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L'emergenza freddo e l'accoglienza della CdB di San Paolo. Un resoconto dell'iniziativa

L'emergenza freddo e l'accoglienza della CdB di San Paolo. Un resoconto dell'iniziativa

Persone non numeri sono coloro che ormai da un paio di settimane trovano alloggio, dalle 19 di sera alle 8 del mattino seguente, nel salone della Comunità di Base di San Paolo in via Ostiense 152/B a Roma, attrezzato per accogliere alcuni “senza tetto” durante i tre mesi in cui è consentito farlo. Tutti gli anni infatti Roma Capitale emana un’apposita Ordinanza Sindacale con cui dichiara che dal 15 dicembre al 15 marzo a Roma fa freddo ed anzi c’è una "emergenza freddo". L’emergenza è dovuta al fatto che, a fronte di migliaia di vani abitativi vuoti e centinaia di immobili inutilizzati, nella nostra città ci sono alcune migliaia di persone (si dice siano 8.000) che dormono per strada a rischio di morirvi assiderate, come infatti per qualche decina di esse puntualmente avviene ogni stagione.

Quella di via Ostiense è l’iniziativa di cui si è data notizia il 10 dicembre scorso chiedendo il vostro contributo. Di essa vi vi do ora un primo doveroso  resoconto.

Quelle ospitate, a via Ostiense come in tanti altri rifugi, sono persone che hanno un nome (che ora vi indicherò) ed un cognome (che tacerò per riservatezza), un Paese di provenienza ed una storia di vita di cui il nerissimo momento attuale si spera possa volgere rapidamente al termine per lasciare posto ad un percorso di inserimento o reinserimento nella società e di recupero della pienezza dei diritti civili. Sarebbe bello che questo percorso potesse iniziare già il 16 marzo prossimo, il giorno dopo la cessazione dell’emergenza. 

Sarebbe bello cioè  che il periodo trascorso di notte in Via Ostiense segnasse una svolta nella vita di Alhaji che viene dal Mali, di Francesco che è italiano, di Mali Ehix nigeriano, di Mario anche lui italiano, di Robert polacco, di Salah proveniente dal Marocco e di Vincenzo italiano, analogamente a quanto è avvenuto per Shera. Il quale, qualche anno fa, era anche lui senza un tetto ed ora dorme anche lui nel rifugio di Via Ostiensa, non come ospite ma come custode, per aprire e chiudere il locale e curare che tutto si svolga per il meglio.

Sarebbe bello certamente, ma  sarà assai improbo anche solo provarci.

Per organizzare l’accoglienza di queste persone si sono messe in rete con la CdB s. Paolo anche la Comunità di Santt’Egidio, l’Associazione Nonna Roma e la Spesa Sospesa dell’VIII Municipio, una rete di solidarietà che sta funzionando a meraviglia. Sant Egidio ha arredato il locale con nove letti ed altrettanti separé, ben distanziati secondo le norme antivirus; Nonna Roma e la Spesa Sospesa del Municipio VIII hanno abbondantemente rifornito la dispensa e continuano a rifornirla. I volontari di Sant Egido, di Nonna Roma e persone della CdB s. Paolo si alternano a preparare i pasti. Ovviamente il locale è quotidianamente ripulito e periodicamente sanificato come prescritto dalla locale Asl che, prima dell’apertura, ha visitato il locale e verificato che tutto rispondesse alle norme anti-Covid.

A Natale e alla Epifania come è tradizione sono stati offerti agli ospiti piccoli ma utili doni.

In occasione dell’apertura, ad accogliere i primi ospiti c’erano anche il Presidente e l’Assessora alle Politiche Sociali dell’VIII Municipio a sottolineare che quella che stava partendo non era un’iniziativa di beneficenza, ma un’operazione risarcitoria di Diritti non fruiti.

A questo riguardo va ricordata la lezione del coronavirus che ha dimostrato che il nostro modello socio economico va ampiamente corretto: in molti sostengono che dopo Covid-19 niente potrà essere come prima.

Valga ciò anche per chi è senza un tetto. Anzi che si parta proprio da loro.

La campagna per la raccolta fondi lanciata dalla CdB s. Paolo aveva fruttato al 24 dicembre scorso € 7.480,00.

L’augurio  è che il 2021 oltre al coronavirus porti via anche un po’ di ingiustizia. Il che dipende un pò anche da noi.

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