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Cl-Vaticano, tensione alle stelle

Cl-Vaticano, tensione alle stelle

Tratto da: Adista Notizie n° 23 del 25/06/2022

41121 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Ennesimo capitolo della lunga saga che da alcuni anni contrappone il Vaticano a Comunione e Liberazione, un tempo lobby vicinissima al papa e dalla Curia romana, che oggi invece vive rapporti sempre più tesi con l’istituzione ecclesiastica.

La ragione sta nel tipo di gestione – dei rapporti con i vertici della Chiesa, dei rapporti interni, ma anche economica-finanziaria – che nel corso degli anni ha portato tutti i movimenti ecclesiali (e CL in particolare) ad essere percepiti come Chiese nella Chiesa, ossia come corpi autonomi, e in diversi casi e a sé stanti, che non rispondono nella sostanza ad altra autorità se non al proprio fondatore o leader. Con una serie di conseguenze talvolta anche gravi, in termini di abusi di potere.

Anche per questa ragione, il Pontificio Consiglio Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita era intervenuto, l’11 giugno 2021 con un decreto sui Movimenti che fissa norme precise che disciplinano la vita delle associazioni ecclesiali, compresi i termini e i tempi dell’elezione dei gruppi dirigenti. I Memores Domini, la fraternità di laici consacrati di Comunione e Liberazione, aveva fatto resistenza a conformarsi alle nuove norme e già a settembre 2021 erano stati commissariati dal Vaticano. Il successore designato di don Luigi Giussani, don Julian Carrón, che non sembrava volersi fare da parte e consentire la riforma degli statuti associativi secondo le indicazioni del Vaticano, si era poi dimesso a novembre di quell’anno.

Ora, a distanza di alcuni mesi dalla designazione a presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione di Davide Prosperi, già vice di Carròn, arriva una lettera del presidente del Pontificio Consiglio per i Laici card. Kevin Joseph Farrell. Che si rivolge a Prosperi, ma sembra però prendersela – senza peraltro mai dirlo esplicitamente – proprio con Carrón, reo di continuare a dirigere (o tentare di dirigere) dall’esterno le fila di CL: «I Moderatori e i Presidenti dei Movimenti ecclesiali non ricevono per successione personale il carisma del fondatore e non ne sono, dunque, gli unici interpreti. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a un tentativo indebito e fuorviante di appropriazione e personalizzazione del carisma da parte di chi ha il ruolo di guida; da ciò deriverebbe un’autoreferenzialità non ammissibile nella Chiesa».

Dietro l’intervento di Farrell, il timore che l’attivismo di Carròn e dei suoi sostenitori, porti a una spaccatura all’interno di Comunione e Liberazione, tra i fedelissimi di Giussani, a cui Carron si presenta come l’erede designato e l’interprete più fedele, e l’ala più disponibile a mediare con le istituzioni ecclesiastiche.

Il motivo della missiva, chiarisce infatti lo stesso Farrell, è la «lettera di un membro della Fraternità di Comunione e Liberazione» spedita recentemente al dicastero per i Laici, nella quale il mittente «ha voluto fornire un’interpretazione delle comunicazioni del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita in merito alla durata e alla legittimità del Suo [di Prosperi, ndr] mandato». Osservazioni che – a giudizio di Farrell – mostrano il «persistere di una preoccupante confusione sui temi del carisma, dell’obbedienza e dell’autorità da alcuni alimentata», che «offrono l’occasione per chiarire alcuni punti fondamentali». «Mi preme precisare – scrive il prefetto del Dicastero per i Laici – che la dottrina della “successione del carisma”, proposta e alimentata durante l’ultimo decennio in seno a CL da chi era incaricato della conduzione, con strascichi che vengono ancora coltivati e favoriti in occasione di alcuni interventi pubblici, è gravemente contraria agli insegnamenti della Chiesa».

Insomma, il carisma non passa dal fondatore al successore da lui designato alla guida di un Movimento; piuttosto, il carisma «ha una dimensione collettiva e comunionale» e «neanche il fondatore può essere considerato “punto sorgivo” del carisma o “proprietario” del medesimo», ma solo «il tramite mediante il quale lo Spirito Santo ha elargito uno specifico carisma ad utilitatem di tutto il Popolo di Dio».

Per questa ragione, il card. Farrell chiede a Prosperi «di voler provvedere affinché sia promossa, quanto prima, presso tutti i membri dell’associazione, un’opportuna formazione sul tema dei carismi nella Chiesa e di far cessare ogni azione volta a promuovere questa falsa dottrina tra i membri di CL».

Sfiducia e resistenza alla Chiesa

C’è poi un’altra questione sollevata dalla lettera, cioè «che alcuni responsabili e persone influenti all’interno del Movimento continuino a suggerire e a promuovere tra i membri di CL – anche pubblicamente – un clima di sfiducia nei confronti della Chiesa e di resistenza alle sue indicazioni; un forte personalismo; divisioni interne e logiche manipolatorie; un ampio dissenso riguardo agli interventi e alle decisioni dell’autorità ecclesiastica. Tutto questo compromette inesorabilmente la presa di coscienza degli errori del passato, immobilizzando il risanamento profondo di idee, principi e prassi più volte sollecitato dall’autorità ecclesiastica». Per questo, «è necessario che il Movimento di Comunione e Liberazione, e in primis i suoi dirigenti e responsabili ad ogni livello – inclusi coloro i quali hanno ricoperto in passato incarichi di governo e/o educativi e hanno cessato da tali incarichi [qui il riferimento a Carrón sembra inequivocabile, ndr] – accolgano con docilità e spirito ecclesiale l’invito della Chiesa a riconoscere i problemi e a rivedere insegnamenti, prassi, metodi di governo e forme di organizzazione della vita interna che si sono rivelate inadeguate o addirittura dannose. Senza una seria presa di coscienza di tali limiti sarà impossibile non solo effettuare una riflessione adeguata sulle norme statutarie, ma anche prevedere elezioni libere e responsabili».

Farrell ribadisce infine la piena legittimità della nomina di Prosperi (per tentare di difenderlo da chi – dentro il movimento – cerca di screditarne il ruolo, ritenendo che solo Carrón abbia l’autorità per designare il proprio successore alla guida dei Memores) e dichiara «l’opportunità e l’utilità che il Suo mandato si protragga per un quinquennio a decorrere dal giorno in cui è avvenuta la Sua nomina», chiedendo massima diffusione della missiva presso «tutti i membri della Fraternità di Comunione e Liberazione affinché in maniera trasparente conoscano quanto sin qui espresso e, in ossequio a quanto testimoniato da don Giussani, rifuggano da qualsivoglia personalismo».

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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