Nessun articolo nel carrello

Nicaragua:

Nicaragua: "Il silenzio che rimbomba". Dure critiche a papa Francesco

Sono mesi che in Nicaragua cattolici e oppositori del regime in mano al Daniel Ortega e alla moglie Rosario Murillo, vicepresidente dal 2017 attendono una parola di sostegno (e magari di condanna) di papa Francesco: è dal maggio del 2018 – quando la popolazione in rivolta paralizzò il Paese con più di cento barricate su strade e autostrade e continue marce di massa di protesta che chiedevano le dimissioni di Ortega e che costarono la vita a 355 persone – che il dissenso viene duramente represso, coinvolgendo in vari modi fedeli e gerarchia cattolica, ma il papa continua a tacere.

In questi 4 anni lo scontro si è fatto particolarmente duro con la Chiesa, che si assunta il ruolo di portavoce della cittadinanza esasperata. Le ultime (6 agosto) dicono che il vescovo di Matagalpa. mons. Rolando Álvarez - una delle voci più critiche della gerarchia cattolica nicaraguense: i suoi sermoni spesso denunciano violazioni dei diritti umani, persecuzioni religiose e abusi di potere, ma ha fatto anche parte dell'équipe della Conferenza episcopale nel primo Dialogo nazionale, poi fallito, tra Ortega e l'opposizione - ha trovato sulla porta della curia episcopale dove abita una fila di minacciosi poliziotti antisommossa, con scudi, elmetti e mazze in mano, che gli sbarravano l’uscita, dovendo il vescovo recarsi in cattedrale per celebrare la messa. «Le autorità non hanno dato il permesso», ha detto in un video improvvisato per spiegare ai parrocchiani di Matagalpa la sua assenza dalla messa che lui stesso aveva indetto quella mattina. «Ci troviamo qui rinchiusi in sei sacerdoti e sei laici. Rimarremo qui senza mancare di rispetto alla Polizia, non le abbiamo mai mancato di rispetto».

Sia Daniel Ortega che Rosario Murillo, riassume il sito di informazione latinoamericana Infobae, accusano la Chiesa cattolica nicaraguense di sostenere la ribellione cittadina iniziata nell'aprile 2018, che descrivono come un «tentativo colpo di stato», e mantengono un assedio costante contro alcuni sacerdoti e vescovi. Álvarez è uno dei volti più visibili. E perseguitato.

Il 1° agosto, il regime di Ortega ha ordinato la chiusura di sette radio cattoliche nella diocesi di Matagalpa e le forze di polizia hanno fatto irruzione nella cappella di Niño Jesús de Praga, nella città di Sébaco, con l'intenzione di sequestrare le apparecchiature radio in funzione.

Il parroco di Sébaco, con Uriel Vallejos, è stato costretto a rifugiarsi nella casa parrocchiale, dove è rimasto assediato per due giorni. Secondo un conteggio dell'investigatrice nicaraguense, l'avvocato Martha Patricia Molina, la Chiesa cattolica nicaraguense ha subìto, fino a questa settimana, più di 250 attacchi da parte del regime di Daniel Ortega e dei suoi simpatizzanti, tra cui pestaggi di sacerdoti, profanazioni ai templi, attacchi armati, incendi e assedi, tra gli altri.

«Papa Francesco è una delle poche persone che potrebbe avviare un dialogo con il regime di Ortega», ha affermato Tamara Taraciuk Broner, vicedirettore per le Americhe di Human Rights Watch (HRW), in una conversazione con il quotidiano argentino La Nacion (4/8). «Il suo silenzio, anche nel mezzo di un feroce assalto alla Chiesa in Nicaragua, manda un messaggio terribile. In un Paese cattolico come il Nicaragua, una condanna da parte di Francesco delle atrocità del regime non sarebbe solo un duro colpo per Ortega. Sarebbe anche, ancora più importante, un riconoscimento della lotta del popolo nicaraguense per la democrazia e la giustizia e un sostegno alla richiesta unanime delle vittime e delle loro famiglie per la liberazione dei prigionieri politici del regime», ha aggiunto. Gli ha fatto eco, sulle stesse pagine de La Nacion, il segretario generale dell'Associazione nicaraguense per i diritti umani (Anpdh). Álvaro Leiva Sánchez secondo il quale «ci sono poche cose assordanti come il silenzio. E, dal 2018 ad oggi, il suo rimbomba nel cuore lacerato del gregge cattolico del Nicaragua».

Sono tutt’altro che critiche isolate, queste; e va ricordato che Il Papa è stato duramente criticato in passato, quando nel 2019, ha ordinato l'incorporazione in Vaticano di mons. Silvio José Báez, simbolo della ribellione popolare, il quale ha assicurato poi di non aver «chiesto di lasciare» il Paese. La sua partenza dal Nicaragua è stata considerata un «esilio forzato» disposto da Roma (v. Adista Notizie nn. 16, 26 e 41/19 e online del 17/7/19).

Sono invece gli episcopati latinoamericani a solidarizzare con la Chiesa nicaraguense. Ultima in ordine di tempo (7/8) quella dei vescovi boliviani, che sottolineano come «la persecuzione e l'assedio dei sacerdoti e di monsignor Rolando Álvarez e l'espulsione della Congregazione delle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta sono chiaramente un attacco alla libertà di espressione e alla libertà religiosa». E tuttavia, aggiungono, «vi chiediamo di non rinunciare allo sforzo di costruire un dialogo capace di realizzare unità e pace in questa terra nicaraguense».

*Mons. Rolando Álvarez. Foto: Diócesis de Matagalpa.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.