Nessun articolo nel carrello

Il papa, la sinodalità e l'ecclesiogenesi

Il papa, la sinodalità e l'ecclesiogenesi

Tratto da: Adista Documenti n° 22 del 18/06/2022

Qui l'introduzione a questo testo. 

Nell'attuale Chiesa romano-cattolica si confrontano due modelli di organizzazione della comunità dei fedeli. Per dirlo in una maniera facile da visualizzare, il modello di una Chiesa-società dei fedeli e quello di una Chiesa-comunione tra tutti.

La Chiesa-società si organizza in maniera gerarchica: papa-vescovi-preti-laici. Il criterio organizzatore è il “potere sacro” (sacra potestas) esercitato da quanti hanno ricevuto il sacramento dell'Ordine: il clero. Il potere supremo è al vertice, nel papa, e si distribuisce tra i vescovi e in misura minore tra i presbiteri, lasciando fuori i laici e le laiche che non sono investiti dal sacramento dell'Ordine.

È, come si deduce, una società di diseguali: da un lato, il clero con il potere e il diritto di parola e, dall'altro, i laici senza potere e senza parola. Gregorio XVI (1831-1846) lo ha detto esplicitamente: «Nessuno deve ignorare che la Chiesa è una società diseguale, in cui Dio ha destinato gli uni come governanti e gli altri come servitori. Questi sono i laici, quelli i chierici». Pio X (1903-1914) è andato anche oltre: «Solo il collegio dei pastori ha il diritto di guidare e di governare. La massa non ha alcun diritto che non sia quello di lasciarsi governare come gregge obbediente che segue il suo pastore».

Si può discutere se questo modello sia conforme ai vangeli e alla prassi del Gesù storico. Ma è quello dominante ancora oggi.

L'altro modello, quello di Chiesa-comunione tra tutti, ha trovato espressione nelle migliaia di Comunità ecclesiali di base (CEBs) nate in America Latina, specialmente in Brasile, nei Caraibi e in altre parti del mondo cristiano. A causa della mancanza generalizzata di preti, i laici, uomini e donne di fede, senza alcuna assistenza, hanno assunto il compito di portare avanti il messaggio e la prassi di Gesù. È importante osservare che generalmente sono i poveri a riunirsi in comunità di 15-20 famiglie intorno all'ascolto del Vangelo, letto e discusso tra tutti. È alla luce del Vangelo che si discutono i problemi della vita, si svolgono celebrazioni creative e si traggono conseguenze pratiche per la vita quotidiana. Sono la base in un doppio senso: sociale (classi popolari) ed ecclesiale (laici e laiche).

L'asse strutturante è la “comunione” (communio/koinonia) tra tutti, che si sentono uguali, fratelli e sorelle. E partecipano tutti senza eccezione. Naturalmente, non tutti fanno tutte le cose. Per questo distribuiscono tra di loro i vari servizi (che San Paolo chiama carismi): chi si prende cura degli infermi, chi fa la catechesi per i bambini, chi alfabetizza, chi prepara le celebrazione, chi crea legami con altri movimenti, chi si assume la responsabilità del coordinamento affinché tutto scorra bene e si conservi l'unità dei servizi per il bene di tutti. Tutto è circolare, proprio dello spirito comunitario.

Qui sorge un nuovo modo di essere Chiesa, vicino a quello della Chiesa delle origini così come è testimoniata nelle epistole di Paolo, quando i fedeli si riunivano nelle case di questa o quella persona. È una Chiesa, come viene detto tra gli stessi membri delle CEBs, che nasce dalla fede del popolo attraverso lo Spirito di Dio. Teologi e vescovi che hanno fatto proprio questo modo di essere Chiesa hanno coniato l'espressione "ecclesiogenesi".

Non si coglie un conflitto tra i due modelli: quello delle CEBs vuole vescovi e preti all'interno delle comunità e moltissimi vescovi e preti sostengono questo modo di vivere la fede evangelica. L'unica tensione, che diventa a volte conflitto, è con quei gruppi di vescovi e preti che non hanno fatto l'opzione per il popolo povero e per la sua espressione ecclesiale nelle comunità di base e persistono nel carattere piramidale della Chiesa-società.

In ogni modo, emerge da qui una Chiesa che non è un'organizzazione ma un organismo vivo, sempre aperto a nuove forme di comunicare e di vivere il vangelo e impegnato a dialogare con tutti ma soprattutto con gli oppressi e gli impoveriti nelle loro lotte per la liberazione.

Ho la nitida impressione che papa Francesco, con la sua proposta di un Sinodo dei vescovi nel 2023 sul tema "Una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, evangelizzazione", abbia in mente l'esperienza delle comunità ecclesiali di base, che egli ben conosce e a cui ha dato rilievo il documento della Conferenza del Celam ad Aparecida di cui egli è stato il principale redattore. Il papa intende la Chiesa come «costitutivamente sinodale», come «una Chiesa in sinodo permanente», cioè una Chiesa che va oltre la sua struttura gerarchica vedendo se stessa, in linea con il Vaticano II, come Chiesa-popolo di Dio. Per Francesco è fondamentale prestare ascolto e dare voce a quanti non hanno mai avuto la parola: i laici e le laiche. Si tratta di «sentire il popolo», «ascoltare la totalità dei battezzati», sempre a partire dal basso, dalla sfera locale, parrocchiale e diocesana per arrivare a quella nazionale, continentale e universale.

Celebrando i 50 anni dalla nascita dell'istituzione del Sinodo, il papa è stato chiarissimo: «La sinodalità è una dinamica di circolarità feconda... un dinamismo di comunione che ispira tutte le decisioni ecclesiali». Questa non è una mera aspirazione.

Questa visione viene già vissuta e sviluppata da migliaia di Comunità di base e fondata ecclesiologicamente in maniera seria ad opera dei teologi latinoamericani. La sinodalità equivale all’ecclesiogenesi, alla reinvenzione del modo di essere Chiesa a partire dalla fede delle grandi maggioranze povere sotto l’ispirazione dello Spirito di Gesù morto e risorto.

Papa Francesco riprende un concetto della tradizione, il Sinodo, e ne estende la portata oltre l’episcopato, a tutta la Chiesa, a cominciare dal basso, da quanti sono stati sempre invisibili: laici cristiani, uomini e donne.

La sinodalità universale rappresenta una riforma delle strutture della Chiesa dall’interno e dal basso, attraverso l’opera e la grazia del discernimento spirituale del papa, il quale ha prestato ascolto all’anelito universale alla comunione e alla partecipazione ai destini della nostra storia e della Madre Terra, ecologicamente minacciata. La Chiesa diventa sinodale, comunione, in risposta a questo anelito.

Ora capiamo meglio perché molti si oppongano a papa Francesco: egli abbandona quella visione che ha fatto del clero una fazione all’interno della Chiesa e lo trasforma in una funzione (un carisma) di servizio insieme a tutto il popolo di Dio. I conservatori insistono e persistono nella vecchia configurazione di una Chiesa gerarchica e piramidale, piena di privilegi ingiustificabili di fronte alla prassi del Gesù storico e dei Vangeli.

Un cammino è stato aperto. Dobbiamo percorrerlo e consolidarlo. Solo in questo modo la Chiesa riuscirà più facilmente a de-occidentalizzarsi e mondializzarsi. 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.