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Germania: la Chiesa cattolica si mobilita contro il vento neonazista

Germania: la Chiesa cattolica si mobilita contro il vento neonazista

Tratto da: Adista Notizie n° 5 del 10/02/2024

41748 BERLINO-ADISTA. Grande preoccupazione per l’ascesa in Germania di gruppi di estrema destra, antisemiti e antidemocratici, è stata espressa dalla Chiesa tedesca, che è letteralmente scesa in piazza per manifestare, a partire dalla base fino ai vertici. In particolare, a mettere in ansia sono partiti radicali come il III Weg, Heimat e in particolare AfD (Alternative für Deutschland), partito nazionalista tedesco, nazional-conservatore, euroscettico e anti-immigrazione, che gli ultimi sondaggi indicano al secondo posto nelle intenzioni di voto. Oltre alle elezioni del Parlamento europeo, nel 2024 si terranno infatti le elezioni regionali nel Brandeburgo, in Sassonia e in Turingia, nonché le elezioni locali in nove Länder federali.

Di fronte ai progetti, annunciati dall’estrema destra, di espulsione di massa degli immigrati – anche di quelli nati in Germania – c’è una diffusa e profonda sensazione di déja-vu, la memoria bruciante dell’ascesa nazional-socialista. Per questo il 27 gennaio, giornata della memoria delle vittime della Shoah, la Chiesa si è unita alle diverse manifestazioni che si sono svolte nel Paese.

Ma «le proteste non bastano», ha avvertito con forza il vescovo di Aquisgrana, mons. Helmut Der, (katholisch.de) che ha dato il suo supporto alle recenti manifestazioni che hanno avuto luogo negli ultimi in tempi in Germania: «Le manifestazioni di piazza non sono sufficienti a modellare la politica e guidarla nella giusta direzione», ha sottolineato, rilevando che ciò che conta è l’espressione della volontà politica alle elezioni. Mons. Der si esprime «con forza contro ogni forma di razzismo, antisemitismo, esaltazione della violenza, smantellamento della nostra cultura della libertà e dello Stato di diritto e messa in discussione dell’unificazione politica dell’Europa»; la Chiesa, ha puntualizzato, sostiene una politica che sia solidale con le persone più deboli e quelle «che vogliono condurre una vita migliore in pace e sicurezza, al di là del bisogno e della povertà, e che affermi la nostra democrazia liberale».

Mons. Der non è stato certo l’unico a dare voce alla preoccupazione: gli hanno fatto eco vescovi della Bassa Sassonia che hanno partecipato alle manifestazioni del 27 gennaio, come mons. Heiner Wilmer di Hildesheim, che ha fatto appello ai cittadini, affinché difendano la democrazia. «La nostra democrazia è viva – ha detto – perché molti in Germania si impegnano a suo favore». «Dicci, Dio, come è possibile che il pensiero razziale ritorni ai nostri parlamenti?», ha chiesto il vescovo di Magdeburgo, Gerhard Feige, al termine di un evento commemorativo presso il monumento del campo di concentramento “Magda”. Il vescovo di Essen mons. Franz-Josef Overbeck ha detto che «L'AfD si è allontanato dai principi democratici» e che «non è possibile per i cattolici votare questo partito». «Non esiste alcuna intersezione tra cristianesimo e AfD», è la posizione dell’arcivescovo di Amburgo Stefan Heße.

Non è certo da ora che i vescovi si sono mobilitati su questo tema. Già a novembre scorso, ad esempio, i sei vescovi cattolici responsabili della ex Germania Est (Heiner Koch, Berlino), Stefan Heße (Amburgo), Gerhard Feige (Magdeburgo), Ulrich Neymeyr (Erfurt), Heinrich Timmerevers (Dresda-Meißen) e Wolfgang Ipolt (Görlitz) hanno pubblicato un documento in cui mettono in guardia contro le attività dei partiti di destra. In un appello congiunto, riportato dallo Spiegel (16/11), hanno dichiarato che in coscienza non ne possono accettare le posizioni: «Fantasie grossolane di espulsione per i migranti e i loro sostenitori, il rifiuto delle offerte di protezione per i rifugiati, l'esclusione delle persone con disabilità, l'attenzione esclusiva alla performance, la negazione del cambiamento climatico provocato dall'uomo e il disprezzo generale verso attori e istituzioni politiche sono incompatibili con questi valori fondamentali della nostra società», avevano scritto.

