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Le Acli sulla morte dei 6 siriani: cosa resta di una civiltà che tollera la morte di bambini innocenti?

Le Acli sulla morte dei 6 siriani: cosa resta di una civiltà che tollera la morte di bambini innocenti?

«Nel Mediterraneo è in corso una guerra subdola, silenziosa e senza munizioni che non offre riparo o sponda nemmeno ai bambini. Non meno deplorevole di tutte le altre guerre, questa si consuma, da decenni, ai confini dell’Europa nell’indifferenza senza scrupoli di governi che si rimbalzano persino la responsabilità di un salvataggio in mare». Sono parole di indignazione quelle di Antonio Russo (vicepresidente nazionale delle Acli) che accompagnano la lunga scia di commenti infuocati di questi giorni, in seguito alla morte di 6 siriani, tra cui due bambini di uno e due anni e un dodicenne, abbandonati alla deriva senza soccorso, senza cibo e acqua per oltre una settimana.

Le Acli tornano a chiedere, insieme alle ong del mare e ad altre organizzazioni della società civile, una ripresa delle operazioni di pattugliamento, ricerca e soccorso dei migranti nel Mar Mediterraneo «secondo il diritto internazionale». «Nessuna vita, ancor più quella dei bambini e dei neonati, può essere interrotta per semplice indifferenza», ha dichiarato ancora il presidente dell’associazione cattolica. «Secondo le Nazioni Unite, quest’anno più di 1.200 migranti sono morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Persone che si aggiungono alle altre migliaia annegate nei precedenti anni».

Il commento di Russo è amaro, e domanda: «Anche in questa circostanza ci chiediamo cosa è rimasto di una civiltà che accetta la morte per sete e fame di bambini e neonati per paura di aprire i propri confini? Come per il teologo Bonhoeffer, siamo convinti che la cifra della civiltà e il senso morale di un popolo come di una comunità nazionale e internazionale, si misuri anche dalla sua capacità di accogliere i bambini».

I drammatici fatti di questi giorni cadono in una fase di campagna elettorale che preoccupa profondamente le Acli: «Le Acli chiedono che non si perda, sul tema dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani, l’opportunità di chiarire le posizioni in una fase storica in cui è in gioco il ruolo determinante dell’Italia nella costruzione della pace tra i popoli».

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