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WWF: Sul "Piano Mattei" poca chiarezza e tanta perplessità

Una cornice senza il quadro, una scatola vuota piena di ombre, una struttura costosa e complessa ma ancora priva di obiettivi chiari. Così la cronaca politica dei giorni scorsi ha raccontato l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto che definisce la governance e le linee strategiche del “Piano Mattei” di cooperazione con l’Africa, annunciato in pompa magna della presidente del Consiglio Giorgia Meloni oltre un anno fa.

«Nonostante non ci sia il Piano», commenta il WWF dopo l’approvazione del decreto in CdM, «il Consiglio dei Ministri si è affrettato ad approvare una complessa struttura operativa, oltre alla cabina di regia, con tanto di deroga alle assunzioni per i dirigenti, incluso il coordinatore della struttura di missione, come era stato fatto per il Ponte sullo Stretto. La cabina di regia includerà le aziende partecipate (lo ha affermato in conferenza stampa la presidente Meloni) e anche aziende private (lo ha detto il ministro Tajani)».

Il Piano vero e proprio, una fitta rete di partnership italiane con i Paesi africani su sviluppo industriale, energia, immigrazione, sarà dunque elaborato dalla Cabina di Regia – coadiuvata dalla Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – solo nei prossimi mesi. «Al netto delle perplessità sulla composizione della Cabina di Regia e della Struttura di Missione, l’impressione è quella della creazione dell’ennesimo, complesso e costoso ingranaggio burocratico, senza voler preventivamente chiarire finalità, obiettivi e modalità di conseguimento degli stessi».

Ma c’è un passaggio, che resta poi indigesta al WWF: «Una cosa che conosciamo, e non condividiamo affatto, è l’intenzione di finanziare il Piano con i soldi del Fondo per il Clima, quelli che i Paesi sviluppati si sono impegnati a destinare ai paesi vulnerabili con l’accordo di Parigi: ci opporremo in tutti i modi, praticamente equivarrebbe a finanziare l’aggravamento del riscaldamento globale (con l’uso del gas e combustibili fossili) con i soldi destinati a far fronte alla crisi climatica».

Secondo l’organizzazione ambientalista, il decreto rappresenta «una confusa delega in bianco» per la quale «occorre iniziare a leggere tra le righe. Nessun ruolo prioritario viene assegnato alle rinnovabili, che sembrano decisamente in secondo piano rispetto ad uno sfruttamento, seppur definito come “sostenibile”, delle risorse naturali, ovvero, implicitamente, delle fonti fossili. Le rinnovabili, al contrario, dovrebbero essere l’asse portante di un sistema energetico decarbonizzato, alla base dello sviluppo sostenibile anche degli stessi Paesi africani. Parimenti, l’intento di trasformare l’Italia in un hub del gas, più volte rappresentato da questo Governo, anche in atti ufficiali come il PNIEC, è mal celato dal Decreto sul Piano Mattei. Il punto non viene direttamente affrontato, né mai citato, ma l’impressione è che si rimetta alla struttura burocratica, ad hoc definita, il far passare sottotraccia potenzialmente qualsiasi tipo di progetto».

Nei prossimi mesi il Piano Mattei prenderà forma e allora si saprà di più su Paese, ambiti industriali, modalità, finalità e progetti. «Ad oggi», ribadisce il WWF, «abbiamo una costosa scatola vuota, che tuttavia già desta molte preoccupazioni».

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