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Intervista al teologo Forcano: non sopportano Francesco perché ha rimesso in moto il Concilio

Intervista al teologo Forcano: non sopportano Francesco perché ha rimesso in moto il Concilio

Tratto da: Adista Notizie n° 37 del 23/10/2021

40839 MADRID-ADISTA. Pare proprio che papa Francesco stia godendo di cattiva fama in Spagna (v. notizia precedente). Sembra quasi ci sia una strategia della destra politico-ecclesiale per screditarlo. E non solo all’interno della nazione iberica, basta riflettere sui rapporti e le frequentazioni del partito spagnolo di estrema destra Vox con i leader della nostra destra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, o con il capo del governo ungherese Viktor Orban: nessuno di questi, com’è noto, condivide le idee del papa sull’accoglienza agli immigrati, la sua posizione dialogica verso l’islam o verso le persone LGBT, le sue ferme critiche al vigente sistema económico-finanziario che esponenzialmente arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri e sta distruggendo il nostro pianeta. Ne abbiamo parlato con Benjamin Forcano, dell’Associazione Teologica Giovanni XXIII di Madrid, direttore dell’Editoriale Nueva Utopía, religioso claretiano espulso dalla sua congregazione nel 1989 (v. Adista nn. 39, 50, 52, 85/88; n. 4/90), che "attrasse" l'attenzione non benevola del Vaticano – ma il favore di teologi e laici, e anche di vescovi di quell’epoca – quando uscì il suo libro Nuova etica sexual (1981). 

Quando gli chiediamo se le critiche che il papa sta subendo in Spagna sono occasionali o hanno motivazione più profonda, Forcano ci rammenta súbito che Fox News, già nel 2015, definì Francesco «la persona più pericolosa del mondo» e ci ringrazia per dargli l’opportunità di affrontare questo tema apertamente davanti a un pubblico più vasto di quello domestico. E inizia:

Papa Francesco è stato eletto il 13 marzo 2013. Abitava in un appartamento modesto, cucinava da solo, aveva rinunciato alla sua limousine, anche all'autista privato, usava i mezzi pubblici... È stato il primo papa gesuita, il primo papa dell'America Latina, il primo non europeo dal 744, ha rinunciato alle scarpe rosse, alla mantellina rossa (il carnevale è finito, diceva), alla croce d'oro, ha rinunciato a vivere nel Palazzo Apostolico Vaticano, e ha scelto la residenza di Santa Marta. Sporgendosi dal balcone della grande piazza vaticana, ha detto: Cominciamo oggi questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quello che presiede nella carità a tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra di noi. Vi chiedo di pregare affinché il Signore mi benedica. Facciamolo in silenzio. E ora darò la benedizione a voi e al mondo intero, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. In pochi giorni, è stato considerato uno dei leader più influenti al mondo e nominato l'uomo dell'anno 2013. Papa Francesco ha iniziato un nuovo percorso.

Precisamente quale?

Esattamente quello che aveva programmato il Concilio Vaticano II e che è stato espressamente sbarrato dai due precedenti papi: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e questo ha significato 35 anni di involuzione e paralisi del rinnovamento decretato dal Vaticano II.

Quali sono state le conseguenze di questo capovolgimento?

Il presupposto era mantenere immutata la tradizionale visione ecclesiologica, a partire soprattutto dalla riforma assolutista di papa Gregorio VII nel XII secolo: la Chiesa era una Chiesa suddivisa di due classi: la docente e la discente. La prima in possesso del potere di insegnare, governare e santificare, la seconda, quella inferiore, discente o laicale, senza altra missione che tacere, obbedire e farsi guidare da quella clericale. Un ritorno al Concilio di Trento in pieno Secolo XX. Molteplici le conseguenze: disuguaglianza, alleanza con il potere dominante dentro e fuori la Chiesa, negazione dell'autonomia dell'essere umano, della scienza, del progresso e della libertà. E, soprattutto, il capolavoro dell'intesa della Chiesa con il capitalismo. Alla Chiesa spetta procurare la salvezza dell'anima, sopportando in questo mondo ogni sorta di privazioni, ingiustizie e sofferenze e accumulando così meriti per il cielo. L'ordine socio-economico e politico rimane fuori, è competenza esclusiva dell'economia capitalista gestirlo, senza che il messaggio evangelico, ovviamente sovversivo e ragion d'essere della Chiesa, interferisca.

Non sto esagerando: fino al Vaticano II si proclamava ufficialmente che la Chiesa era praticamente la gerarchia e non il popolo di Dio, che in essa era naturale la disuguaglianza, che la società divisa in classi era effetto della volontà divina, che non si poteva essere socialista e cattolico insieme, che la Chiesa non aveva bisogno di altro che di essere fedele al suo passato.

C’è tutto questo alla radice delle critiche al papa, anche in Spagna?

Non prendiamoci in giro, papa Francesco è tornato all'origine, alla sorgente da cui scaturisce la Chiesa: Gesù di Nazareth e il suo progetto è un'opzione inequivocabile per i più poveri, per quelli che contano meno nella società, e la sua Chiesa è tale quando in essa tutti contano come fratelli ed eguali, con la stessa dignità e diritti, e quando i ministeri in essa, tutti, non sono un potere ma un servizio, dal ministero pontificio a qualsiasi altro.

In altre parole, i neocon di qualsiasi regione geografica siano, insomma i conservatori, per quanto cattolici si dichiarino, non hanno accettato le linee guida del Vaticano II.

Né più né meno: il Concilio Vaticano II continua a essere per loro un libro chiuso e il loro orizzonte e le loro linee guida sono il Concilio di Trento. Di conseguenza, se lasciassero quella posizione sarebbero costretti a una profonda conversione per situarsi nello spirito e nel metodo del Vaticano II, con un'attenzione improrogabile a una serie di questioni relative alla persona, alla famiglia, alla scienza, all'economia, alla società e alla politica. A loro conviene restare comodi e imperturbabili in un cristianesimo che, storicamente, si è evoluto nella messa a fuoco, nell’approccio e nella risposta, in fedeltà allo stesso Vangelo e alla uguale dignità e uguali diritti dell'essere umano. 

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