Nessun articolo nel carrello

RITORNO AL VANGELO, VIA DEL FUTURO. L’UNICA RIFORMA POSSIBILE DELLA CHIESA, PER USCIRE DALLA CRISI

Tratto da: Adista Documenti n° 42 del 22/05/2010

DOC-2262. MADRID-ADISTA. Che, dopo la primavera del Concilio, la Chiesa attraverso una “lunga notte invernale”, secondo la celebre espressione del grande teologo Karl Rahner, non sono certo solo gli scandali di pedofilia ad indicarlo. La Chiesa attuale, sottolinea il clarettiano e teologo spagnolo Benjamín Forcano, cammina indubbiamente, e con il vento in poppa, in direzione del passato, verso un’epoca preconciliare: è su questa strada, afferma, che il pontificato di Benedetto XVI “privilegia i neoconservatori, mette a repentaglio il dialogo ecumenico, volge le spalle alla legittima autonomia della cultura e delle scienze, trascura le grandi cause dell'umanità che, in quanto primarie e prioritarie, devono unirci tutti”.

Secondo il teologo spagnolo, non è stata oggi per nulla superata la dipendenza dal modello tridentino, quello di una Chiesa che si autoproclamava l’unica vera Chiesa e, in quanto tale, l’unica ad offrire la salvezza; di una Chiesa che disponeva di un potere che andava oltre quello di tutti gli Stati; di una Chiesa che si proponeva come “una società di diseguali”, dove questa disuguaglianza, quella fondamentalmente esistente tra chierici e laici, era tale per diritto divino; di una Chiesa che guardava al Regno di Dio annunciato da Gesù come a “un regno spirituale, meramente interiore, chiamato a realizzarsi dopo la morte, al di là del tempo e della storia”, al punto che Pio IX, nel Syllabus, poteva affermare che “la differenza di classi nella società civile ha la sua origine nella natura umana e, di conseguenza, deve attribuirsi alla volontà di Dio”.

 

La Chiesa come Popolo di Dio

Era stato il Concilio Vaticano II a spezzare questa dipendenza dal passato, ponendo fine alla guerra tra la Chiesa e la modernità: come quest’ultima non era vista più come il luogo del male e del peccato, ma, spesso e volentieri, come “un’insurrezione contro arbitrarietà ed abusi nei confronti della dignità e dei diritti della persona”, così la Chiesa non poteva più erigersi di fronte al mondo “come una ‘società perfetta’, parallela, impegnata a seguire il suo corso in autonomia, puntellando i propri muri contro gli errori e l’influenza del mondo”. Così, con il Concilio, la Chiesa passa a considerarsi come il “Popolo di Dio”, realtà che si richiama a ciò che vi è di essenziale e di comune nella nostra condizione di credenti e in cui “la gerarchia non ha ragione d’essere in sé e per sé, ma in riferimento e in subordine alla comunità”. La funzione della gerarchia viene allora “ridefinita in relazione a Gesù, servo sofferente e non pantocrator (signore di questo mondo)”: se è soltanto a partire “da un uomo crocifisso dai poteri di questo mondo che si può fondare e spiegare l’autorità della Chiesa”, il luogo della gerarchia non può che essere “quello della debolezza e dell’impotenza”. All’interno del Popolo di Dio non esiste una doppia categoria di cristiani, chierici e laici, in quanto nessun ministero può essere “collocato al di sopra della dignità comune” dei credenti: “i chierici non sono gli ‘uomini di Dio’ così come i laici non sono ‘gli uomini del mondo’. Questa dicotomia è falsa. Anziché di chierici e laici, è corretto parlare di comunità e ministeri. Tutti i battezzati sono consacrati come casa spirituale e sacerdozio santo”. È il sacerdozio originale di Gesù, che si è fatto in tutto simile ai suoi fratelli, “la base per comprendere tanto il sacerdozio presbiterale quanto, naturalmente, il sacerdozio comune”: è la Chiesa intera, Popolo di Dio, che “porta avanti il sacerdozio di Gesù, senza perdere la laicità”, nell’ambito del profano e nello spazio degli esclusi.

 

La grande restaurazione

Tuttavia, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, il passato è tornato a farsi prepotentemente sentire all’interno della Chiesa. È con lui che “la minoranza uscita sconfitta dal Vaticano II rialza la testa e pianifica spazi e strategie per riconquistare lo spazio perduto”. Come ha scritto Edward Schillebeeckx, citato da Forcano, se “il Concilio Vaticano II consacrò i nuovi valori moderni della democrazia, della tolleranza, della libertà”, Giovanni Paolo II espresse, con il suo progetto di rievangelizzare l’Europa, “la tendenza a porsi contro la modernità, considerata una specie di anticristo”: “Il ritorno al cattolicesimo del primo millennio è, per Giovanni Paolo II, la grande sfida. Nel secondo millennio, l’Europa è decaduta e, con essa, tutta la cultura occidentale. Per rievangelizzare l’Europa è necessario superare la modernità e tutti i valori moderni e ritornare al primo millennio”.

Secondo il religioso clarettiano, la restaurazione promossa da papa Wojtyla - e intensificatasi con la nomina di Joseph Ratzinger alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede (il quale, già nel 1985, affermava che “i vent’anni del postconcilio” erano stati “decisamente sfavorevoli per la Chiesa”) - raggiunge presto tutti i livelli della vita ecclesiale: sinodi, conferenze episcopali, riunioni dell’episcopato latinoamericano, congregazioni religiose, vescovi, teologi, riviste. Un compito per il quale il papa ha potuto contare su movimenti forti e totalmente allineati, dall’Opus Dei a Comunione e Liberazione, dai Neocatecumenali ai Legionari di Cristo. “A questa involuzione - scrive il teologo - si è accompagnata la perdita di credibilità della Chiesa. Condizioni tanto negative impedivano di trovare nella Chiesa strutture di accoglienza che invitassero alla fiducia, al rispetto e al dialogo. Un clima a causa del quale, malgrado le moltitudini inneggianti al papa in stadi e piazze, le chiese si sono sempre più svuotate”.

 

La questione essenziale

In questo quadro, si comprende bene quale sia la portata delle sfide di fronte a cui si trova la Chiesa attuale. Sfide che si potrebbero, tuttavia, ridurre a quella che il teologo spagnolo definisce la “questione essenziale”: “la missione della Chiesa è la stessa missione di Gesù. Per fare ciò che è giusto ed essere autentica la Chiesa non deve far altro che tornare a Gesù”.

Ed è in fondo la stessa cosa che dice, per quanto con stile e toni completamente diversi, il prete asturiano Faustino Vilabrille, il quale, partendo dalla barzelletta sullo Spirito Santo che sceglie come destinazione per le proprie vacanze proprio Roma, “perché non c’è mai stato”, descrive il duro lavoro che vedrebbe impegnato lo Spirito all’interno della Chiesa istituzionale.

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, la parte del lungo intervento di Benjamín Forcano (Retos de la Sociedad y la Iglesia ante el siglo XXI, pubblicato il 25 aprile su Redes Cristianas) relativa alle “sfide che la situazione attuale pone ai cristiani”, seguita dalla riflessione di Faustino Vilabrille (tratta da Eclesalia del 6 maggio). (claudia fanti)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.