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PARZIALITÀ, IL NUOVO NOME DELL'UGUAGLIANZA. L'OPZIONE PER I POVERI PER RILANCIARE LA DEMOCRAZIA

Tratto da: Adista Documenti n° 38 del 17/05/2008

DOC-1994. MADRID-ADISTA. Difficile dire cosa sia rimasto esattamente della democrazia ai tempi del neoliberismo, al di là della consuetudine di recarsi alle urne a lasciare la propria delega in bianco a questo o quest’altro candidato. Sempre più asservita al mercato, ma con intatte pretese di ergersi a modello per tutti, quando non di imporsi per la via delle armi ai recalcitranti, la democrazia occidentale assomiglia sempre più a un guscio vuoto. E altrettanto difficile è attendersi, al capezzale di questa democrazia malata, una parola credibile da parte dell’istituzione ecclesiastica che certo "non ha al suo interno, nella sua struttura e funzionamento, esperienza di democrazia", come scrive il teologo spagnolo Benjamín Forcano in un articolo dal titolo "Sfide della democrazia alla Chiesa", pubblicato sulla rivista Exodo del febbraio 2008. Non sarebbe giusto - prosegue il teologo - che la Chiesa si erigesse a guardiana della democrazia, segnalando deficienze, contraddizioni e abusi che l'accompagnano, senza vivere ‘in casa’ le migliori tradizioni che essa predica a chi sta fuori".

Eppure, nella sua tradizione originale, recuperata nel Vaticano II, la Chiesa di Gesù ha un contributo davvero grande da offrire. Così, se per Rafael Díaz-Salazar, professore della Facoltà di Scienze Politiche e Sociologia dell’Università Complutense, alcuni valori di fondo del cristianesimo originario - come "il primato degli ultimi, la passione per la loro liberazione, la critica delle ricchezze, la vicinanza alle vittime dello sfruttamento" - "sono proposte vitali molto preziose per la cultura socialista", per il teologo della liberazione Jon Sobrino la Chiesa può contribuire in maniera rilevante ad umanizzare la democrazia attraverso il principio di compassione-giustizia e il principio di parzialità nei confronti del povero (l’articolo di Sobrino, pubblicato su Concilium del settembre del 2007 in un numero dedicato al rapporto tra cristianesimo e democrazia, è stato ripreso da Adista sul n. 4/08). E, sulla scia di Sobrino, Benjamín Forcano ricorda che "continuare a parlare nelle nostre democrazie di uguaglianza è una menzogna reale, perché non è così; bisogna introdurre il criterio della parzialità. È il povero sofferente che deve venire per primo. Si deve porre non l'uguaglianza ma il povero al centro della vita democratica". Di seguito l’articolo di Forcano, in una nostra traduzione dallo spagnolo. (c. f.)

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