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Doppio standard

Doppio standard

Tratto da: Adista Notizie n° 16 del 27/04/2024

 

In una celebre citazione, tratta dal film di Alberto Sordi, il protagonista, il Marchese del Grillo, afferma in modo liquidatorio: «Io sono io, e voi non siete un c…».

Purtroppo questo principio del doppio standard si ritrova non solo nelle relazioni tra persone, ma anche tra popoli e nazioni. Basta pensare a quanto avviene oggi in Medio Oriente; e dico Medio Oriente, perché il dramma di Gaza non è ormai che il tassello di un conflitto, non più solo strisciante, che infiamma tutta la regione.

Ieri per far scoppiare una guerra ci voleva almeno una dichiarazione formale, se non altro tra Paesi “civili”. Altra cosa erano le guerre coloniali, ma tanto quelli erano “selvaggi”.

In realtà anche fra nazioni “evolute” non sempre si usavano i dovuti riguardi. Nella Seconda guerra mondiale, ad esempio, la Germania di Hitler per sconfiggere più rapidamente la Francia invade il neutrale Belgio, mentre il Giappone dichiara guerra agli Stati Uniti quando la sua aviazione era già in prossimità di Pearl Harbour, pur di infliggere all’avversario una batosta tale che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto costringere l’avversario alla resa.

Se tutto questo è vero, bisogna però aggiungere che tali atti erano considerati esecrabili, una vergogna per chi li compiva.

Oggi è un altro mondo. Le guerre non si dichiarano più, si fanno e basta quando fanno comodo e quando il momento è ritenuto favorevole. E le guerre, prima ancora che scoppino realmente, sono precedute da attacchi e contrattacchi, spesso annunciati, inizialmente contenuti, poi sempre più devastanti, con l’intenzione di far capire al nemico che è nel suo interesse desistere. Ma se l’escalation continua e il conflitto si allarga si rischia il peggio e con la bomba atomica non si sa dove si può andare a finire.

Ormai gli orrori della guerra li vediamo in diretta. Si poteva pensare che la vista dei corpi esanimi nelle strade di Gaza, o mezzi sepolti sotto le macerie delle case distrutte avrebbe suscitato in noi il ripudio della guerra, quel ripudio di cui parla la nostra costituzione. Indubbiamente per molti è così, forse per la maggioranza. Ma la potenza dell’assuefazione è forte.

Oggi siamo bombardati dalla stessa ignobile propaganda che un tempo, all’epoca delle guerre coloniali, giustificava il massacro di popoli interi, se questi si ribellavano. Bisognava far capire loro, e più ancora a noi stessi, che noi, popoli civili, razza superiore, andavamo a portare progresso e civiltà. Perché noi eravamo dalla parte del bene.

Anche il linguaggio con cui chiamiamo le cose è rivelatore. Le violenze compiute da Hamas il 7 ottobre scorso sono una strage orrenda (e certo che lo sono), mentre la tempesta di fuoco che si abbatte ogni giorno sui palestinesi di Gaza è la risposta di una nazione aggredita, per alcuni la “giusta risposta”.

Stare sempre e comunque dalla parte dello Stato di Israele è la scelta dell’Occidente. Si dice che Israele esagera, che dovrebbe bombardare di meno, e poi non sta bene sparare sui disperati che assaltano i camion carichi di cibo, quei pochi che arrivano. Ma si sa, in mezzo a quelle folle potrebbe annidarsi qualche terrorista. Bisogna pur capirli, i cecchini israeliani, non possono andare troppo per il sottile.

È scioccante il livello di ipocrisia dell’Occidente che, mentre chiede all’esercito israeliano di limitare i suoi attacchi, continua a rifornire di armi lo Stato ebraico, come se questo non ne avesse abbastanza. Ma si sa, Israele è uno Stato democratico, l’unico di tutto il Medio Oriente.

Abbiamo imparato bene la lezione di Goebels: se dici una bugia una sola volta resta una bugia, ma se la ripeti cento volte, diventa verità.

Bruno D’Avanzo del Centro Studi e Iniziative America Latina; del Circolo Vie Nuove di Firenze

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