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Caro Pd, decidi chi sei. Appello di 24 esponenti del cattolicesimo democratico

Caro Pd, decidi chi sei. Appello di 24 esponenti del cattolicesimo democratico

 


Sul sito di Repubblica, il 18 maggio scorso,è stato pubblicato l’appello di 24 cattolici democratici (tra cui Guido Formigoni, Franco Monaco, Angelo Bertani, Franco Balboni, Luigi Pizzolato, Luciano Caimi, Fulvio De Giorgi, Maria Pia Bozzo), in vista dell’assemblea del Pd di sabato 19 maggio. Lo riproduciamo qui di seguito


Siamo cattolici democratici che si sono riconosciuti nell’esperienza dell’Ulivo del quale il Pd doveva rappresentare l’approdo. Al netto del giudizio circa il percorso decennale del PD e delle sue varie fasi, la sua sorte non ci è indifferente. In quanto essa non è indifferente per la democrazia e per la sinistra italiana. Il PD è reduce da una sonora, inequivocabile sconfitta. Un’adeguata riflessione critica e autocritica non è neppure iniziata, sia sulle politiche di governo che su una  narrazione e una campagna elettorale distanti dalla sofferenza sociale del paese. Accreditando l’immagine del “partito dell’establishment”.

Non ci hanno convinto: 1) la sostanziale inerzia del PD dentro la crisi politico-istituzionale che si è aperta dopo il voto; 2) la teoria decisamente confutabile secondo la quale gli elettori (compresi quelli del PD?) lo avrebbero consegnato all’opposizione; 3) il giudizio circa gli interlocutori, centrodestra e 5 stelle, certo entrambi distanti e problematici e tuttavia non equivalenti/equidistanti. Non adoperandosi di conseguenza per scongiurare l’asse tra i due, da taluni PD addirittura incredibilmente auspicato; 4) la tesi deresponsabilizzante secondo la quale ci si è rimessi al capo dello Stato, in quanto la Costituzione gli assegna un alto ruolo arbitrale e prescrive semmai ai partiti il dovere di avanzare proposte di soluzione (conosciamo lo scrupolo di Mattarella, un cattolico democratico cui va il nostro più vivo apprezzamento, ma che ha dovuto prendere atto di un vicolo cieco, cui ha contribuito l’immobilismo del PD, stigmatizzato dallo stesso Gentiloni).

Una tale linea di comportamento ci è sembrata in contrasto con lo statuto ideale del PD quale fu concepito nel solco dell’Ulivo: sia perché la pur controversa vocazione maggioritaria di sicuro si dovrebbe tradurre in cultura di governo (l’opposto del minoritarismo e della pregiudiziale e programmatica vocazione oppositiva) e, più ancora, in senso della responsabilità repubblicana (prima il paese e le istituzioni, in subordine i calcoli di partito); sia perché il PD dovrebbe presidiare e semmai concorrere a riorganizzare il campo del centrosinistra oggi diviso e non competitivo, non senza responsabilità dello stesso PD. Un PD nel quale sembrano svanite le culture politiche che lo avevano generato e che dovevano essere rielaborate dentro una nuova, originale sintesi, non rottamate.

Sembra invece che una parte del PD oggi coltivi velleitarie suggestioni macroniane, trascurando la circostanza che l’Italia non è la Francia (specie sotto il profilo istituzionale) e Renzi, reduce da una sequela di sconfitte, non è Macron. In ogni caso, tale prospettiva, pur legittima, rappresenterebbe un oggettivo snaturamento del profilo e del progetto originario del PD, concepito come formazione di centrosinistra nitidamente alternativa al centrodestra, anzi impegnata a razionalizzare un maturo bipolarismo italiano e non a disarticolarlo, interagendo dialetticamente e in competizione con le forze che mostrassero di potere evolvere quali attori di un nuovo centrosinistra. Non è un caso che i padri nobili di Ulivo e PD, cui ora  si aggiungono i suoi più rappresentativi amministratori, si siano espressi in tal senso.

Un chiarimento circa l’identità stessa del PD è doveroso e urgente. L’opposto dell’unanimismo, della dissimulazione delle differenze. Meglio un franco, aperto confronto tra  visioni diverse, pena la rassegnazione a un partito irrisolto e dunque inutile.

Paolo Acanfora, Giovanni Battista Armelloni, Enzo Balboni, Angelo Bertani, Ilario Bertoletti, Tino Bino, Gianni Bottalico, Maria Pia Bozzo, Luciano Caimi, Massimo Calvi, Paolo Corsini, Fulvio De Giorgi, Carlo Dell’Aringa, Guido Formigoni, Marco Ivaldo, Enrico Minelli, Franco Monaco, Luciano Pazzaglia, Savino Pezzotta, Luigi Pizzolato, Filippo Pizzolato, Virginio Rognoni, Marco Roncalli, Giuseppe Tognon, Marco Vergottini

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