Nessun articolo nel carrello

Abusi a Monaco: il

Abusi a Monaco: il "mea culpa" del card. Wetter alza l'asticella

MONACO-ADISTA. «Da parte mia, nell'inadeguata gestione del caso H., ma anche nel contesto di altre segnalazioni avvenute il mio mandato, devo assumermi anche una responsabilità personale». Sono le parole del card. Friedrich Wetter, successore di Joseph Ratzinger all’arcivescovado di Monaco dal 1982 al 2008, nonché predecessore del card. Reinhard Marx (Domradio.de, 25/1). È il primo, tra le figure istituzionali tirate in causa dal Rapporto sugli abusi nella diocesi di Monaco e Frisinga, pubblicato il 20 gennaio, a confessare la sua colpevolezza. 93 anni Wetter è accusato di aver mal gestito 21 casi di pedofilia durante il suo lungo mandato e, come osserva il sito Domradio.de, con il suo gesto ha alzato l’asticella non solo per il suo predecessore, ma anche per l’arcivescovo in carica, Marx. Al termine di una memoria di quattro pagine, nel giorno che la Chiesa decia alla conversione di Paolo, Wetter afferma di avere avuto, da arcivescovo, una «responsabilità personale indelegabile».

Il 24 gennaio, Ratzinger, al contrario, ha voluto correggere la propria testimonianza, allegata agli atti del Rapporto, affermando di avere fornito informazioni "accidentalmente" errate e preannunciando una ulteriore dichiarazione. Contrariamente a quanto affermato inizialmente nella sua memoria di 82 pagine, ha ammesso di aver preso parte alla famosa riunione dell'Ordinariato del 15 gennaio 1980 in cui venne decisa l'ammissione a Monaco di Peter H., un sacerdote di Essen con precedenti penali.

Il card. Marx, a sua volta, si è scusato con le vittime, dopo la pubblicazione del Rapporto, a nome dell'arcidiocesi. Si ipotizza anche che Marx possa nuovamente offrire le sue dimissioni, già presentate lo scorso giugno, dopo che papa Francesco le ha respinte: Marx stesso, riprendendo il suo incarico, non aveva affatto escluso questa possibilità. Se lo farà, sarà dopo aver consultato gli organismi diocesani, tra cui il comitato consultivo per le vittime.

Lo stesso 25 gennaio Richard Kick, a nome del comitato consultivo per le vittime, ha chiesto al cardinale di smettere di incolpare gli altri per i «crimini efferati» e di concedere un risarcimento che sia più che «elemosina»: i fallimenti morali e l'inazione di Marx, ha affermato Kick, hanno completamente distrutto la sua fede e la sua fiducia nella Chiesa come istituzione. Il suo predatore è stato sepolto nel 2019 con tutti gli onori come «sacerdote innocente».

Marx, che gli avvocati autori del Rapporto accusano di non aver considerato per molto tempo la questione degli abusi una priorità assoluta, ha reagito immediatamente e ha promesso di raccogliere l'appello urgente di Kick. «La tua voce critica è importante in questo viaggio», ha detto.

Ma anche l’avvocato Lorenz Wolf, sacerdote funzionario della diocesi nonché Capo dell’Ufficio Cattolico in Baviera (organismo di contatto tra Chiesa e Stato), che nel 2015 si occupò del dossier abusi, risulta aspramente criticato nel Rapporto: per lui, afferma il documento, «gli interessi dei sacerdoti accusati di abusi sessuali erano più importanti di quelli delle presunte vittime. Questo atteggiamento si è manifestato, ad esempio, nel fatto che Wolf abbia banalizzato i crimini e – in un caso – ha mitigato le azioni sessualmente abusive di un prete con i suoi interessi artistici decenni dopo il delitto (cfr. caso 42)» (p. 1157). Inoltre, il rapporto afferma che Wolf ha incontrato «sospette vittime di abusi con un atteggiamento spiccatamente scettico». Da parte sua Wolf definisce la critica nei suoi confronti «falsa, tendenziosa, arbitrariamente selettiva»: per la Süddeutsche Zeitung (25/1) un affronto all'arcivescovo Marx, che ha commissionato il rapporto. Secondo lo Zeit Wolf avrebbe invece agito, rispetto al prete pedofilo seriale Peter H., in modo corretto. In ogni caso, da più parti si chiedono le sue dimissioni.

 

* Il card. Friedrich Wetter. Foto di Whuke tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.