Nessun articolo nel carrello

...E infine rottamò il partito!

...E infine rottamò il partito!

Tratto da: Adista Notizie n° 9 del 04/03/2017

Attorno agli strappi e/o alle scissioni che stanno affliggendo il Partito Democratico si sono addensati anatemi, condanne, recriminazioni che, ad esser sincero, personalmente non mi toccano, avendo lasciato il partito da più di quattro anni e non riuscendo più a vedere il senso e, soprattutto, il valore di una unità intorno al vuoto. Voglio dire vuoto di sinistra! Perché questo è il problema. E a nulla vale evocare i “demoni del Novecento” che, a dire di Ezio Mauro, «sono tornati a far visita alla sinistra con l’eterna tentazione dei deboli: la scissione» (editoriale La Repubblica, 21/2). I demoni sono entrati nella sinistra ormai da tempo, soprattutto da quando Matteo Renzi, catapultato nella segreteria del Partito da primarie farlocche nelle quali si presentarono a votarlo migliaia di persone con un euro in mano e la tessera del PdL in tasca.

E poi non sempre la scissione è segno di debolezza. Può essere, invece, segno di coerenza e di coraggio, contro le viscide prostrazioni, le sospette fedeltà, le inconfessabili convenienze e, soprattutto, quando si è persa ogni speranza che il continuare a restare potesse servire a qualcosa.

Il Partito Democratico ha perso la sua fisionomia di partito di sinistra già prima del 15 dicembre 2013, quando Matteo Renzi assunse la carica di segretario. Già il 26 Luglio del 2013, in una “Lettera aperta alla Direzione Nazionale del PD”, pubblicata sull’Huffington Post, scrivevo testualmente: «Siete diventati il contrario di voi stessi, al punto di non riconoscervi più come partito di sinistra». E, continuando, aggiungevo: «In campo sociale siete diventati un partito in cravatta, avete dismesso la tuta blu dell’operaio e vi siete rivestiti di quel perbenismo borghese che vi fa più organici alla piatta gestione del potere che al suo rigoroso controllo. In campo economico, là dove si fonda la reale identità della sinistra, avete cominciato a fornicare col liberalismo di destra, pur combattendone le versioni estreme dell’ideologia reaganiana e thatcheriana. Politicamente siete diventati concubini di secondo letto con i conservatori di centro e di destra. Siete diventati, insomma, ciò che Enrico Berlinguer rimproverava agli altri partiti: “macchine di potere e di clientela”. (…)

Persa la vostra identità di sinistra avete perso anche l’orientamento. Prigionieri delle miopistiche politiche di piccolo cabotaggio, vi siete dispersi nei vicoli cechi dei calcoli di immediato tornaconto e vi siete divisi nel labirinto correntizio delle tifoserie personali. In questi ultimi anni avete vissuto di rendita e non c’è bisogno di grande preveggenza per costatare che siete, ormai, arrivati, al fine corsa».

Ad una breve analisi, dobbiamo riconoscere che il vero problema del PD non è solo quello della sua classe dirigente, divisa tra dalemiani, bersaniani, speranziani, cuperliani e altri possibili “iani”. Il vero problema del PD è la sua base, desertificata dalla scomparsa della classe operaia, isterilita dal praticume deideologizzato, inficiata da infiltrazioni di gente interessata ed opportunista.

Il panorama è desolante. E in questa desolazione bisogna riconoscere che Renzi si è rivelato come una nuova disgrazia nelle disgrazie, un diluvio nella tempesta. Partito con l’intento di rottamare i “vecchi” del PD è finito per tagliare i piedi al Pd e rottamare le “idee” della sinistra. Vi ricordate? «Sto con Marchionne senza se e senza ma» (12 gennaio 2011). «La privatizzazione dell'acqua è necessaria agli investimenti» (4 giugno 2011). «Sarò sbrigativo: a me dell'articolo 18, usando un tecnicismo giuridico, non me ne po' frega de meno» (27 marzo 2012). «Sono favorevole ai termovalorizzatori, ci sono in tutta Europa e non fanno venire il cancro» (21 aprile 2012).

Ha tagliato i piedi alla rinascita sociale del Paese, spacciando per “riforme” un vieto “decisionismo” che, incredibile a dirsi, insiste sulla “governabilità”, “il bipolarismo” eccetera, come panacea per la crisi, quando dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che “la governabilità” e le “riforme istituzionali” e il “bipolarismo” sono stati dei fattori che hanno incancrenito ed aggravato questa crisi, consentendo ad una minoranza di imporre al Paese politiche economiche scellerate, ma di certo non l’hanno creata.

Ha tagliato i piedi alla democrazia perché ribadisce la filosofia istituzionale prima seguita dal PDL, secondo la quale le “minoranze” sono d'impaccio e d’impiccio, in barba alla lettera e allo spirito della Costituzione.

Da uomo di sinistra, avrebbe dovuto metter mano, in campo economico, a riforme strutturali capaci di contrastare la devastazione sociale ed ambientale che un’economia senza regole ha imposto come diktat per tentare di risalire una china che ci ha imprigionati in una crisi senza soluzioni in vista. Non solo non lo ha fatto, ma ha spalancato porte e steso tappeti di ben venuto a quel liberalismo senza tutele che ammassa ricchezze nelle mani di pochi e depreda i molti di beni dovuti e di diritti già acquisiti.

In ultimo, il suo più grave peccato come segretario di Partito, il non aver perso mai occasione di mortificare, spregiare, sfottere le minoranze del suo partito mentre strizzava l’occhio alla destra del PdL e ai fascisti di Alfano.

Aldo Antonelli è prete ad Avezzano

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.