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Alcune parole al quinto giorno di digiuno

Alcune parole al quinto giorno di digiuno

Concludero' oggi il mio personale "digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti" ma continuero' anche nei prossimi cinque giorni a sostenere questa iniziativa del digiuno a staffetta promosso da padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, monsignor Raffaele Nogaro vescovo emerito di Caserta, don Alessandro Santoro a nome della Comunita' delle Piagge di Firenze, suor Rita Giaretta di "Casa Ruth" di Caserta, padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunita' del Sacro Convento di Assisi e tante altre donne e tanti altri uomini di buona volonta', digiuno a staffetta che proseguira' fino al 19 luglio e che in tanti luoghi d'Italia ha fatto emergere una corale volonta' di verita', di giustizia e di solidarieta' che salva le vite, in opposizione alle scellerate e letali politiche razziste del governo italiano.


Partecipando ieri a un incontro promosso a Viterbo dall'Unione sindacale di base (Usb) abbiamo condiviso ancora una volta la nostra comune persuasione del dovere di salvare le vite e difendere la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; del dovere di opporci al razzismo e ad ogni oppressione; del dovere di contrastare la mostruosa barbarie del governo dell'estrema destra razzista e golpista; del dovere di opporci al regime delle persecuzioni razziste, della schiavitu' e della segregazione, dell'omissione di soccorso, della violazione della Costituzione.


Tutti vediamo che il governo italiano sta commettendo quattro crimini abominevoli:

- il crimine abominevole di negare soccorso ai naufraghi chiudendo i porti italiani alle navi che li traggono in salvo;

- il crimine abominevole di diffamare, minacciare, aggredire e sabotare i soccorritori che salvano vite umane in mare;

- il crimine abominevole di operare al fine di impedire agli esseri umani innocenti prigionieri nei lager libici di trovare salvezza fuggendo in Europa;

- il crimine abominevole di imporre un regime di persecuzioni razziste.

Chi non si oppone a questi abominevoli crimini ne diviene complice.


E un appello rivolgiamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni persona decente, ad ogni persona che voglia restare umana: per quattro scopi dobbiamo innanzitutto impegnare qui e adesso tutte le nostre forze:

I. per ottenere le immediate dimissioni del governo della disumanita', delle persecuzioni razziste, dell'omissione di soccorso, della violazione della Costituzione.

II. per ottenere che i ministri responsabili di criminali decisioni e politiche razziste siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.

III. per far cessare la strage nel Mediterraneo: e per questo occorre ottenere che finalmente si riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro; ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

IV. per far cessare la schiavitu' e la segregazione in Italia: e per questo occorre innanzitutto ottenere che finalmente si riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese; il principio "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia e della civile convivenza.


Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, difendiamo i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, difendiamo la Costituzione repubblicana, la legalita' che salva le vite, lo stato di diritto, la democrazia, la civilta', l'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, al quinto giorno di digiuno avendo aderito all'appello "Un digiuno di giustizia in solidarieta' con i migranti" (appello che si allega in calce).

 

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