
Il tribunale costituzionale spagnolo: gli ospedali cattolici non saranno esentati dal praticare l'eutanasia
MADRID-ADISTA. Il Tribunale Costituzionale respinge il ricorso del Partito Popolare contro la legge sull’eutanasia (approvata a marzo del 2021) perché fosse riconosciuta agli ospedali cattolici la possibilità dell’obiezione di coscienza (un ricorso di incostituzionalità della “legge organica 3/21”, presentato da Vox, era già stato respinto nel marzo scorso)
Argomenta il tribunale che questo diritto si applica solo agli operatori sanitari, dunque non se ne possono avvalere persone giuridiche o istituzioni (ad esempio, un ordine religioso che gestisce un centro ospedaliero). Solo gli operatori sanitari Solo loro, aggiunge, possono far emergere «situazioni di conflitto dovute a convinzioni intime, ideologiche o morali, che giustifichino l'allontanamento del professionista sanitario da un intervento che costituisce, in generale, un imperativo legale».
La sentenza confuta l’affermazione del PP secondo cui l'eutanasia non può essere considerata un diritto fondamentale, in quanto è un mero diritto legale. Il tribunale sostiene che esiste una base costituzionale che copre l'eutanasia, fondata sui «valori e principi costituzionali legati alla libertà e alla dignità personale», e sul diritto fondamentale all'integrità fisica e morale sancito dall'articolo 15 della Carta Magna. Si tratta cioè di «un diritto costituzionale di configurazione giuridica che trova il suo ancoraggio, in ultima analisi, nel diritto fondamentale all'integrità fisica e morale».
Nella Costituzione si affermano sia il diritto fondamentale all'integrità fisica e morale, sia i principi della dignità umana e del libero sviluppo della personalità. Quando «si configura una grave situazione di tensione tra libertà e dignità della persona, non si può affrontare la questione valorizzando «soltanto e isolatamente il diritto fondamentale alla vita». Per la TC il diritto alla vita non è assoluto né impone allo Stato «un dovere di protezione individuale che implica un paradossale dovere di vivere»; né impedisce, ha sottolineato, «il riconoscimento costituzionale del potere della persona di decidere autonomamente della propria morte in situazioni di sofferenza causate da una malattia incurabile, clinicamente provata, e che il paziente vive come inaccettabile». La «tesi assolutizzante della vita», con il conseguente obbligo di restare in vita, ha evidenziato la TC, «non è compatibile con la Costituzione».
*Foto tratta da wallpaperflare.com, immagine originale e licenza
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