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La carneficina di Gaza. Voci a favore della verità e della giustizia

La carneficina di Gaza. Voci a favore della verità e della giustizia

Tratto da: Adista Documenti n° 38 del 11/11/2023

DOC-3282. ROMA-ADISTA. L’onore perduto dell’Europa. Quell’Europa che si schiera incondizionatamente con Netanyahu, malgrado i suoi crimini di guerra e contro l’umanità, anziché mediare per un immediato cessate il fuoco. Quell’Europa che chiude gli occhi di fronte alla realtà dell’occupazione dei territori palestinesi, del muro dell’apartheid, del blocco illegale della Striscia di Gaza – che da 16 anni priva più di due milioni di persone dei beni di prima necessità –, della costruzione di colonie israeliane che divorano un pezzo dopo l’altro le terre dei palestinesi, delle umiliazioni ai posti di blocco militari, degli accessi controllati ai luoghi santi, del dramma dei rifugiati che rivendicano il loro diritto al ritorno e dei prigionieri detenuti in Israele, di una strategia diretta a negare, cancellare ed eliminare qualsiasi riferimento storico ai palestinesi e alla loro esistenza.

Quell’Europa che lancia accuse di antisemitismo a chiunque si azzardi a ricordare tutto questo e appare sempre più disposta a sacrificare la libertà di espressione alla logica di guerra (basti pensare ai recenti casi di Patrick Zaki, della scrittrice palestinese Adania Shibli e di Moni Ovadia).

Quell’Europa capace persino di dividersi sulle sacrosante dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, oggetto dell’ira incontrollata di Israele per aver, sì, condannato Hamas e chiesto la liberazione degli ostaggi, ma denunciando al tempo stesso «56 anni di occupazione soffocante ed evidenti violazioni della legge umanitaria».

Ma se l’Unione Europea ha perso ogni decenza, ci sono voci, in tutto il mondo, anche molto autorevoli, che bucano questo silenzio colpevole continuando «a parlare per la causa della verità e della giustizia», come scrivono nella loro lettera aperta (che pubblichiamo qui di seguito) un insieme di movimenti cristiani palestinesi.

«Circa 2,2 milioni di persone sono attualmente intrappolate nella Striscia di Gaza, dove i bombardamenti indiscriminati hanno trasformato una crisi umanitaria cronica in una catastrofe», ricorda Medici senza frontiere. E aggiunge: «L’assedio imposto dal governo israeliano, che comprende il blocco di cibo, acqua, carburante ed elettricità, è inconcepibile». E così anche Amnesty International: «Mentre le forze israeliane continuano a intensificare il loro assalto devastante alla Striscia di Gaza occupata, abbiamo documentato attacchi illegali israeliani – compresi attacchi indiscriminati – che hanno causato massicce perdite civili e che devono essere indagati come crimini di guerra».

Alcune di queste voci vogliamo rilanciarle anche noi, come quelle del palestinese Omar Barghouti, co-fondatore del movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni nei confronti di Israele e vincitore del Gandhi Peace Award nel 2017 (bdsitalia.org, 16/10, già pubblicato su The Guardian, 16/10) disponibile qui; del saggista, docente e traduttore palestinese Wasim Dahmash (www.dinamopress.it, 18/10) al link; della giornalista e attivista israeliana Orly Noy (chiesadeipoveri.it, 11/10, già pubblicato da The Guardian, 9/10) disponibile qui; dello storico israeliano socialista, ebreo e anti-sionista Ilan Pappé (www.palestinechronicle.com, 10/10) al link, dello storico dell'arte e saggista italiano Tomaso Montanari (post su X, 10/10) disponibile qui, del presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi Tonio Dell’Olio (www.mosaicodipace.it, 26/10) disponibile al link

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