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"Stop The War": la società civile italiana a Leopoli per testimoniare e chiedere pace

La guerra, qualsiasi guerra, «è una follia, è il cancro della convivenza tra le nazioni e la negazione dell’umanità». Per questo occorre chiedere a gran voce che si istituisca immediatamente un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina, che in questo conflitto si lasci spazio all’azione della diplomazia con il protagonismo delle Nazioni Unite e che si permetta alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire agevolmente e repentinamente per arginare le conseguenze umanitarie della guerra.

Di fronte alla catastrofe attuale e agli inquietanti scenari prospettati dai grandi della Terra, la società civile italiana per la pace e la nonviolenza, accusata più volte di “pacifismo da salotto”, non intende restare alla finestra e decide di metterci concretamente la faccia: sono circa 120 le organizzazioni laiche e di ispirazione religiosa aderenti all’iniziativa “Stop The War. Facciamo la pace”, convocata dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che animeranno un’azione di pace nonviolenta il 1° aprile in Ucraina.

Una delegazione di 200 rappresentanti delle organizzazioni promotrici – tra le quali Rete Italiana Pace e Disarmo, Pax Christi, Beati i Costruttori di Pace, Focsiv, Pro Civitate Christiana, Un Ponte Per…, Comune-Info, Arci, Libera, Gruppo Abele, Mediterranea Saving Humans, Res-Q People Saving People, Movimento Nonviolento, 6000 Sardine, Movimento dei Focolari, Centro Studi Sereno Regis, Legambiente, Cipax, Comunità di Base Italiane, Emmaus, Iriad, Laici Missionari Comboniani e Cgil – si metterà in cammino con una sessantina di mezzi diretti a Leopoli, carichi di oltre 20 tonnellate di beni di prima necessità: «Entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace – si legge sul sito della Comunità Papa Giovanni XXIII – e per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini, di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l'Italia». «Si tratta di una missione umanitaria e pacifista», spiega anche l’Arci che «distribuirà i materiali raccolti, incontrerà rappresentanti della società civile, il sindaco e il vescovo e, al ritorno, porterà in Italia diverse decine di sfollati e persone fragili, tra cui minori disabili e malati oncologici».

È possibile sostenere la carovana aderendo all’iniziativa (ad oggi 877 l’hanno già fatto tra privati cittadini, enti, ong, gruppi e associazioni, politici, aziende, parrocchie, diocesi, ecc.), oppure con una donazione, sempre attraverso il sito ufficiale.

 

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