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OBIETTO!

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 12 del 29/03/2014

Il 9 marzo scorso, con una lettera indirizzata al premier Netanyahu, una cinquantina di giovani israeliani tra i 16 e i 20 anni ha annunciato il proprio rifiuto a prestare servizio nell’esercito. Di seguito il testo della lettera in una nostra traduzione dall’inglese.


Noi cittadini dello Stato di Israele, siamo stati designati per il servizio militare. Facciamo appello ai lettori di questa missiva affinché mettano da parte ciò che hanno sempre dato per scontato e riconsiderino le implicazioni del servizio militare.

Noi firmatari intendiamo rifiutarci di prestare servizio nell’esercito e la ragione principale del nostro rifiuto è la nostra opposizione all’occupazione militare dei Territori palestinesi. I palestinesi nei Territori occupati vivono sotto il controllo del governo israeliano nonostante non lo abbiano scelto e non hanno mezzi legali per incidere su questo regime o sui processi decisionali. Tutto ciò non è né giusto né equo. In questi territori i diritti umani sono violati e atti definiti dal diritto internazionale quali crimini di guerra sono perpetrati quotidianamente. Questo include gli omicidi (esecuzioni extragiudiziali), la costruzione di insediamenti nelle terre occupate, la detenzione amministrativa, la tortura, le punizioni collettive e un’iniqua allocazione di risorse come elettricità e acqua. Ogni forma di servizio militare rafforza questo status quo e, pertanto, in fedeltà alla nostra coscienza, non possiamo prendere parte a un sistema che perpetra le azioni qui elencate.

Il problema non comincia e non si esaurisce con i danni inflitti alla società palestinese, ma si infiltra nella vita quotidiana della stessa società israeliana: plasmando il sistema educativo, le nostre opportunità di lavoro, incoraggiando razzismo, violenza e discriminazioni su base etnica, nazionale e di genere.

Rifiutiamo di aiutare il sistema militare nella promozione e nella perpetuazione del dominio maschile. A nostro avviso l’esercito incoraggia un ideale maschile violento e militaristico per cui “il potere è giusto”. Questo ideale è a detrimento di tutti. Inoltre ci opponiamo alle strutture di potere oppressive e discriminanti dell’esercito stesso.

Ci rifiutiamo di tradire i nostri principi come condizione per essere accettati nella nostra società. Abbiamo riflettuto a lungo e restiamo fermi nella nostra decisione.

Facciamo appello ai nostri coetanei, a coloro che prestano servizio nell’esercito e/o in quello di riserva, e all’opinione pubblica israeliana: rivedete le vostre posizioni sull’occupazione, sull’esercito, sul ruolo dei militari nella società civile. Crediamo nel potere e nella capacità dei civili di cambiare la realtà in meglio, creando una società più giusta ed equa. Il nostro rifiuto esprime questa convinzione.

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