Nessun articolo nel carrello

Una democrazia “controllata”?

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 5 del 07/02/2015

La decisione del Senato che, col soccorso dei voti determinanti di Forza Italia, ha bocciato l'emendamento della minoranza del Partito Democratico inteso ad abolire i capilista bloccati e ha approvato l'emendamento Esposito che cancella 35.800 dei 45.000 emendamenti, ha confermato ciò che era sotto gli occhi di tutti eccetto di coloro che non volevano vedere. Il “patto del Nazareno”, dichiaratamente limitato alle riforme istituzionali ed elettorali, era dotato sin dall'inizio di una forza espansiva fondata sulle affinità non solo caratteriali fra Berlusconi e Renzi (nonostante le diverse età e le diverse storie) ma anche sull’idea di partito a gestione personalistica, sulla concezione dello Stato e sulla politica economica. Un'intesa destinata, nei propositi dei contraenti e fatti salvi i possibili incidenti di percorso, ad includere sia l'elezione del nuovo capo dello Stato, sia gli indirizzi e le scelte della politica nazionale dei prossimi anni. Un accordo da portare avanti, a seconda delle esigenze tattiche, talvolta con collaborazioni esplicite e talaltra con sostegni mascherati da una più o meno benevola opposizione.

Si spiega allora la determinazione con la quale Renzi e Berlusconi stanno lavorando per varare l'Italicum il quale prevede i 100 capilista bloccati, la vittoria col premio di maggioranza alla lista che superi al primo turno il 40% dei voti o che risulti vittoriosa in un eventuale ballottaggio e pone al 3% la soglia di sbarramento per le liste minori. Premesso che l'attribuzione del premio di maggioranza spetta alla lista vincente e che il premio a tale lista non esclude in alcun modo possibili alleanze tatticamente incluse nella lista medesima, sia Renzi che Berlusconi (il primo possibilmente senza alleanze e il secondo sicuramente attraverso un'ampia alleanza) puntano a giocarsi fra di loro la partita prevedendo che si concluderà con la vittoria del partito del premier e con la prosecuzione della diarchia anche durante tutto l'arco della prossima legislatura. Una logica tutta centrata sulla gestione del potere e perciò assai lontana dai problemi e dai drammi della vita sociale ed economica del Paese.

A fronte di un tale scenario sorprende che si possa ancora considerare Renzi un uomo "nuovo" della politica italiana che avrebbe dato ad essa un impulso di radicale cambiamento. Renzi "nuovo" non è, perché è cresciuto e pasciuto nella politica di casa nostra (già a 19 anni nel comitato per "Prodi presidente", quindi presidente della Provincia di Firenze e sindaco della stessa città per fare poi la fulminea carriera che lo ha portato ai vertici del Pd e del governo), mentre non risulta abbia svolto altre attività di rilievo. Per quanto attiene alla sostanza del cambiamento esso andrebbe analizzato sia sotto il profilo della gestione del potere sia sotto quello dei contenuti del disegno politico. E non vi è dubbio che sulla gestione del potere il modus operandi renziano presenti caratteri addirittura peggiorativi rispetto a quelli della vecchia politica: costituzione e utilizzo di una forte e strutturata corrente in grado di assicurare il pieno controllo del Pd; collocazione nei posti chiave del partito e del governo (inteso in senso ampio fino a comprendere ruoli europei e la direzione delle aziende partecipate) di collaboratori a immagine e somiglianza del capo; inclinazione a realizzare una sorta di "dittatura della maggioranza" perseguita anche attraverso il varo di una legge elettorale ad hoc; emarginazione del dissenso interno e insofferenza verso tutti i controlli e tutti i dissensi; svalutazione dei corpi intermedi e della partecipazione democratica.

Quanto ai contenuti del frammentato e confuso progetto politico del premier, sorprende che i fautori della novità renziana non guardino o guardino poco a cosa c'è dentro di essa e ne tessano le lodi deviando l’attenzione e il discorso sul conflitto fra l'area del “rottamatore” e la cosiddetta vecchia guardia Pd o sul dinamismo del presidente del Consiglio messo a confronto con la deprecata “palude”. Eh sì, perché se si guarda al merito delle riforme in via di attuazione non può sfuggire che quelle istituzionali (Italicum compreso) delineano un cambiamento di segno involutivo: la realizzazione di una democrazia “controllata” da un “partito della nazione” liquido fino all’evanescenza progettuale e trasformato in una sorta di permanente comitato elettorale. Un partito con un leader che guidi il governo del Paese in sintonia e in sostanziale collaborazione col gruppo dirigente della destra berlusconiana consentendo al suo leader di attribuirsi dignità di compartecipazione e possibilmente assicurando ad esso piena riabilitazione politica. Se poi si dà uno sguardo alle altre riforme in cantiere ci si accorge che la “democrazia controllata” diviene, sul versante dell’economia e del lavoro, una “democrazia affievolita” orientata a cancellare o a comprimere diritti fondamentali, facendo finta di crearne di nuovi in favore di chi ne era escluso. L’auspicio è che, nell’interesse del Paese, ci siano la volontà e il tempo per correggere la rotta.

* presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.