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Un Sinodo deludente per le donne

Un Sinodo deludente per le donne

Tratto da: Adista Documenti n° 38 del 11/11/2023

Qui l'introduzione a questo testo. 

«Noi desideriamo essere accompagnate e accompagnare non perché donne ma perché parte legittima di una Chiesa equa e inclusiva».

Ci sentiamo interpellate a riflettere su tutto il documento pubblicato, ma ora condividiamo una reazione a caldo sul capitolo “Le donne nella vita e nella missione della Chiesa”.

Constatiamo che nella Relazione di sintesi della Prima sessione sinodale sulla sinodalità, un capitolo nella seconda sessione, è interamente dedicato alle Donne nella vita e nella missione della Chiesa. Il nostro obiettivo è che arrivi il giorno in cui la questione femminile non sia più una questione da trattare in un capitolo a parte, ma ad oggi non è così.

A una prima lettura sentiamo come le donne nella Chiesa siano percepite ancora troppo come destinatarie e oggetti e non protagoniste con pari dignità degli uomini.

Percepiamo una tiepidezza nell’osare spazi e modelli più inclusivi delle donne che ci fa sentire deluse.

Sentiamo una paura e un timore nel riconoscere alle donne una soggettività pro-attiva.

Percepiamo un tono paternalistico che contraddice la realtà di tante donne, laiche e consacrate, leader e preparate per mettere i loro doni al servizio della comunità ecclesiale.

Sinceramente, siamo un po’ stanche di essere destinatarie di azioni pastorali come viene ricordato in questo passaggio:«chiediamo alla Chiesa di crescere nell’impegno di comprendere e accompagnare le donne, dal punto di vista pastorale e sacramentale».

Noi desideriamo essere accompagnate e accompagnare non perché donne ma perché parte legittima di una Chiesa equa e inclusiva.

Tra le questioni da affrontare leggiamo: come la Chiesa può inserire più donne nei ruoli e nei ministeri esistenti? Se servono nuovi ministeri a chi spetta il discernimento, a quale livello e con che modalità?

Sentiamo che queste domande, pur importanti e legittime, non sono affatto nuove perché ce le poniamo già da tempo: sentiamo sia il tempo di nominare con chiarezza quali cambiamenti, ai diversi livelli, siano necessari perché questo accada.

La nostra associazione, così come altri movimenti e realtà femministe, hanno proposto passi concreti, dal diaconato femminile alla riforma dei ministeri; da processi decisionali più trasparenti e partecipativi alla revisione di parti del Diritto canonico, a una maggiore presenza di donne nei seminari, come insegnanti e direttrici.

Riconosciamo in questo sinodo la presenza di donne ma, purtroppo, in un numero troppo ridotto perché ci sia una equa riflessione sulla conversione necessaria perché le donne siano partecipi nella Chiesa come soggetti a tutto campo.

Se vogliamo veramente un cambiamento e la complementarità tanto cara a una parte della Chiesa tra uomini e donne, è necessario che a parlarne siano tutte le donne, con modalità partecipative da pensare insieme. Se le donne invitate a riflettere sono scelte da uomini che, in diversi modi, manifestano il timore di lasciare loro più spazio, questo mina la validità del processo stesso del discernimento.

Siamo comunque grate a tutti le donne e uomini che in questo mese hanno dedicato tutta la loro attenzione, cura, riflessione e preghiera a questo documento.

Continueremo a riflettere e a discernere come donne “diverse e unite per una Chiesa equa”. 

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