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Francia: il no unanime dei leader religiosi alla legge sul fine-vita ascoltati dalla Commissione parlamentare

Francia: il no unanime dei leader religiosi alla legge sul fine-vita ascoltati dalla Commissione parlamentare

In Francia, in attesa della discussione in Assemblea nazionale (partirà il 27 maggio), la commissione speciale incaricata di esaminare il disegno di legge relativo al sostegno ai malati e al fine vita sta procedendo alle audizioni. Il 24 aprile sono stati ascoltati i rappresentanti delle religioni che si sono unite contro il ddl.

Erano presenti, riferisce il quotidiano cattolico francese La Croix (24/4), mons. Vincent Jordy e mons. Pierre d'Ornellas per la Conferenza dei vescovi di Francia, Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia, Me Carol Saba per l'Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, Sadek Beloucif, professore e capo del dipartimento di anestesia-rianimazione, che rappresentava la Grande Moschea di Parigi, e Antony Boussemart, presidente dell'Unione Buddista di Francia. Il rabbino capo di Francia Haïm Korsia non ha potuto essere presente a causa della festività pasquale ma sarà ascoltato più tardi dalla commissione.

I leader religiosi sostengono che l'espressione «morte assistita» (ne spiega bene il senso, un un’intervista il presidente francese Emmanuel Macron), apre la possibilità dell'eutanasia e del suicidio assistito. Rilevano che le espressioni «sofferenza insopportabile», «grave compromissione del discernimento», «prognosi vitale impegnata a medio termine», come anche i criteri di accesso alla legge e la stessa espressione «morte assistita», sono termini ambigui.

Secondo i rappresentanti cattolici si tratta di una «rottura della civiltà» perché espone a una «deriva» verso un’«etica senza trascendenza». Sadek Beloucif ha affermato che «l’assistenza attiva a morire equivale a provocare la morte», perché c’è differenza fra «lasciarlo morire e farlo morire». Per Christian Krieger, «nessuna legge potrà mai rispondere alla molteplicità delle situazioni». Antony Boussemart si è detto preoccupato per «l'indebolimento dei legami familiari e comunitari dovuto all'incoraggiamento di una visione individualistica della fine della vita».

Fra i deputati intervenuti durante l’audit, Sandrine Rousseau ha dichiarato: «Ho aiutato mia madre a morire, si è suicidata e io ero lì. Chi sarei io per impedirle di farlo?», ha chiesto. «La questione – ha chiarito – non è tanto il rapporto con la morte, quanto il rapporto con la sofferenza», rimproverando ai leader religiosi di non tenere conto di questa dimensione nella loro riflessione (ma molte sono le loro dichiarazioni in questo senso e il loro appello all'impiego di cure palliative).

La deputata Caroline Fiat ha espresso «non disaccordo ma incomprensione riguardo a queste credenze religiose». Una formula, commenta La Croix, che «sintetizza le difficoltà che i rappresentanti delle religioni hanno incontrato nel far valere davanti ai parlamentari la legittimità del loro punto di vista».

*Foto ritagliata di Francesco tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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