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Il cardinale di Kinshasa sulla crisi nell'Est Congo: l'intervista e i chiarimenti di

Il cardinale di Kinshasa sulla crisi nell'Est Congo: l'intervista e i chiarimenti di "Fides"

Una recente intervista sulla crisi nelle province orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDCongo), rilasciata il 18 aprile scorso dal card. Fridolin Ambongo Besungu (arcivescovo metropolita di Kinshasa e presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar-SECAM) all’Agenzia Fides, ha suscitato più di qualche malumore tra le file del governo congolese, costringendo l’Agenzia stessa a chiarire la posizione del cardinale a distanza di pochi giorni, il 22 aprile.

L’intervista “incriminata”

Riferendosi all’avanzata del Movimento 23 Marzo (M23), il cardinale ha dichiarato che la situazione a Goma (capoluogo di provincia del Nord Kivu) «sta peggiorando di giorno in giorno», le milizie ribelli seminano il terrore in uno stato di caos permanente, «mentre l’esercito congolese è in una situazione di confusione totale». «Quello che temiamo di più è il rischio di insicurezza generalizzata anzitutto a Goma e più in generale in tutto l’est del Paese», con la popolazione locale costretta a pagare le peggiori conseguenze dello stato di conflittualità.

Durante l’intervista, l’arcivescovo di Kinshasa ha affrontato il nodo dei “Wazalendo” (che in lingua swahili significa “patrioti”), gruppi armati autogestiti, sorti su ispirazione di Éphraïm Bisimwa (leader di una setta messianica) per difendere la popolazione dall’avanzata del M23. Quella dei Wazalendo, ha spiegato il cardinale, è però una realtà non omogenea e «addirittura alcuni dei suoi aderenti sono passati nelle file dell’M23. È difficile controllare questi gruppi armati che fanno riferimento a tanti capi» e rappresentano una minaccia costante proprio per quelle popolazioni che originariamente intendevano proteggere, «taglieggiando i cittadini, commettendo furti ed omicidi e mettendosi nel business dei commerci illegali dei minerali estratti dalle miniere artigianali dell’area».

I chiarimenti

L’intervista del 18 aprile al card. Fridolin Ambongo Besungu non è piaciuta alle autorità del Paese, le quali si sono sentite accusate della situazione di degrado dell’Est Congo. Il 22 aprile, dunque, l’Agenzia Fides si è scusata con il cardinale e con chi si è sentito offeso e ha ammesso che il malinteso pensiero dell’arcivescovo è da imputare a problemi insorti con la «sintesi giornalistica» e con le diverse traduzioni. Solo «imprecisioni», quindi, che però hanno dato luogo a «interpretazioni errate».

Per esempio, spiega Fides, l’arcivescovo di Kinshasa non mai detto che «il governo ha distribuito ulteriori armi a diversi gruppi armati», come i Wazalendo e le FDLR.

L’Agenzia spiega in 5 punti il pensiero espresso dal cardinale: 1) «La guerra nella Repubblica Democratica del Congo è causata dal saccheggio perpetrato dalla comunità internazionale sulle ricchezze del suo suolo e del suo sottosuolo e dalle intenzioni espansionistiche di alcuni suoi vicini, tra cui il Ruanda»; 2) «questa guerra beneficia della complicità interna di congolesi»; 3) «l'insicurezza tende a diffondersi nella Repubblica Democratica del Congo, in particolare a causa della proliferazione dei gruppi armati»; 4) la soluzione a questa crisi non sarà militare, ma implicherà necessariamente il dialogo tra i congolesi e con la comunità internazionale, ecc».

L’Agenzia Fides sottolinea anche che l'arcivescovo di Kinshasa «ha sempre descritto con realismo e chiarezza le conseguenze negative sofferte dal suo Paese, anche a seguito di iniziative e decisioni internazionali che egli considera forme di "neocolonialismo"». Fides ricorda, ad esempio, l’intervista dello scorso 21 marzo, quando il cardinale «ha denunciato chiaramente l'accordo firmato tra l'Unione Europea e il Ruanda "per lo sfruttamento delle risorse minerarie e di altro tipo che, in realtà, non si trovano in Ruanda ma in Congo RD"» (v. anche Adista Notizie n. 11 del 23/03/2024).


* Immagine di François-Régis Salefran, tratta da Wikipedia. Immagine originale e licenza 

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