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Lettera aperta al nuovo papa

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 11 del 23/03/2013

Nostro “fratello maggiore” in Cristo,
noi, membri del movimento ecclesiale “Vocatio”, abbiamo molto apprezzato, nella vicenda delle dimissioni di Benedetto XVI, la distinzione fatta, per il ministero papale, fra ruolo e persona che lo ricopre.
Il “carico” sulle spalle di un papa è troppo pesante se deve anche gestire intorno a sé scenari talvolta “oscuri”.
Auspichiamo, perciò, maggiore trasparenza nella Curia romana e nella sua gestione decisionale ed economica. Questo ci sembra un punto nodale che dovrai affrontare per una vera crescita della Chiesa.
Molte sarebbero le speranze da esprimere all’inizio di questo tuo nuovo papato. Scegliamo di sottolinearne solo alcune.
Noi speriamo:
che vengano rivalutati i messaggi del Concilio Vaticano II, cogliendone gli aspetti innovativi ed esprimendoli con un linguaggio più vicino a quello del popolo di Dio;
che venga ripresa operativamente la collegialità dei vescovi;
che le Chiese locali e le conferenze episcopali abbiano maggiore autonomia;
che si trovi il modo di consultare le comunità cristiane nella designazione dei loro “pastori” (vescovi e parroci);
che trovino più spazio, anche a livello decisionale, ministeriale, liturgico e pastorale, le donne e tutti i membri del laicato;
che sia dato spazio, nella Chiesa di Gesù, agli emarginati ritenuti “peccatori”: ai divorziati risposati, alle coppie di fatto, agli omosessuali, ecc.;
che sia studiata nuovamente la possibilità di affiancare nel ministero presbiterale a preti celibi anche preti sposati. Mentre si discute e si decide in merito, speriamo di essere considerati validi interlocutori nelle comunità locali e nella Chiesa tutta;
che…
Le richieste, le speranze (o i sogni?) sarebbero tante!
Preghiamo insieme lo Spirito che spinga noi tutti, discepoli diversi, ma riuniti da Gesù in un’unica Chiesa, verso un insieme di comunità testimoni di amore, apertura e disponibilità.
Cordialmente.

* presidente di “Vocatio”, movimento dei preti sposati italiani, Napoli - 7 marzo 2013

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