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Attesa per l'ordine di cattura della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu

Attesa per l'ordine di cattura della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu

Non è solo la Corte Internazionale di Giustizia a indagare sui crimini commessi dal governo israeliano di Benjamin Netanyahu contro i palestinesi di Gaza (su denuncia partita dallo Stato del Sudafrica il 29 dicembre 2023). A essa si è aggiunta la Corte Penale Internazionale (CPI; in inglese ICC, International Criminal Court, con sede all'Aja) che, a quanto risulta, starebbe per emettere – forse in questa settimana – un mandato di arresto per Netanyahu, per il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi per crimini di guerra attuati contro la Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza.

Per evitarlo Netanyahu, secondo quanto ha scritto l'analista Ben Caspit sul sito Walla, sta portando avanti una «pressione telefonica senza sosta» sugli Stati Uniti. E Washington starebbe infatti tentando – riferiscono alcuni media – «un disperato sforzo diplomatico» per evitare quello che sarebbe «un grave deterioramento dello status internazionale di Israele».

Il ministro degli Esteri Israel Katz ha detto il 28 aprile che Israele «si aspetta che la Corte si astenga» dall’emanare l'odine di cattura: «Non c'è niente di più contorto – ha affermato in una nota – che cercare di impedire a Israele di difendersi da un nemico assassino che chiede apertamente la distruzione di Israele». «Se gli ordini verranno emessi – ha aggiunto – danneggeranno i comandanti e i soldati dell’IDF e daranno impulso all’organizzazione terroristica Hamas e all’asse islamico radicale guidato dall’Iran contro il quale stiamo combattendo».

Dal canto suo, Netanyahu venerdì 26 ha scritto in una dichiarazione su Telegram che «le decisioni prese dal tribunale dell'Aia non influenzeranno le azioni di Israele», ma «creeranno un pericoloso precedente che minaccia soldati e personaggi pubblici». «Sotto la mia guida Israele – ha aggiunto assertivo – non accetterà mai alcun tentativo da parte della Corte penale internazionale dell'Aia di minare il suo diritto fondamentale alla difesa».

*Bemjamin Netanyahu. Foto ritagliata di World Economic Forum tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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