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Card. Hollerich, relatore al Sinodo:

Card. Hollerich, relatore al Sinodo: "Perché non permettere anche ai preti di sposarsi?"

LUSSEMBURGO-ADISTA. La Chiesa deve trattare in modo più aperto il tema della sessualità e rivedere il celibato obbligatorio dei sacerdoti: lo ha affermato il card. Jean-Claude Hollerich, gesuita, arcivescovo del Lussemburgo nonché presidente della Commissione dei vescovi dell’UE Comece e relatore generale al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, in una intervista al quotidiano cattolico francese La Croix (20/1). «Naturalmente non si tratta di dire alla gente che può fare qualsiasi cosa, o di abolire la morale», ha detto Hollerich, «ma penso che dobbiamo dire che il sesso è un dono di Dio. Lo sappiamo, ma lo stiamo dicendo? Non ne sono sicuro».

Quanto alla questione degli abusi, Hollerich rileva come alcuni nella Chiesa ne abbiano attribuito l’aumento alla rivoluzione sessuale (il riferimento velato è a Joseph Ratzinger che, nel documento del 2019 “La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali”, indicò nella rivoluzione originata dal ‘68 la causa di tutti i mali): «Penso esattamente il contrario: penso che i casi peggiori si siano verificati prima degli anni '70». Secondo Hollerich, è necessario che i sacerdoti possano parlare della loro sessualità e delle loro difficoltà in realzione a essa: «Devono poterne parlare liberamente - ha sottolineato - senza timore di essere rimproverati dal loro vescovo. Quanto ai preti omosessuali - e sono tanti - sarebbe bene se potessero parlarne con il loro vescovo senza essere giudicati da lui».

La formazione dei sacerdoti, ha aggiunto, non deve concentrarsi esclusivamente sulla liturgia. Anche i laici e le donne dovrebbero avere voce in capitolo; è «un compito di tutta la Chiesa, e quindi tutta la Chiesa deve accompagnare questa fase, con uomini e donne sposati e non». Quanto alla questione del celibato per i sacerdoti, Hollerich dichiara di avere una «altissima opinione del celibato», ma la domanda è se debba essere obbligatorio. Nella sua arcidiocesi, ha sposato diaconi che «esercitano meravigliosamente il loro ufficio, predicano omelie con cui toccano le persone molto più di noi celibi. Perché non permettere anche ai preti di sposarsi?».

Il cardinale, nell’intervista, affronta anche l’attuale crisi che sta sconvolgendo la Chiesa: «Abbiamo una teologia che nessuno capirà più, tra 20 o 30 anni. Questa civiltà sarà ormai nel passato», ha detto insistendo sulla necessità di «un nuovo linguaggio basato sul vangelo», al cui sviluppo tutta la Chiesa deve partecipare. Questo è il senso del sinodo mondiale convocato da papa Francesco sulla sinodalità della Chiesa.

L'Europa è tornata da tempo un Paese di missione, ha detto il cardinale: «Il Lussemburgo della mia giovinezza era un po' come l'Irlanda: grandi processioni, molta pietà popolare. Quando ero piccolo, tutti i bambini andavano in chiesa». Ma oggi non considera più «glorioso» questo passato: già allora c'erano «molte fratture e ipocrisie» nella società e «di base, le persone non credevano più di quanto non credano oggi, anche se andavano in chiesa. Avevano una sorta di pratica domenicale culturale, ma non ispirata dalla morte e risurrezione di Gesù». Oggi, la pandemia di coronavirus ha accelerato il declino di questa pratica in Europa e in Lussemburgo i cattolici praticanti sono un terzo in meno: «Sono sicuro che non torneranno», afferma il cardinale. «Ora sappiamo che siamo e saremo una minoranza; e non dobbiamo stupirci né lamentarci per questo».

La Chiesa deve adattarsi ai nuovi tempi, ma «non per cambiare il messaggio in sé, ma perché possa essere compreso». Come reporter generale del Sinodo mondiale, non sa ancora cosa scriverà nella sua relazione, ha affermato Hollerich: «Devo essere io quello che ascolta. Se do molti suggerimenti, scoraggio le persone che non sono d'accordo, quindi sono le persone che devono riempirmi la testa e le pagine». Questo è il Sinodo: «Deve essere aperto", senza ordini dati «dall'alto in basso». Anche la Chiesa, come la società, deve imparare a lavorare in network, adattandosi «a questo cambiamento di civiltà, come ha sempre fatto nel corso della sua storia». E deve dialogare con la diversità: «Se non vogliamo vivere in una società chiusa, dobbiamo essere in grado di ascoltare le storie degli altri», «capire gli altri, costruire ponti con la società». Ad esempio sul tema dell’aborto: un cristiano, dice, deve essere «assolutamente contrario all'aborto», ma deve anche capire che è in gioco anche la dignità delle donne. «Il discorso che si faceva in passato contro le leggi sull'aborto non è più ascoltabile oggi», ha detto il cardinale. «E se un discorso non regge più, non si dovrebbe essere inflessibili, ma cercare altre strade» e altre misure per difendere la vita.

 

Card. Jean-Claude Hollerich. Foto di Olivier LPB /Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza 

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