Nessun articolo nel carrello

Ex Macrico: i progetti di diocesi e Vaticano a danno dei casertani

Ex Macrico: i progetti di diocesi e Vaticano a danno dei casertani

Tratto da: Adista Notizie n° 15 del 22/04/2023

41443 CASERTA-ADISTA. L’ex Macrico è un’area verde grande come trenta campi di calcio, situata nel cuore di Caserta e di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero (Idsc). I casertani da anni si battono perché diventi un parco pubblico a disposizione di tutti gli abitanti di una delle città più inquinate d’Italia, assediata da cave, cementifici, discariche e inceneritori. Avevano anche ottenuto un punto fermo, grazie al vincolo posto dalla Soprintendenza e dalla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania, che ha reso l’area di fatto inedificabile, bloccando così i tentativi di vendita a privati, ormai poco interessati ad acquistare un’area da cui sarebbe stato quasi impossibile trarre profitto. Ma quello che sembrava essere stato fermato fuori dalla porta, rischia ora di rientrare dalla finestra, grazie a un’operazione portata avanti dalla Curia di Caserta del vescovo Pietro Lagnese e dall’Idsc, coperta dietro il paravento della Fratelli tutti – l’enciclica sociale di papa Francesco – e benedetta dal Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, guidato dal cardinale gesuita Michael Czerny (prefetto) e dalla religiosa Figlia di Maria ausiliatrice Alessandra Smerilli (segretaria).

La diocesi di Caserta ha infatti creato una fondazione ad hoc, battezzata “Casa Fratelli Tutti” (di cui è presidente mons. Giovanni Vella, vicario generale della diocesi, e segretario generale è il focolarino Elpidio Pota, ex sottufficiale della Guardia di finanza in pensione) con uno scopo ben preciso: la «rigenerazione urbana dell’area ex Macrico». Ovvero la creazione di un «parco per l’innovazione» – così si legge nella sintesi del progetto – che prevede la realizzazione nell’area di impianti e attrezzature sportive, laboratori per la ricerca, la formazione e l’innovazione, incubatori per imprese green, «luoghi per la produzione», spazi espositivi e per eventi musicali, un «collaboratorio per lo sviluppo umano integrale» e uno «per la biodiversità» (che non si capisce bene cosa siano) e un parco naturale, collegati fra di loro e alla città con diverse strade carrabili che attraverserebbero l’area.

Il grigio del cemento batte il verde del parco

Insomma fatta eccezione per la frazione riservata al «parco naturale esperienziale», il progetto – commissionato dalla fondazione diocesana allo studio internazionale di architettura e urbanistica Alvisi Kirimoto e al LabGov della Luiss-Guido Carli (l’università di Confindustria) – è tutta un’altra cosa rispetto al grande parco pubblico per la città per cui si batte da anni il Comitato Macrico Verde, che da tempo chiede invano al Comune di classificare l’area come F2, cioè destinazione urbanistica verde pubblico, totalmente inedificabile (v. notizia successiva). Il progetto di «rigenerazione urbana» prevede infatti, ben nascosta fra le diciotto pagine di un documento scritto facendo largo uso di un lessico ambientalista, un’imponente edificazione per un volume complessivo di almeno 500mila metri cubi – quando a Caserta esistono grandi edifici pubblici vuoti che potrebbero essere utilizzati, come le ex sedi della Provincia e del Provveditorato – e la costruzione di strade interne di collegamento. Tutto ciò come se il vincolo della Soprintendenza regionale, che non consente nuove edificazioni tranne il recupero dei soli edifici in muratura già esistenti (meno di 230mila metri cubi), non esistesse. Pare infatti che siano già in atto forti pressioni perché questo vincolo sia ridotto, sospeso o addirittura cancellato da parte della Soprintendenza la quale, se così facesse, dimostrerebbe una sorta di grave schizofrenia: quattro anni fa si schierò contro l’Idsc che fece ricorso al Consiglio di Stato per annullare il vincolo (senza successo) e ora sarebbe lei stessa ad eliminarlo. Ma si sa, le vie del Signore sono infinite, e il ruolo della Santa Sede, tramite il Dicastero per lo sviluppo umano, potrebbe avere un peso non indifferente.

A chi giova e chi danneggia

Gli interessi in campo sono tanti. Quelli del mondo imprenditoriale casertano e non solo, in particolare dei costruttori, che ovviamente guardano con favore a un progetto che verrebbe realizzato prioritariamente con cospicui fondi pubblici ed europei che il piano della fondazione “Casa Fratelli Tutti” ha già individuato (si parla di decine di milioni di euro drenati da Pnrr e dal Next generation Ue). Quelli dell’Idsc di Caserta che – in base alla proposta di acquisto ricevuta lo scorso 8 marzo e che Adista ha potuto visionare – cederebbe l’intera area del Macrico per 99 anni (con il «diritto di fare costruzioni al di sopra di tutte le aree»), incassando in tutto 999mila euro dalla fondazione, ovvero dalla diocesi di Caserta, in una evidente “partita di giro” fra soggetti che hanno nomi diversi ma di fatto sono gli stessi. Quelli della diocesi che, tramite la fondazione “Casa Fratelli Tutti”, senza spendere nulla o quasi – perché gli interventi sarebbero appunto realizzati con denaro pubblico – trasformerebbe l’ex Macrico in un grande «parco per l’innovazione» di sua proprietà.

Gli unici interessi a non essere contemplati dall’operazione – che gode dell’«alto patrocinio» del Dicastero per lo Sviluppo umano – sono quelli dei casertani, i quali da oltre vent’anni chiedono che il Macrico diventi un parco pubblico integralmente verde per tutta la città, anche perché il Comune di Caserta è «gravemente inadempiente» rispetto alle nome nazionali che prevedono un rapporto abitanti/spazi verdi di almeno dieci metri quadrati a testa. E infatti gli attivisti del Comitato Macrico Verde avanzano una serie di «perplessità» sulla bozza di progetto («documento vistosamente fumoso e puramente enunciativo») presentata dalla Fondazione in cui si parla di «vocazione industriale», «accelerazione dell’innovazione» ed «edificazione da concentrare». «Si tratta di anticipazioni che indicano una direzione progettuale totalmente opposta a quella del verde pubblico inedificabile previsto dalla qualifica F2», assai simile ad altri piani di cementificazione del passato «miseramente naufragati» e «in netto contrasto con l’idea di Bene Comune affermata dall’enciclica di papa Francesco» da cui la Fondazione ha tratto il proprio nome, si legge in una nota del comitato Macrico Verde. Che rilancia la propria proposta non negoziabile: «conservazione dell’integrità dell’area con il rispetto dei vincoli, che non permettono le modifiche annunciate dalla Fondazione». In caso contrario il comitato è pronto, come del resto ha già fatto in passato, «a una contrapposizione ufficiale con tutti i mezzi legali e in tutte le sedi amministrative ed ecclesiali opportune».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.