette sotto scacco le città della Penisola a partire da quella dell’area del bacino padano».

La solita nota stonata…

In Europa, quando c’è da votare un provvedimento favorevole all’ambiente o di contrasto al cambiamento climatico, il PPE si spacca le destre si mettono di traverso. Non fanno eccezione i nostri rappresentanti all'Europarlamento, peroccupati evidentemente per la Pianura Padana, una delle regioni più inquinate d'Europa. Ai “Cittadini per l’Aria” (onlus dedita a sensibilizzazione, diffusione dati e proposta politica in difesa del diritto a respirare aria pulita) che hanno «seguito la preparazione del voto sul posto, è dispiaciuto constatare che i parlamentari Europei italiani che siedono alla destra del Parlamento UE (PPE, ECR, NI ovvero FI, FdI e Lega) hanno in modo compatto (diversamente per quanto è accaduto per i parlamentari di altre nazioni europee) votato per allontanare e rendere quasi inattuabili gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria e i diritti dei cittadini. Rappresentando un Paese, l’Italia, che ha il più alto tasso di mortalità in Europa questi parlamentari dovrebbero (senza ideologie) spiegare anche ai loro elettori che il tasso di mortalità si diffonde proporzionalmente sui votanti di tutto l’arco elettorale».

Europa Today racconta il malcontento leghista nei confronti della nuova direttiva. Una preoccupazione che a destra emerge spesso di fronte alle misure ambientali: «Non si tengono in considerazione le specificità di ogni Stato membro e di alcune particolari regioni», ha dichiarato l'eurodeputata leghista Gianna Gancia. «Questa proposta è irrealizzabile e comporterebbe gravi implicazioni economiche e sociali su vasti territori del Paese». La destra-destra, spiega ancora Europa Today, sperava di posticipare di 5 anni e di ammorbidire il provvedimento, introducendo limiti meno severi e clausole di flessibilità.

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