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IN SVIZZERA, TORNA L’INCUBO HAAS: IL VATICANO IL SUO BRACCIO DESTRO. VESCOVO DI COIRA IMPOSTO DAL VATICANO

Tratto da: Adista Notizie n° 57 del 01/09/2007

34004. COIRA-ADISTA. Torna la bufera nella diocesi svizzera di Coira, a dieci anni esatti da quando il trasferimento a Vaduz del contestatissimo vescovo mons. Wolfgang Haas (v. Adista nn. 65, 85/96 e 65/97), ultraconservatore, promotore di scelte autoritarie e dell’affossamento di esperienze ecclesiali innovative, placò le acque di una situazione di tensione estrema. Il regime settennale di Haas, iniziato nel 1990 quando papa Wojtyla, suo acceso sostenitore ed amico (così come lo era p. Christoph Schönborn, oggi cardinale e arcivescovo di Vienna), lo aveva nominato vescovo dopo due anni in cui aveva esercitato come coadiutore con diritto di successione, aveva infatti provocato un conflitto ad alta intensità con i fedeli della diocesi, la Conferenza episcopale del Paese e le autorità civili, tanto che lo stesso papa, dovendo far fronte alla scatenata indignazione dei cattolici, capitolò, dopo un’estenuante resistenza (e mille tentativi di mediazione fra vescovi e fedeli, compresa la nomina pontificia dei due ausiliari mons. Peter Henrici e mons. Paul Vollmar), cedendo alle proteste che dalla Svizzera chiedevano la rimozione di Haas. Ora, dopo il tranquillo decennio di mons. Amédée Grab, moderato presidente della Conferenza episcopale, che già nel 2005 ha dato le dimissioni per raggiunti limiti di età, il cielo sopra Coira si rannuvola con la nomina episcopale di mons. Vitus Huonder, finora vicario generale della diocesi, alter ego di mons. Haas, a cui deve l’inizio della carriera ecclesiastica. Nel 1990, infatti, Haas lo nominò tra i suoi tre vicari, scelti - come ovvio - tra i suoi fedelissimi. L’obiettivo strategico del vescovo di Coira era palese: elevando i tre canonici al rango di vicari, li rendeva in pratica membri a pieno titolo del Consiglio episcopale, organo di decisione supremo della diocesi, assicurandosi così la maggioranza nella direzione della diocesi. Si dovette attendere fino al 1997 perché si procedesse alla rimozione di Haas. Per il quale il papa creò addirittura una apposita diocesi (quella di Vaduz, in Liechtenstein), scorporandone il territorio da quella di Coira, nella cui giurisdizione ricadeva. Haas cadeva quindi in piedi, tornando nella sua città natale, anche se in una diocesi in miniatura che un giornale svizzero definì “da operetta”. A Coira arrivò così mons. Grab. 

Aria di restaurazione
Nel 1998 Grab riconfermò Huonder vicario generale di Coira per i Grigioni, chiamato a tale incarico da mons. Haas l’anno precedente, poco prima della rimozione. Huonder è un rinomato conservatore. Dopo la nomina a vescovo, avvenuta l’8 luglio scorso, e prima ancora del suo insediamento ufficiale, che avverrà l’8 settembre prossimo, alcune sue dichiarazioni sulla collaborazione dei laici e sul ruolo della donna nella Chiesa hanno già suscitato indignazione. Nel corso della conferenza stampa successiva alla notizia della sua nomina, Huonder ha ricordato infatti che la Chiesa cattolica ha recentemente ribadito la propria opposizione all’ordinazione delle donne; discutere di sacerdozio femminile, ha detto, porta in un vicolo cieco. Quanto alla partecipazione laicale, ha affermato che durante la messa non sarà più tollerata l’omelia pronunciata da ministri laici. Ma a preoccupare i cattolici – in particolare l’Unione dei Cattolici Critici, che combatté negli anni ‘90 la “politica” del vescovo Haas – sono le scelte in materia di collaboratori fatte dal neoeletto vescovo quando era vicario generale.Una restaurazione in piena regola, dunque, con cui la più grande diocesi svizzera torna sotto il controllo del Vaticano, al quale è dovuta la scelta di Huonder. E se nel caso della scelta di Haas non furono consultati, come prevede una tradizione antichissima in quella zona, regolata nel 1948 con il decreto papale “Etsi salva”, i 24 canonici, che propongono una rosa di tre nomi, fra i quali la Santa Sede sceglie il vescovo, questa volta la rosa portava ad una scelta forzata: pare infatti che accanto al nome di Huonder ci fossero quelli di due candidati del tutto estranei alla diocesi di Coira. Sulla procedura “poco trasparente” che ha portato alla nomina di Huonder si è espresso criticamente mons. Paul Vollmar, ora vicario generale dei cantoni di Zurigo e Glarona, il quale spera che il nuovo vescovo raccolga il testimone da Grab e continui ad ascoltare le preoccupazioni e le opinioni di tutti i cattolici della diocesi. Il timore dei fedeli è che si torni ad una gestione simile a quella di Haas - che sostenne gruppi ultraconservatori, come tipo l’“Opera degli Angeli”, sospettata anche dal Vaticano perché usa la magia nera contro i demoni, o il fondamentalista “Pro ecclesia” - e allo sviluppo dell’Opus Dei. D’altra parte, c’è anche chi, a titolo individuale, si mobilita in difesa del nuovo vescovo, convocando per l’8 settembre, data della consacrazione di mons. Huonder, una “marcia di massa dei cattolici fedeli” all’abbazia di Einsiedeln (la cattedrale di Coira non è agibile per lavori di ristrutturazione). Peter Nilitschka questo il nome dell’intraprendente abitante di Zurigo, cattolico praticante – ha diffuso un volantino nel quale incita i cattolici “fedeli a Roma” a “svegliarsi” e a dimostrare la propria solidarietà ad un vescovo scelto “con una regolare nomina”, che ha sempre dimostrato “tatto e senso di responsabilità”. Di fronte all’immagine negativa diffusa dai media, Nilitschka chiede di recarsi alla consacrazione del vescovo per “testimoniare la nostra fede e la nostra solidarietà con la Chiesa cattolica e con il nuovo vescovo”. (ludovica eugenio)

 

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