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Là dove c’era l’erba... ci sarà una Chiesa. A Firenze, vescovo e sindaco a braccetto

Là dove c’era l’erba... ci sarà una Chiesa. A Firenze, vescovo e sindaco a braccetto

Tratto da: Adista Notizie n° 6 del 17/02/2024

41753 FIRENZE-ADISTA. Una nuova chiesa al posto di un parco pubblico. È quello che potrebbe accadere a Ponte a Greve, fra Firenze e Scandicci, se andasse in porto il progetto della Curia fiorentina guidata dal dimissionario card. Giuseppe Betori (77 anni il 25 febbraio) e dell’amministrazione comunale del sindaco Dario Nardella – anche lui ormai giunto a fine mandato – che prevede appunto l’edificazione di una nuova chiesa sul cosiddetto “campone”, un parco pubblico attrezzato di cinquemila metri quadrati.

La vicenda inizia oltre dieci anni fa quando, nel 2012, il Comune di Firenze – allora a Palazzo Vecchio c’era Matteo Renzi – presenta una variante al Piano regolatore per consentire la costruzione della nuova chiesa sul campone. Una scelta pienamente condivisa dalla Curia, che nel 2014 – c’era già Betori – con un’osservazione (la numero 613 del 14 luglio 2014) chiede che il Regolamento urbanistico «preveda un’area di circa 5.000 metri quadrati per la costruzione del nuovo complesso parrocchiale di San Lorenzo a Greve», proprio sul campone (ovvero la particella 881 F85, espressamente destinata a «verde pubblico») e che la parrocchia «possa acquisire l’area interessata dal nuovo intervento, oggi di proprietà comunale, tramite permuta con altra area» di proprietà ecclesiastica. Accordo di permuta che viene effettivamente stipulato nel 2021, quando Palazzo Vecchio delibera la cessione del campone alla parrocchia in cambio di un altro terreno, attualmente abbandonato e collocato a diversi chilometri di distanza, quindi inutilizzabile da parte delle persone che invece usufruiscono del parco. Manca ancora un tassello: l’approvazione, da parte dell’amministrazione fiorentina, del Piano Operativo Comunale (Poc) con cui la variante presentata nel 2012 diventerebbe operativa. Completato anche questo passaggio – ormai imminente – la Curia potrebbe iniziare i lavori sul campone: tagliare gli alberi presenti, scavare le fondamenta, asfaltare il prato e costruire la nuova chiesa.

A opporsi al progetto c’è il comitato cittadino “Area verde San Lorenzo a Greve”, del quale fanno parte anche molti cattolici, costituitosi nel 2012 con l’obiettivo di difendere l’ultimo spazio verde non cementificato presente nella zona, oggetto negli ultimi vent’anni di un’intensa espansione edilizia, fatta di grandi palazzi e di un enorme centro commerciale, per la costruzione del quale la città ottenne in compensazione 35mila metri quadrati di terreno che sarebbero stati da destinare a verde pubblico. Solo che su 20mila sono stati edificati palazzi, parcheggi e un asilo, e ora la nuova chiesa potrebbe mangiarsene altri 5mila, destinati ad aumentare a causa della costruzione di opere secondarie (piazza, strade di accesso, parcheggi ecc.). È per scongiurare questo epilogo che il comitato ha presentato in Comune 11 osservazioni al progetto e ha raccolto e poi portato in Curia e a Palazzo Vecchio le firme di 1.600 cittadini che chiedono di salvare il campone. La risposta di vescovo e sindaco è stato il silenzio.

Gabbata la “Laudato si’”

«Non diciamo no alla nuova chiesa, però chiediamo una soluzione diversa che consenta di mantenere intatto il campone», spiega ad Adista Gianfranco Angeli, portavoce del comitato Area verde San Lorenzo a Greve. L’alternativa che il Comitato ha individuato e proposto sia alla Curia che al Comune si trova ad appena ottanta metri ed è a costo zero. A questa distanza, infatti, c’è un terreno incolto e abbandonato di proprietà della diocesi, che ha un’estensione di 3.500 metri quadrati. Adiacente a quest’area, c’è un altro terreno, di 4.000 metri quadrati, di proprietà comunale: messi insieme, fanno 7.500 metri quadrati, sui quali si potrebbe edificare la chiesa, salvando il parco.

Apparentemente tutto semplice, quindi, ma Comune e Curia non sembrano interessati alla soluzione proposta dal Comitato. Dalla diocesi fanno sapere che loro non c’entrano nulla e che ha deciso tutto il Comune, anche se – come dimostrato precedentemente – la Curia fiorentina ha chiesto che la nuova chiesa venga costruita proprio sul campone, con una motivazione quantomeno discutibile: l’area individuata dal Comitato è nascosta alle spalle del grande supermercato Coop, quindi la chiesa sarebbe meno visibile e meno comoda da raggiungere. E il Comune è totalmente allineato alle posizioni della Curia.

«Vorremmo aiutare sia il parroco che il vescovo a riflettere se continuare questa operazione oppure provare ad osare, come descritto esplicitamente nel paragrafo 183 dell’enciclica Laudato si’: “È sempre necessario acquisire consenso tra i vari attori sociali, che possono apportare diverse prospettive, soluzioni e alternative. Ma nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse (economico) immediato”», spiegano dal comitato. «Non si risponde all’enciclica con un percorso partecipativo al quale, in realtà, hanno potuto partecipare solo pochissimi parrocchiani, peraltro senza mettere in discussione la cosa più importante: l’ubicazione della nuova chiesa. Non si risponde all’enciclica ignorando le 1.600 firme di residenti e di famiglie che propongono una soluzione diversa, un cambio di rotta – aggiungono –. Abbiamo ricordato, soprattutto agli amministratori, che l’area del “campone” è un’area verde e quindi un bene comune di proprietà di tutti i cittadini della zona. Abbiamo spiegato che l’area del “campone” è diventata di proprietà comunale con la finalità di costituire una cintura verde a compensazione della cementificazione del grande centro commerciale Coop ed è quindi un bene comune della comunità intera dei cittadini. E allora ci chiediamo e vi chiediamo: cos’è questo insistito volere, desiderare da parte della Curia fiorentina quel terreno che è un bene comune e quindi un bene di tutti i cittadini? Cos’è questo insistito volere, desiderare da parte della Curia fiorentina quell’area, pur avendo essa altre soluzioni adeguate in loco?». Tutte domande a cui finora la Curia non ha voluto dare alcuna risposta. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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