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A ottobre la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini: la «gioia» di mons. Perego

A ottobre la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini: la «gioia» di mons. Perego

Pastore della Chiesa di Piacenza, che ha guidato come vescovo per oltre 30 anni, fondatore delle congregazioni dei missionari e delle suore di san Carlo Borromeo, e uno dei primi a «considerare l’importanza del camminare della Chiesa con i migranti»: così mons. Gian Carlo Perego (presidente Fondazione della Cei Migrantes) accoglie «con gioia» l’annuncio della canonizzazione, il prossimo 9 ottobre a Roma, di mons. Giovanni Battista Scalabrini, già proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997. La Fondazione Migrantes ricorda le parole di Scalabrini pronunciate al Convegno dell’Opera dei Congressi di Ferrara, nel 1899: «Emigrano i semi sulle ali dei venti, emigrano le piante da continente a continente portate dalle correnti delle acque, emigrano gli uccelli e gli animali, e, più di tutti emigra l’uomo, ora in forma collettiva, ora in forma isolata, ma sempre strumento di quella Provvidenza che presiede agli umani destini e li guida, anche attraverso le catastrofi, verso la meta ultima, che è il perfezionamento dell’uomo sulla terra e la gloria di Dio ne’ cieli»

Il vescovo beato aveva capito che l’emigrazione sarebbe stata «una costante nella storia e nella vita dell’uomo di ieri e di oggi», aggiunge Migrantes nel suo comunicato del 27 agosto scorso. Per lui, si legge ancora, la «dispersione geografica degli individui e dei popoli» avrebbe condotto l’umanità «verso l’unità di una sola famiglia», verso «un mondo fraterno», come auspicato anche dal Magistero della Chiesa, «in particolare l’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco.

Anche le suore scalabriniane, in una nota del 27 agosto, hanno espresso «grande gioia» per l'annuncio della canonizzazione del loro fondatore. «Lui, padre dei migranti, è la testimonianza di un impegno cristiano a tutela degli ultimi, una voce che nei tempi d'oggi risuona quanto mai necessaria e attuale», ha commentato suor Neusa de Fatima Mariano (superiora generale della congregazione missionaria). «Tutta la Congregazione vive in comunione questo momento, con l'intera famiglia scalabriniana, con tutti i migranti e rifugiati, perché è consapevole che l'eredità di Scalabrini è la missione con i migranti, un carisma per i tempi moderni. Scalabrini è un santo e il suo percorso di santità è stato per e con i migranti», ha concluso suor Neusa.  

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