La base cattolica si mobilita

Non sono però solo i vertici a manifestare nel Paese, dove la situazione è resa complessa anche dagli effetti di una situazione economica colpita direttamente dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Il Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) ha dichiarato di «osservare con preoccupazione l’emergere di convinzioni e movimenti populisti di destra, antidemocratici e antisemiti, anche all’interno della Chiesa e della società». «Le notizie attuali sugli incontri degli estremisti di destra e le fantasie sulla cosiddetta “remigrazione” di donne e uomini migranti e di persone che un certo stereotipo razzista reputa inadatte ci ha inorridito», dichiara in un comunicato del 26/1 il Consiglio direttivo della Conferenza dei Superiori della Germania (DOK), che rappresenta 14.300 religiosi e religiose. «Negli eventi descritti – prosegue il comunicato – vediamo l’attuale culmine di uno sviluppo in cui movimenti e partiti antidemocratici si stanno affermando con idee e convinzioni che contraddicono la pari dignità di tutte le persone e quindi i valori fondamentali della nostra società libera e democratica». La Chiesa stessa ne è bersaglio: «Anche i membri delle congregazioni e delle comunità religiose in Germania sono colpiti da slogan e tendenze xenofobe e razziste. La realtà della nostra vita in Germania spesso coinvolge persone di diversa estrazione etnica e culturale che convivono. Il fatto che estranei diventino fratelli è per noi un compito quotidiano e un'esperienza costante. Questa preoccupazione è della massima importanza per tutta la nostra società. Siamo felici e grati che molte persone, comprese donne e religiosi, scendano in piazza in questi giorni per la democrazia e la diversità e contro l’estremismo di destra».

Anche nella Chiesa c’è sostegno all’estrema destra

La Chiesa cattolica tedesca, però, non è compatta sulla posizione rispetto all’estremismo di destra: a fronte di tanti vescovi che si esprimono contro (compreso il presidente della Conferenza episcopale mons. Georg Bätzing che il 20 gennaio ha partecipato a una manifestazione a Limburg per la democrazia, la diversità e la tolleranza), vi sono cattolici che lo sostengono, chiarisce su katholisch.de (2/2) Simon Linder, assistente ricercatore presso la Cattedra di Teologia Pratica dell'Università di Tubinga: «Ci sono cattolici che – purtroppo! – sostengono l’AfD anche in forza del loro credo religioso. Tra i punti di connessione ci sono l’antisemitismo, l’islamofobia e l’antigenderismo. Secondo la teologa Sonja Strube, sono particolarmente colpiti i luoghi ecclesiali in cui “la fede è caratterizzata da un pensiero dualistico, da giudizi e azioni rigidi e da un atteggiamento sospettoso e ostile”». Insomma, i collegamenti tra cattolici e destra radicale esistono eccome, e trovano le loro radici, spiega il sociologo Richard Faber, nelle teorie, derivate dal cattolicesimo romano, del giurista costituzionale Carl Schmitt che divenne membro del Partito nazista nel 1933 e definì le leggi antisemite di Norimberga una «costituzione di libertà». I testi di Schmitt, racconta Simon Linder, vengono letti ancora oggi negli ambienti di destra e sono citati, ad esempio, da Maximilian Krah, principale candidato dell'AfD alle elezioni europee di quest'anno. D’altronde Krah, informa Linden, si presenta come cattolico su Instagram: ospite dell'ultraconservatore “Istituto di Cristo Re e Sommo Sacerdote”, sorride accanto all'altrettanto ultraconservatore mons. Salvatore Cordileone, vescovo di San Francisco. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza

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