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Ennesima strage del mare: il monito della Fondazione Migrantes

Ennesima strage del mare: il monito della Fondazione Migrantes

6 profughi siriani, tra cui due bambini di nemmeno due anni e un ragazzino di 12, partiti dalle coste della Turchia per evitare l’ormai inaccessibile rotta balcanica, sono morti di fame e di sete sul loro barcone, dopo due settimane di navigazione. L’ennesima tragedia del Mediterraneo riaccende il dibattito sulle morti in mare e sull’assenza di una forma di soccorso coordinata dei migranti nel Canale di Sicilia.

«Il Mediterraneo torna ad essere una tomba, un cimitero», denuncia mons. Gian Carlo Perego (presidente della Fondazione Migrantes, organismo della Conferenza episcopale italiana). Quei bambini, ha sottolineato, «erano siriani e nessuno può negare che avevano diritto alla protezione internazionale»

L’amaro commento di mons. Perego, breve e puntuale, contiene indicazioni precise per la politica italiana ed europea in tema di migrazioni forzate. La morte di quei bambini impone «un rinnovato impegno e non un blocco delle azioni di salvataggio in mare»; «un’azione congiunta tra le navi di soccorso delle Ong e le navi e gli aerei militari dei Paesi europei»; «un’azione europea in Libia per prevedere canali umanitari e legali per chi abbia diritto a una forma di protezione internazionale». Nel dibattito pubblico, denuncia ancora, «troppe parole si spendono mentre troppi morti si accumulano in fondo al mare. La Fondazione Migrantes auspica da subito un permesso di protezione internazionale per i 26 sopravvissuti», a bordo di una seconda imbarcazione giunta a Pozzallo in Sicilia; «un rinnovato impegno politico e civile a favore di chi chiede e ha diritto a una protezione internazionale, perché questo diritto non finisca in fondo al mare, negato, con nuove vittime innocenti. Una democrazia non può accettare che diritti fondamentali, come il diritto d’asilo, siano calpestati e ignorati».

* Immagine di manhhai, tratta da Flickr, immagine originale e licenza. La fotografia è stata ritagliata

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