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Un regalo per Salvini: da Casa Rut, il “grembiule del servizio”

Un regalo per Salvini: da Casa Rut, il “grembiule del servizio”

Tratto da: Adista Notizie n° 23 del 23/06/2018

39411 CASERTA-ADISTA. “Il grembiule del servizio” è il dono che le religiose e le donne di Casa Rut (spazio di accoglienza per donne migranti, sole o con figli, in gravi situazioni di difficoltà e vittime di sfruttamento ed esperienza di punta nella lotta alla tratta degli esseri umani e nel contrasto alla prostituzione forzata) hanno inviato al neopresidente del Consiglio Giuseppe Conte, al vicepresidente del Consiglio nonché ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio e all’altro vicepresidente – ma forse il vero premier è proprio lui, perlomeno a giudicare dalle prime settimane di attività del governo – nonché ministro degli Interni Matteo Salvini.

A Salvini, che in questi giorni si sta occupando soprattutto di immigrazione (vedi la vicenda della nave Aquarius, con 629 migranti a bordo, a cui è stato interdetto l’approdo nei porti italiani) e che ha pronunciato parole molto dure nei confronti degli immigrati («è finita la pacchia», «Aquarius non può decidere dove finisce la crociera»), le religiose e le donne di Casa Rut – suor Rita Giaretta (superiosa di Casa Rut), le altre tre orsoline del Sacro Cuore di Maria (Assunta, Nazarena e Agnese) e le socie lavoratrici e tirocinanti della cooperativa “newHope”, laboratorio tessile nato all’interno di Casa Rut (Mirela, Oksana, Elizabeth, Josephine, Joy, Ada, Sara, Mercy, Stella, Maddalena, Ode, Sara, Marilena, Maris, Diomande, Success – hanno accompagnato il grembiule con una lettera (e pochi giorni prima Salvini aveva ricevuto un’altra lettera da parte di una religiosa, suor Eugenia Bonetti, indignata per le parole contro gli immigrati del neo ministro degli Interni, v. Adistaonline, 7/6/2018).

«Caro ministro Matteo Salvini – vi si legge – da alcuni giorni sei diventato il ministro dell’Interno di questo nostro governo da voi definito del “cambiamento”. Lo speriamo di tutto cuore!». «Oggi, anche a te, come segno del nostro sentirci cittadine attive e come è nostra usanza, desideriamo farti all’inizio del tuo mandato un dono speciale: un manufatto creato da giovani donne migranti, le quali, dopo tante e sofferte vicissitudini, hanno dato vita alla cooperativa sociale “newHope” – nuova speranza, dove oggi lavorano con regolare contratto e dove si offrono opportunità di tirocini formativi per altre donne migranti. Questo dono è il “grembiule del servizio”. A te il coraggio di indossarlo con responsabilità e umiltà. Gli italiani aspettano da te un’operatività governativa trasparente, coraggiosa e lungimirante che manifesti l’impegno e la ricerca del bene per la nostra Italia e per la nostra gente, a partire dai più poveri».

Il grembiule è un simbolo. Per don Tonino Bello era «l’unico paramento» indossato da Gesù nell’ultima cena, simbolo di una Chiesa che non detiene il potere ma si mette a servizio degli ultimi («la Chiesa del grembiule»). Per le religiose è le donne di Casa Rut è metafora del servizio ai cittadini a cui i ministri sono chiamati, come del resto suggerisce l’etimologia latina della parola: minister, ovvero servitore.

«Indossare il grembiule del servizio – si legge ancora – ti ricorda che l’autorità che ti è stata concessa attraverso il voto (i tuoi elettori sono stati il 17 per cento, quindi c’è tanto altro) deve essere da te interpretata come servizio e non come esercizio di potere. Questo grembiule del servizio ti ricorda che sei chiamato a tenerti lontano da sottili e invitanti logiche di potere, di spartizioni, anche della “tunica degli ultimi”, ma di “fare strada ai poveri senza farti strada” (don Lorenzo Milani). Questo grembiule del servizio ti ricorda che devi impegnarti e lottare per debellare quel “vassallaggio clientelare” che è il vero bubbone maligno delle nostre strutture; non si ruba solo quando si ricava profitto dalla merce, si ruba anche quando si ricava “potere sulle coscienze”. Questo grembiule del servizio ti ricorda che sei chiamato a privilegiare l’eloquenza dei fatti alle chiacchiere per la trasformazione del nostro Paese, delle nostre città rendendole uno spazio di umanità, uno spazio aperto alla “convivialità delle differenze”. Questo grembiule del servizio ti ricorda che il nostro Paese ha urgente necessità di alimentare la fiducia e non le paure, di ritrovare i valori della solidarietà, della fraternità e non di creare i ‘nemici’; ti ricorda che sei chiamato ad aprire cammini di vita e di speranza per tutte e per tutti».

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