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Roma,

Roma, "emergenza freddo" e accoglienza alla CdB di San Paolo: un resoconto

Con un messaggio intitolato “Un atto di solidarietà che è anche una denuncia”, scrissi intorno alla metà del mese di dicembre per informare che nei locali della Comunità di Base di S. Paolo, in via Ostiense 152/b, sarebbe stato allestito, in forza dell’Ordinanza Sindacale “Emergenza Freddo” un asilo notturno per persone senza tetto. In quel periodo cominciammo anche a chiedere il vostro sostegno finanziario per portare avanti il progetto.

In seguito, ho già inviato un primo resoconto dell’iniziativa, che oggi si conclude perché il Comune ha dichiarato finita l’emergenza freddo. Di seguito scrivo il resoconto finale del progetto, ringraziando quanti e quante l’hanno sostenuto con una donazione.


È primavera, non dovrebbe più fare freddo, e quindi, a Roma, ha dichiarato finita l’“emergenza”.

Di conseguenza vengono chiusi tutti quei rifuggi notturni estemporanei per i “senza tetto”, allestiti provvisoriamente in forza dell’annuale Ordinanza Sindacale che autorizza in via straordinaria l’adozione di locali non destinati all’accoglienza.

Anche quello di via Ostiense 152/b, nel locale della CdB S. Paolo stasera apre i battenti per l’ultima volta e sabato sarà smantellato.

In vista della chiusura, venerdì 30 marzo, si è riunito in videoconferenza il gruppo di lavoro della Comunità di Base che si è dato carico di promuovere e sostenere questa iniziativa, realizzata grazie al determinante apporto dei volontari della Comunità di Sant’Egidio e quello, anch’esso assai importante, di Nonna Roma. In tre abbiamo reso merito al detto secondo cui l’unione fa la forza. Ognuna delle tre entità ha fatto tutto quello che ha potuto e saputo fare.

La riunione, è servita per una valutazione complessiva di questa esperienza che, come ha detto Giovanni, il coordinatore dei volontari di Sant’Egidio che vi ha partecipato, è stata fonte di luce e di speranza non solo per gli ospiti ma anche per quanti hanno contribuito a realizzarla.

Ritengo doveroso darvene conto, essendomi rivolto a voi a suo tempo chiedendo un supporto finanziario.

Sono stati allestiti con separazioni in legno nove posti letto dove sono state ospitate in totale 12 persone. Le tre che dopo un breve periodo hanno preferito non avvalersi dell’opportunità loro offerta hanno continuato a ricevere diverse forme di assistenza. Tutte le persone che hanno usufruito dell’ospitalità nel locali hanno intrapreso un percorso di reinserimento sociale:

  • Quelle con forza fisica e mentale per lavorare, sono state aiutate a trovare lavoro: tre di loro sono state assunte con regolare contratto da una cooperativa di servizi che fa le pulizie alla Rai, la persona che ha svolto le mansioni di custode notturno ha ripreso il suo lavoro di idraulico, un’altra ha iniziato a lavorare in un banco di vendita nei mercati di Roma.

  • Sette ospiti, grazie anche alla collaborazione del Municipio, hanno ottenuto la residenza, necessaria per attivare i propri diritti (tessera sanitaria, medico di base, pensione di invalidità ecc.); per altri sono ancora in corso le procedure per ottenere i documenti.

  • Per quattro ospiti, che hanno problemi di dipendenze, è stato fatto un accordo con Villa Maraini, che ha accettato anche i tre ancora senza documenti; uno verrà poi inserito in un percorso di recupero al Gemelli e due saranno inseriti in una struttura collegata a S. Egidio per continuare il percorso iniziato a Villa Maraini.

Quanto alle sistemazioni abitative autonome, sono stati fatti accordi con alcuni albergatori, ai quali è stato chiesto di dare a un prezzo calmierato delle stanze doppie con possibilità di cucinare, ovviamente fuori della stanza, nella stessa struttura. L’accordo garantisce questa sistemazione per un anno. È troppo presto – dice chi ha esperienza in materia – per sperimentare la coabitazione in appartamenti essendo necessario prima capire come va la convivenza poiché si tratta di persone che hanno bisogno di sostegno.

Tutti sono stati vaccinati contro il Covid-19 in Vaticano giovedì 1° aprile.

Concludendo il suo resoconto, Giovanni, della Comunità di Sant’Egidio, ha motivato la sua valutazione positiva dell’esperienza dicendo: «Ci siamo conosciuti, abbiamo conosciuto le loro storie, c’è stato uno scambio tra tutti. Nonna Roma, forte di questa esperienza, ha aperto altri centri di accoglienza notturna».

Per concludere riporto quanto ha detto uno degli ospiti nell’apprendere che sarebbero stati vaccinati: «Venivamo sempre all’ultimo, non ci filavano di pezza e adesso ci vaccinano per primi».

Ma attenzione a non fraintendere: siamo lontani mille miglia dal detto evangelico secondo il quale gli ultimi saranno primi. Ci vuole ben altro. Non c’è paragone.

PS La raccolta fondi ha messo insieme 9.868 euro; ne sono stati spesi 5.788,53. 3.000,00 sono destinati a fronteggiare il pagamento dei consumi stimati di luce, acqua e gas. Quanto resta servirà per sopperire alle prime necessità dei 9 ospiti durante i primi giorni del nuovo perscorso.

Nei locali dell’Emergenza freddo l’ASL ha fatto i tamponi a tutti gli ospiti e anche ad altre persone senza dimora non ospiti.

Shera, che ha svolto molto bene il suo lavoro di custode, ha iniziato oggi a lavorare con la cooperativa che fa le pulizie alla RAI e anche lui vivrà in albergo.

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