Il cordoglio dei vescovi colombiani per la morte del candidato Miguel Uribe
«Con profondo dolore, piangiamo oggi la morte del Dottor Miguel Uribe Turbay, a seguito dell'attentato del 7 giugno a Bogotà». Così i vescovi colombiani, in un comunicato stampa emesso a poca distanza dalla notizia della morte di quello che sarebbe stato forse il più quotato fra i candidati alla presidenza nelle elezioni fissate per il 31 maggio 2026.
«Chiediamo alle autorità competenti e agli enti dello Stato di proseguire i loro sforzi per chiarire la verità su questo assassinio, affinché non rimanga impunito». Al contempo, «invitiamo i colombiani a "non lasciarsi rubare la speranza" e a reagire pacificamente, difendendo i principi e i valori che ci definiscono come nazione. Il progetto nazionale descritto nel motto dell'emblema nazionale può e deve continuare a essere un impegno permanente di tutti: "Libertà e Ordine!". Libertà per garantire il benessere e lo sviluppo umano integrale di tutti i suoi abitanti; libertà e rispetto per esprimere e gestire le differenze senza violenza; libertà per salvaguardare la vita in tutte le sue fasi e manifestazioni. Ordine saggio per valorizzare e salvaguardare ciò che è stato sanamente costruito; ordine giusto per promuovere la partecipazione e l'armonia sociale; ordine istituzionale per garantire la valorizzazione e il rispetto dei diritti e delle responsabilità individuali e collettive di tutti i cittadini».
«Ribadiamo la convinzione – aggiungono – che la violenza non è una via per la vita o il progresso, ma piuttosto genera altra violenza e morte. Siamo storicamente sfidati a costruire, insieme, condizioni sociali, ambienti e relazioni di equità, giustizia, riconciliazione e pace».
«Come Chiesa – continuano i vescovi – continuiamo a offrire il nostro servizio pastorale in ogni angolo del Paese affinché il desiderio di un Paese riconciliato e armonioso possa realizzarsi attraverso il contributo e gli sforzi di tutti».
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