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Presidenziali in Brasile: l'importanza del fattore religioso in un commnento di Leonardo Boff

Presidenziali in Brasile: l'importanza del fattore religioso in un commnento di Leonardo Boff

In Brasile si svolgeranno le elezioni presidenziali il 2 ottobre (il secondo turno, nel caso nessuno dei candidati raggiungesse il 50 più 1 per cento, è previsto per il 30 dello stesso mese). Il via alla campagna elettorale è stato dato il 17 agosto. I due contendenti più favoriti sono il sindcalista del PT (Partito dei Lavoratori) Luiz Inacio Lula da Silva e Jair Bolsonaro, capo di Stato uscente.

Lula è uscito vittorioso dalla persecuzione giudiziaria di cui è stato vittima per anni quando la Corte Suprema ha annullato le condanne per corruzione nell'Operazione Lava Jato e nel maggio scorso la sentenza della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, a sei anni dalla causa intentata dalla difesa dell'ex presidente, ha riconosciuto la violazione dei suoi diritti ad opera dei giudici che lo condannarono, «compreso il diritto di candidarsi alle elezioni», motivo per cui nella tornata elettorale precedente non potè concorrere alla presidenza del Paese, determinando la vittoria di Bolsonaro. Il quale Bolsonaro è indagato nel suo Paese con 9 capi d’accusa individuati dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta del Senato brasiliano che ha stilato un Rapporto (1.179 pagine) presentato nell’aula senatoriale il 26 ottobre scorso. Questi i capi d’accusa: epidemia con esito mortale; violazione della misura sanitaria preventiva; ciarlataneria; istigazione a delinquere; falsificazione in atto privato; impiego irregolare di fondi pubblici; peculato; crimini contro l’umanità, nelle modalità di sterminio, persecuzione e altri atti disumani; violazione dei diritti sociali; incompatibilità con dignità, onore e decoro d’ufficio; delitti di responsabilità.

Alle elezioni del 2 ottobre Lula si presenterà in coppia con Geraldo Alckmin del Partito Socialista Brasiliano, scelto come vicepresidente.

Secondo un sondaggio dell'agenzia Datafolha diffuso il 28 luglio, Lula raccoglie il 47% delle intenzioni di voto contro il 29% del capo dello Stato. Ma mancano ancora una cinquantina di giorni al voto e c’è da fare i conti con la campagna aggressiva di Bolsonaro che parla alla pancia dei brasiliani, fondata sul vetusto ma sempre efficace slogan “Dio, Patria, Famiglia”. È su questo che desta l’allarme il teologo Leonardo Boff nel commento pubblicato oggi, a due giorni dal via alla campagna elettorale, dall'Instituto Humanitas Unisinos-IHU con il titolo "L'importanza del fattore religioso nelle attuali elezioni presidenziali" e che riproduciamo di seguito in una nostra traduzione.

La religione ha una potente forza politica, confessa Samuel P. Huntington nel suo tanto discusso libro Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale (1996), che oggi, con la nuova guerra fredda, è tornato ad essere attuale. Afferma: «Nel mondo moderno, la religione è una forza centrale, forse la forza centrale che mobilita le persone… Ciò che alla fine conta non è tanto l'ideologia politica o gli interessi economici, ma le convinzioni religiose della fede, della famiglia, del sangue e della dottrina; è per queste cose che le persone combattono e sono disposte a dare la vita». Lui stesso è stato fortemente critico nei confronti della politica estera statunitense per non aver mai dato importanza al fattore religioso. E ha dovuto vivere sulla propria pelle il terrorismo islamico a sfondo religioso.

Consideriamo la situazione in Brasile. Cito qui la riflessione di una persona profondamente immersa nell'ambiente popolare con un acuto senso di osservazione. Vale la pena ascoltare la sua opinione in quanto può aiutare nella campagna elettorale a sconfiggere coloro che stanno smantellando il nostro Paese.

Afferma: «Temo che, facendo sempre più appello al fattore religioso, suscitando lo spettro del “comunismo = ateismo” e della persecuzione religiosa, il negazionista e “nemico della vita” (Bolsonaro, ndt) possa, alla fine, ancora minacciare di vincere le elezioni».

