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Commercio delle armi: l’exploit dell’export italiano

Commercio delle armi: l’exploit dell’export italiano

Tratto da: Adista Documenti n° 11 del 23/03/2024

DOC-3305. STOCCOLMA-ADISTA. Prima del depotenziamento della legge 185/90 che regola l’export di armamenti made in Italy (v. Adista Notizie n. 10/90) e in barba alla stessa (tramite accordi bilaterali fra gli Stati o avvalendosi di triangolazioni), nell’ultimo quinquennio (2019-23) l’Italia ha registrato, rispetto al precedente, un aumento delle esportazioni dell’86%, un record a confronto con gli altri Paesi. Il dato è contenuto nel rapporto del SIPRI – l’Istituto di Ricerca Internazionale per la Pace di Stoccolma che pubblica annualmente dati sui trasferimenti di armi importanti nel mondo (comprese vendite, donazioni e produzione su licenza) – datato 11 marzo 2024 (v. anche il numero di Notizie allegato). Dal quale fra l’altro si evince che l’andamento dell’import-export nel mondo in questo ultimo periodo è principalmente influenzato da due fattori: le guerre in particolare russo-ucraina e israelo-palestinese, con il connesso rischio di scontro mondiale e nucleare, e il calo del potere degli Stati Uniti sulla scena internazionale, contrastati soprattutto da Cina insieme ad altri Paesi emergenti. Nell’esteso comunicato sul rapporto, che riportiamo di seguito, si informa che «i dati riflettono il volume delle consegne di armi, non il loro valore finanziario. Poiché il volume delle consegne può variare in modo significativo di anno in anno, il Sipri presenta i dati per periodi di cinque anni, fornendo una misura più stabile delle tendenze». Questo, si aggiunge inoltre, «è il secondo di tre importanti lanci di dati in vista del rilascio della pubblicazione di punta del SIPRI a metà del 2024, l’annuale SIPRI Yearbook. Il terzo lancio di dati fornirà informazioni complete sulle tendenze globali, regionali e nazionali della spesa militare». 

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