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Il governo peruviano grazia il dittatore Fujimori. Card. Pedro Barreto: «È uno schiaffo al Paese»

Alberto Fujimori, l’85.enne ex dittatore peruviano, condannato a 25 anni di carcere per gli eccidi di Barrios Alto e La Cantuta, è stato rilasciato il 6 dicembre a seguito di una risoluzione della Corte Costituzionale. Il governo di Dina Boluarte ha deciso di sostenere questa misura nonostante il parere contrario della Corte interamericana dei diritti dell'uomo, secondo la quale il permanere in detenzione di Fujimori è necessario «per garantire il diritto di accesso alla giustizia delle vittime dei casi Barrios Alto e la Cantuta»

In carcere dal 2007, l'ex presidente questa volta – a quanto pare – esce definitivamente dal carcere. Durante la sua prigionia, l'ex presidente ha tentato più volte di essere rilasciato a causa di problemi legati alla sua salute, riuscendoci effettivamente 10 anni dopo quando, il 24 dicembre 2017, l’allora presidente Pedro Pablo Kuczynski (PPK) gli concesse la grazia umanitaria. Tornò in carcere dopo dieci mesi per intervento della Corte interamericana dei diritti dell'uomo che chiese l’annullamento del provvedimento di grazia.

«L'indulto è come uno schiaffo al Paese», ha dichiarato il card. Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo. «In questi tempi che stiamo vivendo nel Paese, una grazia come quella che è stata concessa è uno schiaffo che ferisce le nostre anime», ha detto. «Quando c'è una sentenza giudiziaria, questa viene rispettata fino all'ultimo giorno – ha aggiunto – non ci sono privilegi per nessuno, perché la legge è uguale per tutti». In un simile momento, «credo sia molto importante trasmettere calma», ma altrettanto importante, ha sottolineato, è «esprimere quello che stiamo vivendo nel Paese, l'indignazione per quanto sta accadendo». Indignazione che i peruviani hanno mostrato nella marcia contro la liberazione del dittatore svoltasi a Lima in plaza San Martín al grido di: "L'indulto è un insulto".

I reati per i quali è stato condannato a 25 anni di carcere, dei quali 10 ora condonati, Fujimori li ha commessi durante il suo mandato di presidente che durò dal 28 luglio 1990 al 17 novembre 2000 grazie all’autogolpe del 1992. Si tratta di crimini contro l'umanità tra cui la sterilizzazione forzata di centinaia di migliaia di donne indigene e l'essere stato il mandante di uccisioni extragiudiziali (Barrios Alto e La Cantuta) avvenute per mano dell'esercito. Fra l’altro è stato condannato per usurpazione di funzioni, malversazione e falso ideologico, corruzione e spionaggio.

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