«Perché è inelutttabile riconoscere: il popolo in massa è religioso fino all'osso (superstiziosa, diranno gli “intellettuali”, poco importa). Si vende corpo e anima per la religione, intesa indistintamente come “cosa di Dio”, specialmente il brasiliano, sincretista com’è. E questo appello, non dico che sia buono, ma solo che ha una forza tremenda e temo moltissimo che possa essere decisivo al momento della decisione del voto».

 «Purtroppo, questa questione ha poco peso nella campagna di Lula e dei suoi alleati. Direi quasi la stessa cosa degli altri due valori che Bolsonaro e tutta la “nuova destra” nel mondo strombazzano: Dio, Patria e Famiglia, la trilogia dell'integralismo che la vecchia sinistra non vuole nemmeno vedere dipinta. Eppure è su questo che la nuova destra sta mobilitando le masse nel mondo e anche in Brasile».

«E notate come è facile per un candidato della nuova destra come Bolsonaro presentare alla massa elettorale questa triade: lui che prega (Dio), con la bandiera del Brasile (Patria) e con Michelle al suo fianco (Famiglia), tre scene di commozione garantita e attrazione irresistibile per il popolo. Chi può essere contro la preghiera, la bandiera gialloverde e una moglie (soprattutto se è molto femminile)?».

«Gli intellettuali possono dire quello che vogliono contro questo populismo di destra. Ma ciò che funziona, funziona. E questo è ciò che conta a destra, e credo debba valere anche a sinistra, senza offesa all'etica, poiché è perfettamente possibile difendere questi tre vessilli, un tempo integralisti, come valori morali, a patto però che non siano non escludenti dei senza religione, delle altre patrie e delle persone LGBT+, rispettivamente».

«Ma anche se vincesse Lula, come indicano i sondaggi, la questione delle tre “bandierine” sopra esposte resterà. E i bolsonaristi continueranno ad agitarle, come le sta agitando la nuova destra mondiale (vedi Trump, Putin, Le Pen, Salvini et cetera). Ed è la “bandiera di Dio”, prima di tutte, quella che sarà più politicizzata dalla nuova destra, e questo tanto più quanto meno la vecchia sinistra ha digerito questo problema e quanto minore è l'attenzione che la Chiesa stessa, progressista o liberazionista che sia, sembra dare al cambiamento dello Zeitgeist (dello spirito del tempo), designato come postmoderno».

La grande sfida della campagna della coalizione attorno a Lula/Alckmin, che è anche delle Chiese cristiane storiche, principalmente della Chiesa cattolica, è come attrarre queste masse, manipolate e ingannate dalle Chiese pentecostali, verso i valori del Gesù storico, molto più umanitari e spirituali di quelli presentati dai sedicenti “pastori e vescovi”, veri lupi travestiti da pecore. Questi usano la logica del mercato, la propaganda e stili che contraddicono direttamente il messaggio biblico e di Gesù, ricorrendo direttamente a bugie, calunnie e notizie false.

Bisogna mostrare a questi seguaci delle Chiese pentecostali come il Gesù dei vangeli sia sempre stato dalla parte dei poveri, dei ciechi, degli zoppi, dei lebbrosi, delle donne dolenti, e li abbia guariti. Era estremamente sensibile agli invisibili e ai più vulnerabili, uomini o donne, in breve, a coloro le cui vite erano minacciate. Valgono molto di più l'amore, la solidarietà, la verità e l'accettazione di tutti senza discriminazioni, come quelli di un'altra opzione sessuale, vedendo nei neri, nei quilombolas e nelle popolazioni indigene i nostri fratelli e sorelle sofferenti. È importante solidarizzare con loro e stare insieme a loro facendo il loro stesso cammino. Questo comportamento vale molto di più del “vangelo della prosperità”, di beni materiali che non possiamo portare per l'eternità e, in fondo, non riempiono i nostri cuori e non ci rendono felici. Mentre i valori del Gesù storico ci accompagnano come espressione del nostro amore vero il prossimo e verso Dio e ci portano la pace del cuore e una felicità che nessuno può rubarci.

Logicamente, è importante smantellare le calunnie, ribattere alle falsificazioni e, eventualmente, utilizzare i mezzi disponibili per incriminarli legalmente.

Vale sempre la pena di credere che un po' di luce dipani tutte le tenebre e che la verità scrive la vera pagina della nostra storia.

Il Brasile merita di uscire da questa tempesta devastante e di vedere il sole splendere nel nostro cielo, restituendoci speranza e gioia di vivere.

*Lula in una foto tratta da pt.wikipedia.org, immagine originale e licenza

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